Riproduzione fotografica in b/n di
un dipinto dal titolo "Famiglia del conte di Longano" che raffigura
Gregorio e Marina De Filippis Delfico ritratti con i familiari, in
una sala del loro palazzo di Teramo. Il
Dipinto (olio su tela), fu eseguito
da Troiano De Filippis-Delfico (1), tra l'estate e l'inverno del
1843, e comunque entro il mese di gennaio del 1844 (2). Quadro
descritto come "di notevoli dimensioni". Ultima ubicazione
conosciuta: "Teramo, Palazzo Delfico, ottobre 1934". La proprietà
era all'epoca di Marino De Filippis-Delfico (forse congiuntamente al
fratello Luciano e al cugino Fausto). La sua attuale ubicazione è
ignota.
Marina, figlia unica (la
sorella, Caterina, morì prematuramente) di Orazio Delfico
(1767-1842) e di Diomira Mucciarelli (1779 ca-1844), sposò nel 1820
il nobile napoletano Gregorio De Filippis, conte di Longano, che
volle legare al proprio cognome quello dei Delfico per impedirne
l'estinzione. Dalla loro unione nacquero nove figli che
moltiplicarono la discendenza.
Dopo molte ricerche, grazie
all'albero genealogico redatto da Massimo De Filippis Delfico che ha
ripreso ed ampliato un già esistente studio genealogico sulla
famiglia Delfico eseguito da Donatella Striglioni Ne' Tori, grazie
anche alle acute osservazioni di Renata Ronchi e al contributo
fondamentale delle colleghe dell'Archivio di Stato di Teramo che
hanno recuperato una cospicua serie di informazioni, abbiamo
identificato quasi tutti i personaggi che appaiono in questo
bellissimo gruppo di famiglia.
La recente scoperta di una
testimonianza dello storico sanmarinese Francesco Balsimelli, che
nel 1934 vide il dipinto ed ebbe direttamente da Marino De
Filippis-Delfico preziose informazioni al riguardo, siamo venuti a
conoscenza del nome del vero autore e di altri importanti dati che
qui riferiamo.
In prima fila, da
sinistra:
1) Melchiorre,
1825-1895, (parzialmente in ombra) seduto al pianoforte; fu cantante
lirico, compositore e disegnatore caricaturista di fama
internazionale; sposò la napoletana Concetta Sposito;
2) Seduta, con il
gomito poggiato sul pianoforte: probabilmente Diomira Mucciarelli
(1779 ca - 1844), moglie di Orazio Delfico e madre di Marina; la
somiglianza tra le due donne e la posizione di riguardo occupata
dall'anziana nel gruppo sono elementi che depongono a favore di
questa ipotesi; Diomira morì nel gennaio del 1844, all'età di 64anni,
data che è compatibile con la sua presenza nel gruppo raffigurato
nel dipinto
Meno probabile
sembra l'ipotesi che il personaggio in questione sia donna
Checchina, la storica "dama di compagnia" di Melchiorre Delfico:
Francesca Coleto, questo era il suo nome per esteso, dal 1823 era
vissuta per molti anni al servizio del filosofo e dopo la morte di
questi era rimasta in qualche modo alle dipendenze di Gregorio (così
si ricava dal quaderno sopracitato che nel 1842 colloca ancora donna
Checchina tra gli stipendiati della casa) anche se nelle lettere di
famiglia di questo periodo pare risiedesse quasi sempre a Napoli.
3) Michele,
1840-1905, in veste bianca, appoggiato alla madre; di lui sappiamo
che si dilettò di scultura e che ancora giovane si ammalò di mente;
visse a lungo ricoverato in ospedale, a Pesaro prima e a Macerata
poi. Dai registri dei due ospedali si è potuto accertare che del
giovane Michele fu compagno di ricovero il poeta-patriota Ludovico
De Angelis, nativo di Isola del Gran Sasso, che qualche anno prima
di lui era stato internato.
