Nasce a Teramo, il 23 marzo 1827, figlio del Conte di Longano, Gregorio De
Filippis e di Marina Delfico; muore a Montesilvano il 10 gennaio
1907. Patriota e massone.
Già nel 1848, col fratello Troiano,
è uno degli animatori della lotta risorgimentale nel Teramano. Quando si
abbatte la repressione, sfugge all'arresto riparando in Francia; rientra in
Abruzzo nel 1860.
In
particolare, anche su mandato di Troiano, è il principale referente di Pietro
Marrelli, da Teramo, per i preparativi e l'organizzazione della Campagna
nell'Agro Romano del 1867.
Essendo stato Venerabile della Massoneria, per un certo
periodo, al suo funerale, celebrato a Teramo, c'è un breve saluto dell'Avvocato
Francesco Di Girolamo, per conto della Loggia teramana. Un breve suo profilo
viene tracciato dall'assessore comunale, Dott. Vincenzo Guerrieri Crocetti, il
quale lo dipinge come uomo appartenente alla «vittoriosa legione eroica di
forti abruzzesi»; e ne dà l'idea di chi ha fatto «tutto per la grandezza
della Patria [...] per adempiere il vaticinio degl'invincibili apostoli della
rinascenza italiana». Conclude il suo discorso promettendo di rivolgersi con «religioso
rispetto» e «venerazione filiale» alla tomba che conserverà «gli avanzi di
un forte e gentile cavaliere abruzzese, di cui oggi stretti in profondo
cordoglio, lagrimiamo la morte».
Mente equilibrata e versatile, pronta alla percezione,
animo alto e generoso ‑ audace nel periglio, indomito alla rea sorte;
[...] Filippo Delfico rappresentava veramente la gloriosa leggenda del cavaliere
abruzzese, magnanimo ed operoso.
Certo, i tempi burrascosi della nostra epica rivoluzione
gli vietarono di perfezionare i pregi della mente, laddove a noi resterà sacro
e perenne tesoro di virtù cittadine, la memoria del suo nobile carattere fermo
in mezzo alla depravazione e fiacchezza universale. Carattere austero,
adamantino, che trovò in Giuseppe Mazzini l'amoroso maestro ed in Giovanni
Bovio il fratello prediletto e caro. [...] Gli avvenimenti che segnarono il suo
apparire sul mondo politico, diranno delle sue lotte civili, traverso alle quali
risplendé il suo grande amore per la libertà e per la patria, alla quale diede
i primi palpiti ed i fremiti potenti della pensosa giovinezza* .
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Imponente è la manifestazione che accompagna quest'uomo,
«incarnazione perfetta di patriottismo e di libero pensiero», nel suo ultimo
viaggio.
* cfr Le funebri onoranze a Filippo De Filippis Delfico, in
«L'Italia Centrale», 16 - 17 gennaio 1907, p. 3.
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