De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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La "Melchiorre Dèlfico" nei decenni post unitari.

Appunti per una storia della biblioteca teramana

di Giorgio Palmieri

Saggio pubblicato in "Notizie dalla Delfico" n. 2/1996.

Con questa breve nota si cerca di colmare una delle lacune ancora esistenti nella ricostruzione delle vicende storiche della Biblioteca "Melchiorre Dèlfico" di Teramo (1) soffermandosi sul periodo che intercorre dagli anni immediatamente seguenti la proclamazione dell’Unità nazionale alla fine del secolo diciannovesimo.

Dopo la lunga parentesi della gestione dei Padri Barnabiti (1850-1861), durante la quale la biblioteca fu destinata all’uso esclusivo degli studenti e dei professori del Real Collegio, la "Melchiorre Dèlfico" venne riaperta al pubblico tra la primavera e l’estate del 1862 (2); essa si avvaleva della guida del "venerando e colto" sacerdote Carlo D’Antona Felicepelo, nominato dal novembre 1861 bibliotecario a titolo gratuito, e di un contributo annuo di 425 lire concesso dall’Amministrazione provinciale (3). Fu tuttavia una riapertura provvisoria: cessata l’erogazione del contributo e ritiratosi il D’Antona Felicepelo, la biblioteca venne di nuovo chiusa a soli tre anni dalla riattivazione. Viveva, quindi,un momento delicato quando in conseguenza della legge n. 3036 del 7 luglio 1866, con cui vennero soppressi i beni appartenenti alle corporazioni religiose, fu depositaria di cospicue raccolte provenienti da alcune librerie claustrali della provincia. Nell’archivio della biblioteca sono conservati documenti utili alla individuazione della provenienza e dell’entità delle librerie che confluirono nella "Delfico". Le diverse aggregazioni riguardarono: la rilevante biblioteca dei Padri Cappuccini di Teramo formata da 1902 volumi (la cessione fu portata a termine nel marzo 1869), la libreria dei Frati Minori Osservanti della Madonna delle Grazie fuori Porta reale di Teramo, ricca di 1604 volumi, ceduta nel dicembre 1869; la biblioteca della Casa religiosa dei Passionisti di Isola del Gran Sasso, per la quale si dispone dell’intero inventario dei 317 volumi che la compongono (la cessione fu perfezionata nel marzo 1870); la libreria delle Benedettine di Teramo, con 314 volumi ceduti anch’essi nel marzo 1870 (4). Le quattro aggregazioni riguardarono nel complesso 4.137 volumi di argomento essenzialmente ecclesiastico (5) e incrementarono sensibilmente le raccolte della biblioteca che, nei primi anni ’60, superavano appena i 1.500 volumi (6).

Alla maggiore dotazione libraria avrebbe fatto séguito, entro breve, anche una migliore fruibilità dei fondi. Nel 1868 la "Delfico" continuava ad essere chiusa al pubblico. Del disagio causato alla cittadinanza dall’indisponibilità dell’unica struttura bibliotecaria al’epoca esistente si fece portavoce il sindaco di Teramo Settimio Costantini il quale, in una lettera indirizzata il 3 novembre 1868 al preside del Regio Liceo, scriveva: "Colgo questa occasione… per rinnovare a V. S. l’espressione di un desiderio del Municipio tante volte manifestato, di vedere cioè aperta a pubblico uso la detta biblioteca unica nella città, anzi nell’intera provincia. Credo d’interpretare così non solamente le viste liberali del Governo del Re, che spende tante cure e tanto denaro per propagare la pubblica cultura, vero e sostanziale fondamento della civile grandezza, ma un bisogno altresì pentitissimo da tutta la parte colta dei cittadini e della studiosa gioventù" (7).

Le parole di Costantini confermano che, a mezzo secolo dalla nascita, la "Delfico" era diventata una istituzione di riconosciuta importanza per la vita di Teramo: ad essa non si poteva rinunciare senza pregiudicare le possibilità di crescita culturale e civile della cittadina. La biblioteca fu nuovamente aperta al pubblico il primo maggio 1870, come ricorda un’iscrizione latina del prof. Luigi Vinciguerra(8). L’apertura fu preceduta, e seguita per qualche tempo, da una "campagna" di informazione e sensibilizzazione condotta sulle colonne della "Gazzetta di Teramo". In una serie di articoli ospitati dal settimanale si offrivano notizie sui lavori di ordinamento che si stavano eseguendo in biblioteca e, soprattutto, sui numerosi doni che alla stessa inviavano privati cittadini da Teramo e da diversi centri della provincia (9). Con apertura limitata "alla domenica e al giovedì, da mezzogiorno alle 5"(10) la "Delfico" riprese così la sua funzione pubblica sotto le cure di due docenti del regio Liceo: Giuseppe Pistelli, professore di storia e geografia, e Giuseppe Salamitto, insegnante di filosofia, nominati bibliotecari dal Consiglio del Liceo Ginnasio il 16 ottobre 1869 (11).

