De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Epistolario

Gregorio De Filippis Delfico alla moglie Marina

Lettera datata Bologna, 14 agosto 1826

Ubicazione del manoscritto: Archivio di Stato di Teramo, Fondo Delfico, b. 12, f. 153, n. 3

A cura di Luciana D'Annunzio

Trascrizione

Bologna 14 agosto 1826

 

Cara Marina,

 

Son vari giorni che qui è un caldo opprimente, questa è veramente una brutta circostanza per ogni forestiero, ma per me lo è tanto dippiù: procuro, girando, evitare le ore del maggior sole, e con questa prudenza e con l'uso di frequenti rinfreschi vado innanzi, tutto osservando quanto può essere d'istruzione e di piacere. Il santo Giubileo ha comandato anche quì delle processioni, e cedendo luogo a questo spettacolo què teatrali della sera sono stati interrotti per una settimana, ed è stata giusto la mia. Quasi tutti i Signori Bolognesi sono presentemente in campagna, poiché usano di passarvi l'està, come noi l'ottobre; quindi si manca ancora di serotini società, né se ne trovano in tutto il paese che due, le quali sono ben squallide e nojose. A dispetto però del caldo, e di queste altre contrarietà ho ben goduto di Bologna, e vado a partirne dopo domani ben contento di tutte le sue cose, ed anche delle poche persone che vi ho conosciuto. A Ravenna non mi tratterrò che due giorni, e spero che la maggior vicinanza del mare possa recare qualche refrigerio all'arsura che ho sofferto. Nessuna tua lettera finora, ed ora vado a perdere la speranza di averne mai più nel resto del viaggio; se però stimi in tempo, potrai scrivermi con la direzione a Macerata, e là potrai inviarmi una mostrina dè tuoi capelli, onde ti possa far lavorare un bel riccione in moda; potrai anche avvisarmi di qualche tuo desiderio e bisogno, o dè figli, o degli altri di famiglia, poiché l'ultima mia stazione sarà alla fiera di Fermo, e potrò forse renderli eseguiti…Ricevo al momento la consolazione quanto meno attesa altrettanto più cara, di rivedere i tuoi caratteri, con la data dè 4 agosto: tutto ciò ch'essi mi han detto non ha potuto che recarmi piacere; solo avrei voluto sentirti men vessata dà tuoi soliti incommoducci, i quali tengo quasi per cero che or siano prodotti da gravidanza; e con questo pensiero meno ne soffro. Ti raccomando però sempre il moto, che in qualunque circostanza della tua macchina non può essere che giovevole. Ai cari figli ti prego dispensare i miei cordiali abbracci; ed a tutti di famiglia i rispettosi ed amorevoli miei saluti.

Amami intanto, ed abbracciami col cuore come fa spesso il tuo  

 

Aff. mo  Gregorio