De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Cavour nelle caricature di Melchiorre De Filippis Delfico

Omaggio in 35 tavole allo statista piemontese e ad un maestro della satira dell’Ottocento

dedicato dall’Associazione teramana "Il Poliorama" nel 150° dell’Unità d’Italia

di Anna Fusaro

In "Il Centro" quotidiano dell’Abruzzo, 22 giugno 2011

 

Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia l’associazione teramana «Il Poliorama» fa un omaggio a Camillo Benso di Cavour attraverso il tributo a un altro illustre personaggio, Melchiorre De Filippis Delfico, poeta, pittore, musicista e soprattutto caricaturista, nato a Teramo nel 1825 e morto a Portici nel 1895. Melchiorre De Filippis Delfico era esponente della prima famiglia del patriziato teramano, i conti Delfico, in cui spiccava il nome del prozio da cui prese il nome, quel Melchiorre Delfico (1744-1835) filosofo e giurista illuminista legato alla Repubblica Partenopea.

«Il Poliorama» e il suo presidente Siriano Cordoni già tre anni fa dedicarono una ristampa alle caricature di De Filippis Delfico sempre con il contributo della studiosa Maria Paola Fabiocchi. In quell’occasione furono pubblicati i disegni che l’intellettuale teramano, considerato un maestro della satira dell’Ottocento, pubblicò sul foglio satirico napoletano «Arlecchino – Giornale caos di tutti i colori» ritraendo Giuseppe Garibaldi. Ecco ora «Cavour nelle caricature di Dèlfico», ricca di 35 tavole e documentati saggi degli studiosi Maria Pia Critelli e Mario Bottoni, entrambi in forza alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma, e dei cultori di storia locale Maria Paola fabiocchi, Adelmo Marino, Fausto Napolitani. Molte di queste 35 tavole furono anch’esse pubblicate sull’Arlecchino. Spiega Cordoni: «Quando Delfico inizia la sua attività di vignettista collaborando con l’Arlecchino si erano già verificati eventi che stavano cambiando il destino dell’Italia. Garibaldi era entrato a Napoli, c’era stato il plebiscito per l’annessione al futuro Regno d’Italia».

Uno dei protagonisti di questi eventi fu Cavour, molto-rappresentato nelle immagini di quel periodo, soprattutto nelle illustrazioni, anche satiriche, che comparivano sui periodici. Come altri disegnatori, Melchiorre De Filippis Delfico rappresentò Cavour a volte con spirito di ammirazione verso la statista che aveva contribuito alla nascita dell’Italia, a volte con lo scetticismo di chi guardava con occhio critico la politica antimeridionalista del conte piemontese. De Filippis Delfico ritrae spesso Cavour insieme a Garibaldi, l’uomo politico e astuto tessitore di strategie diplomatiche e l’eroico combattente. In una vignetta ironicamente li raffigura uniti in matrimonio dall’Italia turrita tra lo stupore di lazzaroni e codini. Ma l’eroe Garibaldi per Melchiorre De Filippis Delfico resta un mito intoccabile. I potenti ritratti nelle sue illustrazioni sono invece in modo caricaturale, da Cavour a Napoleone III, da Francesco II di Borbone a Federico Guglielmo di Prussica, dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe al pontefice Pio IX.

Oltre all’Arlecchino, De Filippis Delfico collaborò con altri giornali satirici napoletani, l’Omnibus, l’Arca di Noè, il Pulcinella. Nel loro volume del 1982 «In Vanity Fair» Roy Matthews e Peter Mellini citano Melchiorre De Filippis Delfico come maestro napoletano della caricatura, capace di influenzare i maggiori vignettisti della rivista. A testimonianza di una fama che varcò i confini.

"Il Centro", 22 giugno 2011

"Il Centro", 22 giugno 2011

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Si ringrazia la Direzione del quotidiano "Il Centro" e la Dr.ssa Fusaro per l'autorizzazione a pubblicare l’articolo e le immagini relative all'articolo.