Napoli
6 maggio 1857.
Carissima Mammà
Con il solito piacere apprendo dalla vostra carissima in data dei
2. del corrente mese le buone nuove di tutta la famiglia, mentre di me
posso assicurarvi lo stesso godendo perfetta salute. Sento che vi siete
ritirati dalla campagna a causa del cattivo tempo, anche qui abbiamo dei
pessimi tempi, e spesso tira un vento molto freddo, tanto che sin'ora
non ò cambiato gli abiti d'inverno.
O' ricevuto la polizza di ducati cinquanta che mi avete inviata, e
vi assicuro che ve ne sono gratissimo. E maggiormente perché sò pur
troppo quante obbligazioni avete a soddisfare. Per questa volta vi prego
di scusarmi se ò ardito annoiarvi, promettendovi in avvenire di essere
più economico, e meno seccante. Di nuovo vi manifesto la mia gratitudine
ed i miei sinceri ringraziamenti.
Domenica prossima si andrà in iscena col D. Pasquale. Intanto vi fò
sapere che il re di Baviera (1) che dovea partire da questa
Capitale il giorno nove, appositamente si trattiene il dieci, per
ascoltare la nostra rappresentazione. Speriamo che vadi bene. Io per
avere una toletta fresca, ò dovuto farmi tutto nuovo incominciando dalle
scarpe; ed è meno male per me perché mi resta. Ma zio Giovannino deve
fare una spesa che sarà perduta. Siccome lui fa D. Pasquale deve
vestirsi alla moda antica, e questo non sarebbe nulla. Si deve tutto
imbottire, per sembrare grasso; per cui da mattina a sera, stà
attorniato da parrucchieri, sartori, scarpari, e da un chimico, perché
quest'ultimo deve farlo comparir grasso, senza opprimerlo di peso; e si
è pensato ad un imbottitura gonfiata a vento.
Vi assicuro che c'è molto da ridere. Nei concerti che facciamo in
tutte le sere siamo onorati dalla presenza di S. A. il Conte di Siracusa
(2), il quale si diverte ad assistere ai nostri concerti. Venerdì è
riposo, sabato mattina è concerto generale, e domenica la sera è la
prima rappresentazione. Iddio ce la mandi buona. Io ci ò diversi pezzi
di musica cioè un duetto con D. Pasquale, un'aria, un pezzo concertato,
una romanza, ed un duettino col Soprano.
La mia parte è la meno fatigata delle altre, per cui posso dirvi che
benissimo la sò tutta a memoria. L'orchestra è quasi tutta quella di S.
Carlo; per cui non si può mettere in dubbio la buona esecuzione di
questa. Vi scriverò in ventura dopo del concerto generale, e non
mancherò di darvene i ragguagli.
Finisco intanto pregandovi dei miei soliti saluti a tutti di casa,
mentre con rispetto vi bacio la mano, e mi ripeto.
Il Vostro Aff.mo Figlio
Melchiorre |