De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Il diploma massonico di Filippo De Filippis Delfico

di Franco Eugeni e Giovanni Ippoliti

In "Officinae", trimestrale internazionale di attualità, storia e cultura esoterica, anno VI, n. 2, giugno 1994

L’Illuminismo teramano è legato al nome di Melchiorre Delfico (1744-1935) storico, economista, esule a S. Marino con il nome di Carlo Cauti. Il nipote Orazio, figlio del fratello Giamberardino, Studia a Pavia ed è indirizzato dal grande zio, a suoi «fraterni» amici. Tra i professori vi è anche un grande matematico, il massone Lorenzo Mascheroni, che provò il fondamentale teorema asserente che:

Ogni problema risolubile con squadra e compasso è risolubile anche con il solo compasso.

Orazio rientra a Teramo portando la cultura del Nord, probabilmente anche delle Logge. Con lui la famiglia Delfico si estingue, ma la sua unica figlia, Marina Delfico, sposando il Conte di Longano, Gregorio De Filippis Delfico, rifonda la dinastia e dei suoi sei figli, tre hanno avvenire importante e notevole. Trojano, il Conte di Longano che nasce nel 1821, deputato, massone, è onnipresente nella amministrazione della Teramo pre e post unitaria. Muore nel 1908, l’anno della scissione della Massoneria italiana nei due rami tuttora esistenti. Il secondo figlio, Melchiorre, nasce nel 1825 si trasferisce a Napoli, ove si occupa di disegni umoristici, è un grande e disegna per la rivista Punch.

Il terzo è Filippo. Egli nasce a Teramo il 23 marzo 1827 e, cresciuto in una atmosfera illuminista e carbonara, partecipa, con il fratello Trojano, ai disordini del 1848. Nel 1851 son condannati dalla Gran Corte Criminale. Filippo va a Marsiglia e Trojano a Patrasso. Di questo periodo, datato 1852, è il suo diploma rilasciato dalla Loggia «Les Frères unis regenere» di Marsiglia. Tra le tante, una firma ci appare chiara: Liborio Romano. Chi era? Liborio, leccese, nasce nel 1798 e muore nel 1867. Era in esilio a Marsiglia. Dopo aver studiato a Napoli era divenuto a soli 21 anni professore di diritto civile e commerciale all’Università, ma dopo i moti del ’20 era dovuto fuggire in Francia.

Esisteva la Massoneria a Teramo in quel tempo? Nel 1813, come appare sul Bacci, a Teramo esisteva la Loggia «I Figli del Gran Sasso d’Italia», e ad Aquila vi era la Loggia «Amici della virtù». Il Bacci riporta l’elenco delle Logge del 1813, ritrovate nella corte del Barone Orazio de Attelis, che nel 1820 fu uno degli estensori degli Statuti generali del Rito Scozzese.

Con la caduta di Napoleone cadono molte Logge, anche le nostre? Non lo sappiamo al momento. Melchiorre Delfico nel 1813 faceva parte di questa loggia teramana? Questo è un grande mistero. Gli studiosi del Delfico assicurano che non ci sono prove di appartenenza di Melchiorre, ma solo un enorme numero di indizi.

Andiamo avanti nel tempo, siamo ora nel 1860. Melchiorre Delfico, il vecchio, è morto 25 anni prima e il pronipote Filippo rientra in Italia, fonda «La Fratellanza Artigiana» e assume la Presidenza della Società di Mutuo Soccorso. Vi sono molti indizi che i vertici della Fratellanza e quelli della Loggia coincidessero. Ma vi era una Loggia nel 1860? E’ ora o più avanti che nasce la Loggia intestata a Melchiorre Delfico? Occorre scavare nei meandri per scoprire questo punto. Si dice che proprio Filippo fondasse la Loggia con il nome dell’avo, rifondando quella attivissima Loggia che operò fino al 1925. Nella Fratellanza Artigiana esordisce Francesco Di Girolamo. Nato a Corropoli in Provincia di Teramo, nel 1855, avvocato, massone, delfino di Filippo è presto Presidente dell’Ordine degli Avvocati. E’ in modo documentato Venerabile della Delfico dal 1916 alla soppressione del 1925, anche se probabilmente era il Venerabile fin dal 1887. Egli è portavoce documentato della Massoneria teramana per i moltissimi interventi pubblici, comizi e necrologi in nome della Massoneria. Alcuni di questi saranno pubblicati prossimamente. Filippo muore ottantenne, a Montesilvano il 10 gennaio 1907, alla vigilia della scissione tra il gruppo di Saverio Fera, oggi, Obbedienza di Piazza del Gesù di Palazzo Vitelleschi e il gruppo del grande Oriente di Palazzo Giustiniani. Solenni funerali a Teramo, come abbiamo appreso dalle cronache dei quotidiani.

Manifesti del Comune, della Massoneria e della Fratellanza Artigiana. Dietro al carro il figlio Fausto Delfico e il fratello Conte Trojano. Attorno al carro ai cordoni della bara i suoi amici «fraterni»: il venerabile Francesco Di Girolamo, il Prof. Gennaro Della Monica famoso pittore e caposcuola, il Cav. Albi capostipite di avvocati e amministratori, il Sindaco Berardo Cerulli, il maggiore Guadagni, l’on. Carlo De Michetti. Erano fratelli tutti e sei? Questo non possiamo documentarlo. Dietro il feretro la corona della Massoneria ed alla sosta i tre discorsi del Sindaco Cerulli per il Comune, del Venerabile Di Girolamo per la Massoneria e del Presidente Mosca per la Fratellanza Artigiana. E’ dell’ultimo periodo forse una foto di Filippo conservata nella Biblioteca Provinciale di Teramo. Magro con barba che prelude ai nostri sessantottisti, capelli un pò irsuti; nel complesso una immagine molto simpatica.

"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994

"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994

"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994, pag. 34

"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994, pag. 34

Il diploma massonico di Filippo De Filippis Delfico, conservato

nella Biblioteca Provinciale "Melchiorre Delfico" di Teramo

"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994, pag. 34
"Officinae", anno VI, n. 2, giugno 1994, pag. 34

Il diploma massonico di Filippo De Filippis Delfico

Il diploma massonico di Filippo De Filippis Delfico

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