Napoli 10 gennaio 1857
Carissima Mammŕ
Finalmente avanti ieri mi č giunta la robba, che voi sapete. Questa
era arrivata in Napoli il giorno 22 del passato mese, e stava depositata
in un magazzino a Porta Capuana. Intanto, io non ň avuto alcun avviso
onde ritirare detta robba, nč la persona che la teneva in consegna,
sapeva a chi doveva portarla; come rileverete dall'annessa lettera.
Immaginatevi, che stando detta robba, per lo spazio dippiů di sedici
giorni, chiusa e mal custodita, in che stato mi č giunta.
I salami credo che sono inservibili, i gallinacci, invece di cinque,
due, il vino, l'ň mandato subito a D. Pasqualino, ma non so se si č
mantenuto, le ulive sono buone, e l'olio credo anche che non abbia
patito. I gallinacci li ň dati a zio Giovannino; per gli altri, mi
direte voi ciň che debbo dirgli. I salami li ň fatti pulire e spandere
all'aria, ma se a me sembra che non sono buoni, ne farň di meno di
mandarli. Le ulive e la mostarda le ň ripartite. L'olio lo ripartirň a
seconda della vostra nota. Per la portatura ai facchini ň pagato carlini
sette. Pregovi intanto di prendere dal nostro agente, come č andata
questa faccenda.
Sento con piacere la continuazione delle vostre buone nuove, e quelle
di tutta la famiglia, mentre di me posso dirvi lo stesso godendo buona
salute. O' piacere pure che abbiate ricevute lettere di Troiano e
Filippo, e che vi danno le loro buone nuove. Per Margherita vi dico che
fate male di stare in pensiero, mentre se il clima dell'Aquila č rigido,
certamente non gli manca il fuoco, ne gli mancheranno tutti i comodi
della vita. Dunque a me pare che non dovreste averne pena.
Per ora vi sconsiglio a domandare la grazia pei fratelli, son sicuro
che non si potrebbe ottenere nulla.
Finisco intanto pregandovi dei miei saluti a tutti di casa, mentre
con il solito rispetto baciandovi la mano, mi ripeto.
Il Vostro Aff. mo Figlio
Melchiorre |