De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Epistolario

Melchiorre De Filippis Delfico

Melchiorre De Filippis-Delfico alla madre Marina.

Lettera datata Napoli, 6 maggio 1857

Ubicazione del manoscritto: Archivio privato

A cura di Lina Ranalli

Napoli 6 maggio 1857.

 

Carissima Mammà

Con il solito piacere apprendo   dalla vostra carissima in data dei 2. del corrente mese le buone nuove di tutta la famiglia, mentre di me posso assicurarvi lo stesso godendo perfetta salute. Sento che vi siete ritirati dalla campagna a causa del cattivo tempo, anche qui abbiamo dei pessimi tempi, e spesso tira un vento molto freddo, tanto che sin'ora non ò cambiato gli abiti d'inverno.

O' ricevuto la polizza di ducati  cinquanta che mi avete inviata, e vi assicuro che ve ne sono gratissimo. E maggiormente perché sò pur troppo quante obbligazioni avete a soddisfare. Per questa volta vi prego di scusarmi se ò ardito annoiarvi, promettendovi in avvenire di essere più economico, e meno seccante. Di nuovo vi manifesto la mia gratitudine ed i miei sinceri ringraziamenti.

Domenica prossima si andrà in iscena col D. Pasquale. Intanto vi fò sapere che il re di Baviera  (1) che dovea partire da questa Capitale il giorno nove, appositamente si trattiene il dieci, per ascoltare la nostra rappresentazione. Speriamo che vadi bene. Io per avere una toletta fresca, ò dovuto farmi tutto nuovo incominciando dalle scarpe; ed è meno male per me perché mi resta. Ma zio Giovannino deve fare una spesa che sarà perduta. Siccome lui fa  D. Pasquale deve vestirsi alla moda antica, e questo non sarebbe nulla. Si deve tutto imbottire, per sembrare grasso; per cui da mattina a sera, stà attorniato da parrucchieri, sartori, scarpari, e da un chimico, perché quest'ultimo deve farlo comparir grasso, senza opprimerlo di peso; e si è pensato ad un imbottitura gonfiata a vento.

Vi assicuro che c'è molto da ridere. Nei concerti che facciamo in tutte le sere siamo onorati dalla presenza di S. A. il Conte di Siracusa (2), il quale si diverte ad assistere ai nostri concerti. Venerdì è riposo, sabato mattina è concerto generale, e domenica la sera è la prima rappresentazione. Iddio ce la mandi buona. Io ci ò diversi pezzi di musica cioè un duetto con D. Pasquale, un'aria, un pezzo concertato, una romanza, ed un duettino col Soprano.

La mia parte è la meno fatigata delle altre, per cui posso dirvi che benissimo la sò tutta a memoria. L'orchestra è quasi tutta quella di S. Carlo; per cui non si può mettere in dubbio la buona esecuzione di questa. Vi scriverò in ventura dopo del concerto generale, e non mancherò di darvene i ragguagli.

Finisco intanto pregandovi dei miei soliti saluti a tutti di casa, mentre con rispetto vi bacio la mano, e mi ripeto.

 

Il Vostro Aff.mo Figlio

Melchiorre

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Pag. 2

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(1) Ritarda la partenza  per visitare gli scavi di Pompei. R. De Cesare, La Fine ... op. cit., pag. 61-62 (vol. II°).

(2) Fratello del Re " (...), Don Leopoldo,(...) , protettore di artisti ed artista egli stesso,(...)".. R. De Cesare, La Fine ... op. cit., pag. 210

Un ringraziamento particolare al Dott. Tommaso Santoro per aver messo a disposizione il documento originale.