De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Biografia Alessio Simmaco Mazzocchi

di Alberto Perconte Licatese

Alessio Simmaco Mazzocchi

Alessio Simmaco Mazzocchi

(particolare di una incisione del 1772, eseguita da C.Nolli, anteposta al 

frontespizio di una copia dell'Anfiteatro Campano esposta nel Museo Campano di Capua)

Alessio Simmaco Mazzocchi nacque a S.Maria di Capua nel 1684 nel palazzo paterno in via Croce da Lorenzo, farmacista, e da Margarita Battaglia, morta poco dopo la sua nascita, ultimo di diciotto fratelli. Compiuti gli studi a Capua e a Napoli, preferì stabilirsi nella capitale del regno, dove, nominato prima docente di lingua greca ed ebraica e prefetto del Seminario arcivescovile (1715), poi nello stesso anno designato canonico della cattedrale dal cardinale G.Spinelli e lettore di Sacre Scritture nell'Università federiciana dal re Carlo di Borbone (1735), dimorò stabilmente per tutta la vita. Erudito, epigrafista, archeologo e biblista insigne, scrisse tutte le sue opere in latino, nel rispetto dei canoni stilistici ciceroniani, trattando argomenti di antiquaria, di filologia e di agiografia e cogliendo occasione per le sue voluminose opere dalle circostanze più svariate. Dedicò tutta la sua lunga vita agli studi (per i quali rinunciò alla nomina a vescovo di Lanciano e a cardinale), senza tuttavia trascurare gli uffici sacerdotali e stabilendo buoni rapporti con gli esponenti del mondo politico ed ecclesiastico e con i più famosi dotti italiani ed europei del tempo. Membro di prestigiose accademie storico-archeologiche, fu enfaticamente proclamato da Ch. Lebeau, segretario perpetuo della Academie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi,

TOTIUS EUROPAE LITTERARIAE MIRACULUM.

Le opere di A.S.Mazzocchi sono circa venti, tra cui l'Anfiteatro Campano (1727), la Dedica sub ascia (1739), il Calendario Marmoreo (1744-55), la Cattedrale di Napoli (1751), i Vescovi di Napoli (1753), le Tavole di Eraclea (1754-55), gli Atti bolognesi di S.Gennaro (1759), gli Spicilegi biblici (1762-78), gli Opuscoli (post.1771-1830). Tra queste ultime, risulta una piccola opera, che il dotto canonico fece pubblicare nel 1745 col nome del nipote marchese Filippo Mazzocchi, presidente del S.R.C., dal titolo In causa Hilari fide constituti actorum recensio, allo scopo di rintuzzare le critiche infondate e velenose sull'interpretazione di una, in verità, non molto significativa epigrafe, mosse dal collega sacerdote ed erudito Luigi Sabbatini; nelle note, l'alto magistrato rivela equilibrio e solida dottrina giuridica e letteraria. G.M.Galanti osservò che "egli era stato allevato nelle belle lettere; giudice della Vicaria, mostrò uno spirito retto nell'arte del giudicare; si trovava in lui un tesoro di buon senso: il foro non aveva corrotto il suo cuore".

La fama di Mazzocchi, diffondendosi in Italia e in Europa, illustrò il Regno delle Due Sicilie, in particolare nel tempo in cui re Carlo di Borbone, il marchese B.Tanucci e il card. G.Spinelli, con la loro politica illuminata ed il loro mecenatismo, assicurarono a Napoli un periodo di indiscusso primato in campo culturale ed artistico. Le sue monumentali opere, dense di dottrina ebraica, greco-romana e cristiana, ricevettero il plauso di eminenti studiosi contemporanei, quali L.a. Muratori, Ch.Lebeau, J.J. Winckelmann, con i quali ebbe relazioni più o meno fitte e cordiali.

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Tra le varie opere pubblicate dall'autore del presente articolo, ne ricordiamo una dedicata al nostro personaggio: A.S.Mazzocchi (2001). Per ulteriori approfondimenti, vedasi la pagina pubblicata su Wikipedia.