Pubblichiamo alcune note storiche su "Il
Giornale d'Italia", tratte dal sito:
http://ibc.regione.emilia-romagna. It/soprintendenza/grafe/giornale.htm
Fortemente
caldeggiato da Sidney Sonnino ed espressione del liberalismo monarchico
del primo Novecento, "Il Giornale d'Italia" uscì con il
primo numero la sera del 16 novembre 1901. Al persicetano Alberto
Bergamini (cui tra l'altro si attribuisce il merito di aver dato vita
alla "terza pagina"), allora giovane giornalista, fu affidata
la direzione del nuovo giornale. Per ventidue anni il Bergamini, in
qualità di direttore ed amministratore, seppe assicurare alla testata
un prestigio indiscusso, non solo a livello nazionale, ed una
larghissima diffusione nel centro-sud, dove si pubblicavano particolari
edizioni. Nel 1923 Bergamini lasciò definitivamente la direzione del
quotidiano, proprio nel momento in cui sempre più palesemente si
esigeva l'asservimento del giornale alla dittatura fascista. Il
declino de "Il Giornale d'Italia", pur con alti e bassi,
proseguì nel secondo dopoguerra (periodo durante il quale continuò a
distinguersi quale voce dei gruppi più conservatori e reazionari), fino
alla crisi economica che investì il settore dell'editoria italiana
alla metà degli anni Settanta. Il gruppo Monti, ultimo proprietario del
giornale, ne decise la chiusura con il numero del 24 luglio 1976.
Dopo la
cessazione del quotidiano, la raccolta completa de "Il Giornale d'Italia",
con l'archivio redazionale ed amministrativo, furono trasferiti dalla
sede romana di Palazzo Sciarra in quella bolognese de "il Resto del
Carlino", altra testata di proprietà del gruppo Monti. In seguito
ad un atto di donazione alla Biblioteca comunale "G.C. Croce"
(7 settembre 1980) il materiale non amministrativo fu definitivamente
trasferito a San Giovanni in Persiceto.
Un primo intervento di riordino, volto a compiere una ricognizione del
materiale - anche per individuarne lo stato di censervazione - fu
condotto nel 1989. Successivi interventi hanno avuto come fine il
riordino, esattamente nel 1990, della collezione dei quotidiani,
pressoché integralmente rilegati; il riordino della sezione più
recente dell'archivio (nel 1993); la ricomposizione dei cataloghi
coevi, preziosi strumenti di accesso alla parte più antica dell'archivio
(nel 1994). Allo stato attuale del riordino non sono stati trovati
documenti del primo ventennio di vita del quotidiano. L'archivio
redazionale de "Il Giornale d'Italia" si presenta come una
vera e propria enciclopedia privata del quotidiano: è costituito
essenzialmente da migliaia di fotografie, ritagli di giornali, appunti
manoscritti e dattiloscritti, promemoria predisposti in dossier con
diverse modalità e chiavi d'accesso per il reperimento immediato
delle notizie da utilizzarsi per la redazione degli articoli. Si tratta
di materiale che permette la ricerca e la ricostruzione minuziosa di
tutti gli avvenimenti che si sono verificati in oltre cinquant'anni di
storia italiana. Un recupero della memoria storica attraverso la lettura
distaccata delle tante e diverse vicende culturali, politiche,
economiche, sociali in ambito nazionale, internazionale ma anche locale. |