De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Adelaide e Comingio: Amor de’ miei sospiri

Per uso della Sig.la D. Luisella De Filippis

di Massimo De Filippis Delfico

Presso la Biblioteca Provinciale "M. Delfico" di Teramo è conservato un manoscritto musicale apocrifo del maestro Valentino Fioravanti (1) dal titolo "Adelaide e Comingio: Amor de’ miei sospiri . Per uso della Sig:la D. Luisella De Filippis" (2).

La partitura, una cavatina (3) per soprano, basso, archi e fiati, che si compone di venti fogli in recto e verso e che non reca né luogo né data, si trova tra le carte  dell’archivio privato della  Famiglia Delfico e De Filippis-Delfico depositato presso la detta Biblioteca, per il fatto che Luisella De Filippis era la sorella maggiore di Gregorio De Filippis conte di Longano, marito di Marina Delfico.

Luisella nata il 28 aprile 1796 da Troiano De Filippis ed Aurora Cicconi,  come tutte le ragazze delle nobili famiglie, è istruita nel canto e questo documento ci testimonia che, probabilmente, non era finalizzato solamente allo studio ma che potesse essere usato in quelle serate musicali, conosciute all’epoca anche come "accademie" che trovano nei salotti dell’élite napoletana la loro massima espressione tra il ‘700 e l’800.

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(1) Valentino Fioravanti (Roma, 11 settembre 1764 Capua, Caserta 16 giugno 1837) è stato un compositore italiano. Studiò a Roma e a Napoli, dove fu attivo sino al 1803, quando fu chiamato a dirigere il teatro di Lisbona. Tornato in Italia fu maestro di cappella in S. Pietro a Roma (1816) e da questo momento compose solo opere sacre. La parte più interessante della sua produzione è rappresentata però dai lavori teatrali, per lo più di genere buffo, nei quali si ricollega all’ultima fase della scuola napoletana. Tra le sue opere si annoverano I viaggiatori ridicoli, Gl'inganni fortunati, Le cantatrici villane, quest’ultima la più famosa.

(2) Biblioteca Provinciale "M. Delfico" Teramo, Muzii H I 3/29

(3) Aria in una o due parti senza ripresa da capo, preceduta spesso da recitativo. Adottata dagli operisti del ‘700-‘800, in particolare per presentare vocalmente un personaggio, coincideva spesso con l’aria di sortita del personaggio stesso. Fu inserita anche in composizioni da salotto nei secc. XVIII e XIX.