De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Certificato del medico di famiglia sulla malattia

di Troiano de Filippis

Certificato del medico di famiglia Dr. Vincenzo De Rubertis sulla malattia che colpì Troiano de Filippis, padre di Gregorio De Filippis-Delfico

Lettera s.d. (presumibilmente scritta nel 1804)

Ubicazione del manoscritto: -

di Massimo De Filippis Delfico

J M J *

Certifico io qui sottoscritto Dottor Fisico qual medico ordinario della casa dell’Illustre Conte D. Trojano de Filippis, come per essere il detto Conte attaccato da ostruzioni di visceri addominali, che da lungo tempo gravemente l’affliggevano, nella fine di gennaro del 1804 si tenne un consulto col Sig. D. Domenico Cotugno, e in esso si deliberò che per più mesi avesse fatto uso di una massa pillolare composta di rabarbarati, gomme, sali incisivi, saponi ed estratti. Nel corso di tal cura verso la fine di marzo sopraggiunse al medesimo Sig. Conte una piaga alla gola, che in consulto col chirurgo D. Bruno Amantea se gli ordinò per gargarismo l’acqua di Gurgitello e per bevanda sopra la citata massa aggiungesi il siero d’asina. Intanto non veggendosi un evidente profitto da una tal detta cura, in giugno dello stesso anno in consulta col Sig. Tiberio Cammajola, e con D. Gennaro Cava si stimò un campiamento (sic) di aria per cui si mandò in Castellamare, ove praticò detti semicupj di acqua media, e le bevute di essa. Ma dopo un mese di dimora sperimentandosi piuttosto nociva quell’aria si menò al Vomero, ove coll’esercizio di cavalcare, e colla dieta lattea si trattenne un mese circa. Le dette gravi ostruzioni fraditanto sviluppando altri più funesti sintomi si ricondusse in sua casa, e tenutosi un altro consulto con D. Antonio Sementini, e col detto D. Gennaro Cava se li fecero praticare de’ semicupi emollienti e de’ leggieri quotidiani vomitivi; ma veggendosi finalmente riuscire per la gravezza del morbo infruttuosa e inefficace ogni medicina, e aumentandosi tuttavia la ferocia di esso, facendolo cadere in una grande debolezza, sospeso ogni altro medicamento, si pose alla dieta di latte di asina fino a prendere oncie trenta circa al giorno di unito con acqua di cannella, e con altri ajuti cardiali, che nulla puranco profittando, e ridotto all’estrema debolezza andò a finire la vita nel dì 18 ottobre del corrente 1804.

Vincenzo De Rubertis        

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* Jesus  Maria  Josephus