4) Marina,
1801-1867, qui con i due figli più piccoli Michele, al fianco, e
Rosa, in braccio;
5) Rosa,
1843-1930, in braccio alla madre Marina; sposò Giovanni Madonna di
Isola del Gran Sasso;
6) Gregorio,
1801-1847, seduto, con la figlia Margherita sulle ginocchia;
scrittore, agronomo e uomo politico. Fu presidente della Società
economica e del Consiglio Provinciale di Teramo;
7) Margherita,
1835-1910, seduta sulle ginocchia del padre; sposò il nobile
aquilano Michele Jacobucci;
8) Lodovico,
1833-1866, in abito scuro, di lui si conservano disegni ed esercizi
di calligrafia; nell'agosto del 1860 trasferì il suo domicilio da
Teramo a Montesilvano;
9) Bernardino,
1823-1870, in piedi con i pantaloni chiari; fu pittore di un certa
notorietà; a lui sono attribuiti gli affreschi di palazzo Delfico e
del Refettorio di S. Agostino a Teramo, nonché il telone del locale
Teatro Comunale (3); eseguì anche gli affreschi nelle lunette della
chiesa dell'Annunziata a Mosciano Sant'Angelo; a lui è dedicata una
specifica "voce" sul dizionario dei pittori del Comanducci. Sposò
Michelina Martinetti di Chieti.
In seconda fila
da sinistra:
10) Filippo,
1827-1907, ritratto dietro il pianoforte; patriota e combattente per
l'Unità d'Italia. Visse per diversi anni in esilio a Nizza dove fu
iniziato alla Massoneria. Al suo ritorno in patria fondò a Teramo la
Loggia "Melchiorre Dèlfico";
11) Problematica è
l'identificazione del personaggio, si direbbe un anziano, qui
ritratto con la mano appoggiata sulla spalla di Aurora: non siamo a
conoscenza di parenti che a quella data vivessero in famiglia; si
potrebbe pensare a uno degli istitutori "anziani" di casa Delfico, e
in questo caso, più probabilmente, a Giovanni Palombieri o Camillo Bruschelli; va segnalato che nel già citato quaderno dei
conti di Gregorio, relativo all'anno 1842, si citano tra gli
stipendiati anche un Mezucelli, forse Berardo?, e un Ginaldi, forse
Achille?. I due facevano forse parte del gruppo di insegnanti che si
occupavano dell'educazione dei giovani De Filippis-Delfico;
12) Aurora,
1829-1895, in piedi alle spalle della madre; si distinse per il
forte temperamento, condivise con i fratelli la fede nell'Italia
unita e sposò il patriota teramano Ambrogio Rossi;
13) Troiano,
1821-1908, autore del dipinto; lo vediamo sulla destra, riflesso
nello specchio mentre lavora al cavalletto; fu patriota, comandante
della Guardia nazionale di Teramo e senatore del Regno, sposò Bianca
Casamarte Treccia di Campotino.
Per la datazione del
dipinto il riferimento è alla piccola Rosa, ritratta in braccio alla
madre, che sappiamo nata il 2 maggio del 1843; la bambina mostra
un'età valutabile tra i sei e i dieci mesi: il quadro dunque deve
datarsi tra la fine del 1843 e l'inizio del 1844.
Sulla parete di
fondo, come si può notare, sono collocati due ritratti: in quello di
destra si riconosce Melchiorre (che era morto nel 1835):
probabilmente è lo stesso ritratto oggi conservato dagli eredi ed
esposto nella mostra del 1985. Per il ritratto di sinistra, poco
leggibile, che sembra raffigurare un personaggio in abiti
rinascimentali, si potrebbe pensare, sulla base delle parole di
Balsimelli [che scrive: "alla parete i ritratti di Melchiorre e
Orazio Delfico"], più che all'ultimo, al primo Orazio (1510-1587),
uno dei principali artefici della fortuna economica dei Delfico, al
quale si deve anche l'acquisto del palazzo cinquecentesco di
famiglia.
È appena il caso qui
di segnalare che nel sopracitato libro dei conti di Gregorio (1842,
arch. delf. b.26, f. 572) si registra l'acquisto di "due campane di
cristallo", una delle quali potrebbe essere quella che si scorge al
centro del dipinto, il cui contenuto però non è dato di decifrare.
La
riproduzione fotografica, conservata presso la Biblioteca Melchiorre
Delfico di Teramo, reca una fascetta battuta a macchina, con il
titolo "Famiglia del conte di Longano". La riproduzione fu eseguita
in epoca imprecisata, comunque prima del 1961 quando, debitamente
incorniciata, la foto fu esposta, al centro di un pannello dal
titolo "Casa Delfico", nella mostra dedicata in quell'anno al
Risorgimento in provincia di Teramo. Autore della riproduzione
fotografica potrebbe essere l'avv. Muzio Muzii, allora direttore
della Biblioteca Delfico, che molti documenti e immagini raccolse e
riprodusse in vista delle celebrazioni relative al I centenario
dell'Unità d'Italia. Non è da escludere però che la foto sia più
antica e che sia stata eseguita nel 1939-1940, al tempo della
consegna alla Biblioteca Delfico dei libri e delle carte di
famiglia.
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