L’Illuminismo teramano è legato al nome di Melchiorre Delfico
(1744-1935) storico, economista, esule a S. Marino con il nome di Carlo
Cauti. Il nipote Orazio, figlio del fratello Giamberardino, Studia a
Pavia ed è indirizzato dal grande zio, a suoi «fraterni» amici. Tra i
professori vi è anche un grande matematico, il massone Lorenzo
Mascheroni, che provò il fondamentale teorema asserente che:
Ogni problema risolubile con squadra e compasso è risolubile anche
con il solo compasso.
Orazio rientra a Teramo portando la cultura del Nord, probabilmente
anche delle Logge. Con lui la famiglia Delfico si estingue, ma la sua
unica figlia, Marina Delfico, sposando il Conte di Longano, Gregorio De
Filippis Delfico, rifonda la dinastia e dei suoi sei figli, tre hanno
avvenire importante e notevole. Trojano, il Conte di Longano che nasce
nel 1821, deputato, massone, è onnipresente nella amministrazione della
Teramo pre e post unitaria. Muore nel 1908, l’anno della scissione della
Massoneria italiana nei due rami tuttora esistenti. Il secondo figlio,
Melchiorre, nasce nel 1825 si trasferisce a Napoli, ove si occupa di
disegni umoristici, è un grande e disegna per la rivista Punch.
Il terzo è Filippo. Egli nasce a Teramo il 23 marzo 1827 e, cresciuto in
una atmosfera illuminista e carbonara, partecipa, con il fratello
Trojano, ai disordini del 1848. Nel 1851 son condannati dalla Gran Corte
Criminale. Filippo va a Marsiglia e Trojano a Patrasso. Di questo
periodo, datato 1852, è il suo diploma rilasciato dalla Loggia «Les
Frères unis regenere» di Marsiglia. Tra le tante, una firma ci appare
chiara: Liborio Romano. Chi era? Liborio, leccese, nasce nel 1798 e
muore nel 1867. Era in esilio a Marsiglia. Dopo aver studiato a Napoli
era divenuto a soli 21 anni professore di diritto civile e commerciale
all’Università, ma dopo i moti del ’20 era dovuto fuggire in Francia.
Esisteva la Massoneria a Teramo in quel tempo? Nel 1813, come appare sul
Bacci, a Teramo esisteva la Loggia «I Figli del Gran Sasso d’Italia», e
ad Aquila vi era la Loggia «Amici della virtù». Il Bacci riporta
l’elenco delle Logge del 1813, ritrovate nella corte del Barone Orazio
de Attelis, che nel 1820 fu uno degli estensori degli Statuti generali
del Rito Scozzese.
Con la caduta di Napoleone cadono molte Logge, anche le nostre? Non lo
sappiamo al momento. Melchiorre Delfico nel 1813 faceva parte di questa
loggia teramana? Questo è un grande mistero. Gli studiosi del Delfico
assicurano che non ci sono prove di appartenenza di Melchiorre, ma solo
un enorme numero di indizi.
Andiamo avanti nel tempo, siamo ora nel 1860. Melchiorre Delfico, il
vecchio, è morto 25 anni prima e il pronipote Filippo rientra in Italia,
fonda «La Fratellanza Artigiana» e assume la Presidenza della Società di
Mutuo Soccorso. Vi sono molti indizi che i vertici della Fratellanza e
quelli della Loggia coincidessero. Ma vi era una Loggia nel 1860? E’ ora
o più avanti che nasce la Loggia intestata a Melchiorre Delfico? Occorre
scavare nei meandri per scoprire questo punto. Si dice che proprio
Filippo fondasse la Loggia con il nome dell’avo, rifondando quella
attivissima Loggia che operò fino al 1925. Nella Fratellanza Artigiana
esordisce Francesco Di Girolamo. Nato a Corropoli in Provincia di
Teramo, nel 1855, avvocato, massone, delfino di Filippo è presto
Presidente dell’Ordine degli Avvocati. E’ in modo documentato Venerabile
della Delfico dal 1916 alla soppressione del 1925, anche se
probabilmente era il Venerabile fin dal 1887. Egli è portavoce
documentato della Massoneria teramana per i moltissimi interventi
pubblici, comizi e necrologi in nome della Massoneria. Alcuni di questi
saranno pubblicati prossimamente. Filippo muore ottantenne, a
Montesilvano il 10 gennaio 1907, alla vigilia della scissione tra il
gruppo di Saverio Fera, oggi, Obbedienza di Piazza del Gesù di Palazzo
Vitelleschi e il gruppo del grande Oriente di Palazzo Giustiniani.
Solenni funerali a Teramo, come abbiamo appreso dalle cronache dei
quotidiani.
Manifesti del Comune, della Massoneria e della Fratellanza Artigiana.
Dietro al carro il figlio Fausto Delfico e il fratello Conte Trojano.
Attorno al carro ai cordoni della bara i suoi amici «fraterni»: il
venerabile Francesco Di Girolamo, il Prof. Gennaro Della Monica famoso
pittore e caposcuola, il Cav. Albi capostipite di avvocati e
amministratori, il Sindaco Berardo Cerulli, il maggiore Guadagni, l’on.
Carlo De Michetti. Erano fratelli tutti e sei? Questo non possiamo
documentarlo. Dietro il feretro la corona della Massoneria ed alla sosta
i tre discorsi del Sindaco Cerulli per il Comune, del Venerabile Di
Girolamo per la Massoneria e del Presidente Mosca per la Fratellanza
Artigiana. E’ dell’ultimo periodo forse una foto di Filippo conservata
nella Biblioteca Provinciale di Teramo. Magro con barba che prelude ai
nostri sessantottisti, capelli un pò irsuti; nel complesso una immagine
molto simpatica.
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"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994 |
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"Officinae",
anno VI, n. 2, giugno 1994, pag. 34
Il diploma
massonico di Filippo De Filippis Delfico, conservato
nella
Biblioteca Provinciale "Melchiorre Delfico" di Teramo |
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"Officinae", anno VI,
n. 2, giugno 1994, pag. 34 |
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Il diploma massonico di Filippo De
Filippis Delfico |
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