De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Biografia di Gianfilippo Delfico

di Niccola Palma

(Per le notizie biografiche di Niccola Palma cfr. Nicolino Farina, in Gente d’Abruzzo – Dizionario biografico, Castelli (Te), Andromeda Editrice, 2006, vol. 7, pp. 267-271)

Allorchè i Fortis, i Bertola, i Torcia, i Codronchi e gli altri dotti viaggiatori sul declinare del passato secolo XVIII. visitavano Teramo, rimanevano sorpresi dallo stato di coltura, in cui vi rinvenivano le scienze e le lettere. È fama che reduce l'ultimo dagli Apruzzi in Napoli, e dal Re Ferdinando interrogato cosa in queste provincie avesse osservato, rispondesse di aver trovata Chieti ricca, Aquila bella, Teramo dotta: e si vuole che il primo ministro Acton chiamasse Teramo l'Atene del Regno. Qualora di fatti ci ricorderemo delle già copiose librerie, delle tre collezioni numismatiche, raccoglieremo sotto un solo punto di vista gli uomini illustri sparsi nei diversi paragrafi della presente biografia, appartenuti all'indicato tempo, e ad essi aggiungeremo parecchi altri quì non compresi per non aver eglino curato di rendere di pubblica ragione veruna testimonianza del loro sapere, segnatamente Giuseppantonio Pompetti valoroso poeta e giureconsulto dottissimo, defonto in età di 80. anni a' 6. Aprile 1807: e D. Giacinto Tullj arcidiacono Aprutino, che a' 20. Marzo 1815. consumò la vita di 73. anni nel leggere e ruminare; saremo convinti essere stato allora che le scienze e le lettere comparvero fra noi nel massimo splendore.

Sembra che abbia ad ascriversi la primiera cagione di ciò alla saggia risoluzione del sig. Berardo Delfico d'inviare i suoi tre figli Giambernardino, Gianfilippo e Melchiorre (6) a compiere gli studj in Napoli, sotto la vigilanza di D. Mosè Monti di Torricella lor primo istitutore; poichè ripatriando tutti e tre ricchi di cognizioni, divennero incoraggiamento e stimolo a' concittadini. Ecco come lo straniero misterioso filosofo, di cui si fe' cenno nel cap. XCVII. sotto il finto nome di Ambrogio Fiorini (7) nel 1794. descrisse i progressi delle lettere e delle scienze in Teramo nell'opuscolo intitolato Notizie spettanti all'elogio di Giovanfilippo Delfico, senza indicazione del luogo della stampa: «Dapprima si eccitarono gli animi colla Poesia, indi si destò un affetto più esteso per le belle Lettere, poscia per la Storia, per l'Antiquaria, per la Musica, per lo Disegno, e per tutto ciò che ordinariamente comprendesi sotto i nomi di buon senso e di buon gusto... Finalmente colà omai non mancano nè chiari Psicologi e Giuristi, nè valenti Chimici e Matematici, nè Politici ben noti a tutta l'Europa. E quasi tutto ciò da loro si è ottenuto vicendevolmente rinfrancandosi, soccorrendosi, prestando libri, non di rado supplendo con incredibili fatiche al difetto di maestri, e sempre mai proponendosi il sapere per unico premio al sapere».

Gianfilippo, nato in Teramo nel dì 10. Gennajo 1743. avrebbe potuto percorrere lo stadio delle cariche e degli onori, anche per l'estensione de' suoi lumi in giurisprudenza: fermo però nel proposito di menar vita privata, compiuto appena il corso degli studj, fe' dalla capitale ritorno alla patria. Quindi a lui il sedicente Fiorini applicò quei versi di Orazio: Virtus repulsae nescia sordidae - Intaminatis fulget honoribus - Nec sumit, aut ponit secures - Arbitrio popularis aurae (A). Tuttavia le cognizioni di giurisprudenza non andarono nel Delfico perdute, tenendolo cittadini e contadini come magistrato di pace ed arbitro nei litigi. «Con quella sua gravità, dolcezza e pazienza sembrava nato per isvolgere le loro quistioni... Possedeva la grand'arte di dar loro il torto in guisa che si arrendessero, e di dare la ragione senza che inferocissero». In tal modo ei rendevasi utile alle famiglie; mentre quanti beni pubblici avesse nella città nostra promossi, si vide già in più luoghi del cap. XCVI: ove pur si accennò di essere stato Gianfilippo trascelto presidente della società, oggi appellata economica, eretta nel 1789. Da quell'epoca voltosi esclusivamente alle scienze, scrisse ben molto per adempiere al suo incarico: un sodo discorso nella solenne apertura della novella società, un prospetto degli oggetti, cui essa dovea dirigere le attenzioni, l'agricoltura cioè, le arti ed il commercio: ed altrettante memorie quante furono le tornate. Ci duole che la stampa abbia conservata soltanto la Memoria per la conservazione e riproduzione de' boschi nella Provincia di Teramo letta nell'adunanza di Agosto 1792. nè sarebbesi conservata, se il Comi non l'avesse inserita nel vol. 6. art. 1. del giornale scientifico. Niun altro monumento del valor suo a noi rimane, tranne le Riflessioni sulle tavole di Eraclea, comprese dal marchese Grimaldi negli annali del Regno (to. 3. epo. I.). Ivi costui lo dichiarò molto versato negli studj profondi della scienza economica, ch'egli sa condire con belle ed eleganti cognizioni dell'erudizione antica e moderna: elogio breve ma di peso, come quello che uscì dalla penna di un Grimaldi. Avverte il nominato Fiorini che Gianfilippo avea scritto intorno agli Stucchi, o sia alla servitù del pascolo, giudicata intoppo ai progressi dell'agricoltura: ma che poscia si era determinato ad animar più tosto «il suo minor fratello Melchiorre onde trattasse il soggetto medesimo, ed indagasse que' nuovi lumi e quelle nuove ragioni che poi questi à prodotte per lo vero bene del Pubblico e del Regnante, e che dalla sovrana sapienza sono state sì graziosamente accolte». Prosiegue a narrare che nel 1791. avea Gianfilippo dato grave tracollo alle affievolite sue forze, visitando le montagne, affine di trattare con conoscenze sicure il mentovato argomento concernente i boschi: che in Settembre 1792. il bisogno di riposo lo indusse a rivedere per pochi dì il casino di Montesilvano: ma che quivi colto da morbo, incontanente si rimise in viaggio, e sbattuto da replicate sincopi potè giungere a pena in Notaresco, ove morte il rapì nel dì 21. dello stesso mese. «Il suo temperamento era quello dei grandi ingegni, cioè il colerico: la corporatura era scarna, la statura giusta, l'andamento dritto, nobile e disinvolto, la carnagione delicata, la faccia lunga, bianco-pallida, offesa ma non difformata dal vajuolo, gli occhi azzurri ed ampia la fronte. Serio di aspetto e melanconico anzi che no, pur fra gli amici senza correre, come altri suole, all'opposto estremo, riusciva ad uopo e tempo amenissimo e gioviale. Non era un di coloro che si arrogano il dritto di dare il tuono alle conversazioni: non cercava nè sfuggiva i rincontri di dotto trattenimento: e senza vaghezza di essere nè primo nè ultimo a parlare, sosteneva mirabilmente il suo carattere, del pari scostandosi e da quelli che affettano saccenterìa e da quelli che peccano di troppo spirito... Soleva dire che si dee fare il bene a chi ne vuole, ed a chi non ne vuole» (8).

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(6) Cfr. C. Campana, Un periodo di storia di Teramo etc., cit., pp. 189‑206, delle quali le pp. 201‑202 sono per il nostro Gianfilippo.

(7) Era lo pseudonimo di Francesco Pradowski.

(A) La virtù che non conosce sordida ripulsa splende di incontaminati onori né assume o depone i fasci ad arbitrio del favor popolare.

(8) Sull'attività svolta dagli intellettuali della famiglia Delfico nell'ambito del riformismo e più in generale del governo borbonico cfr. G. De Lucia, Alcuni aspetti dell'opera dei fratelli Delfico nella provincia di Teramo, in «Abruzzo» a. VII (1969), p. 117 e sgg.; e nel già citato V. Clemente, Città e provincia di Teramo nei primi anni di N. Palma: «la rinascenza teramana», articolo ricco di fonti e riferimenti bibliografici.  

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Biografia tratta da: Niccola Palma, Storia della città e Diocesi di Teramo, vol.V, pp. 246-249, ricerche a cura di Fausto Eugeni. Il personaggio trovasi nominato in varii modi: Gianfilippo, Giovan Filippo, Giov.Filippo, Gio.Filippo, Gio:Filippo. Le date di nascita e morte  (*10.01.1743 +21.09.1792) indicate dall'autore N. Palma non coincidono con quelle provenienti dai documenti del Fondo Delfico (*17.01.1743 +21.09.1793)