Sebbene rimase solo a dirigere la "Delfico" dal 1871 (12), Giuseppe Pistelli riuscì a imprimere alla biblioteca l’impronta della sua fattiva personalità (13). Egli provvide a riordinare le raccolte esistenti; assecondò la volontà del Delfico istituendo un registro dei lettori (14) dal quale sono desumibili i primi dati statistici sulla frequentazione della biblioteca; decise d’intesa con Salamitto (15), di raccogliere insieme tutte le pubblicazioni riguardanti l’Abruzzo creando il "Reparto Abruzzese" che, valorizzato da Luigi Savorini (16) e incrementato negli anni, costituirà il nerbo della biblioteca e il fondo di maggiore prestigio; impiantò una sala di lettura per periodici (17); si fece assegnare dal Comune e dalla Provincia dei fondi da utilizzare per l’acquisto di nuovi libri. Pistelli conservò la guida della "Delfico" dal 1870 al 1876 quando, promosso preside, venne trasferito a Caltanissetta; nel biennio 1874-75 fu coadiuvato da un assistente. I dati relativi alle letture effettuate in biblioteca, lievitate dalle 135 del 1870 alle 1.327 del 1876 (18), confermano quanto è intuibile dall’analisi delle iniziative prese dal Pistelli: sotto la spinta di un capace e solerte bibliotecario la "Melchiorre Dèlfico" svolse una rilevante funzione culturale, riscuotendo consensi in proporzione diretta alla qualità dei servizi resi.

Il buon funzionamento della biblioteca proseguì con il successore del Pistelli, il professor Berardo Mezucelli (19). Questi, bibliotecario dalla fine del 1876 (20) al 1884, avvalendosi dell’assistenza di un suo allievo. Filippo Martegiani, garantì una regolare apertura alla "Delfico" (21) frequentata in quel periodo da un discreto numero di utenti, come si evince dalle letture che si attestarono intorno al migliaio l’anno, con una punta di 1.334 nel 1880 (22). Mezucelli favorì il razionale incremento delle raccolte, realizzando una ponderata politica di acquisti grazie ai contributi elargiti per alcuni anni dal Governo e dall’Amministrazione provinciale (23). Si tratta complessivamente di poche centinaia di volumi (24), ma la compresenza tra essi di classici, testi giuridici, manuali, dizionari, atlanti, lavori scientifici, opere di storia e di filosofia, pubblicazioni di autori abruzzesi, riviste (in particolare, l’"Archivio Storico per le Province Napoletane") testimoniano dell’attenzione prestata dal bibliotecario alle esigenze di un’utenza più vasta e differenziata di quella esclusivamente scolastica, cui la biblioteca era principalmente rivolta. Alla metà degli anni ’80 la "Delfico" poteva ormai contare su una dotazione libraria di circa 6.000 volumi, compresi i 4.137 delle librerie claustrali. Se ne ha conferma sia dalle fonti a stampa disponibili (25), sia da un Catalogo generale del 1882, manoscritto, rinvenuto nell’archivio della biblioteca. In realtà, i volumi qui registrati, suddivisi per materia, sono solo 1.698 in quanto in calce alla sezione Letteratura e storia ecclesiastica è apposta la seguente nota: "Questa biblioteca, essendo stata formata in gran parte dalle Biblioteche delle soppresse corporazioni religiose, ridonda di libri ecclesiastici, che conferiscono al numero dei volumi, ma non approdano minimamente alla cultura generale. Il bibliotecario B. Mezucelli" (26).

La volontà di dare alla "Delfico" dimensioni e funzioni diverse, emancipandola dal "condizionamento" delle librerie claustrali, costituisce il filo conduttore della Relazione pubblicata dal Mezucelli nel 1880 in cui esplicite sono le preoccupazioni di "offrire libri di riscontro ad ogni qualità di studi ed opere che per loro costo non si possono acquistare dai privati", e di fare in modo che "con l’acquisto periodico di libri la sua vita [della biblioteca] non si cristallizzi" (27). Salutata con soddisfazione dalla stampa locale (28), la Relazione presenta anche altri spunti di interesse. Nella parte iniziale dell’opuscolo Mezucelli espone minuziosamente i risultati relativi alle letture effettuate in biblioteca dal dicembre 1876 al luglio 1877 fornendo, nel contempo, utili chiavi interpretative della composizione dell’utenza e delle preferenze da essa espresse. Nella seconda parte della Relazione, invece ricostruisce per la prima volta le vicende della "Delfico" dall’istituzione del Real Collegio ai suoi giorni, sottolineando come troppo spesso la biblioteca avesse disatteso alla funzione pubblica cui era stata originariamente destinata da Melchiorre Delfico (29). Nelle pagine conclusive dello scritto, infine, è meritevole di particolare attenzione il desiderio, manifestato dal Mezucelli, "di compilare una bibliografia degli scrittori della nostra Provincia" (30), desiderio che troverà incompiuta realizzazione qualche anno più tardi in un embrione di Catalogo delle opere di scrittori abruzzesi esistenti nella Biblioteca del R. Liceo di Teramo apparso, a cura dello stesso Mezucelli, sulla "Rivista Abruzzese" (31).

Con le direzioni Pistelli e Mezucelli, per circa un quindicennio – dal 1870 alla metà degli anni ottanta – la "Melchiorre Dèlfico" si propose costantemente come qualificato punto di riferimento nella vita culturale della città. In quegli anni la biblioteca, oltre a garantire un servizio regolare ed efficiente ad un’utenza scolastica abbastanza numerosa, aveva mosso i passi iniziali verso il superamento della dimensione esclusivamente "liceale" a favore di una più impegnativa e gratificante funzione pubblica. Questi primi traguardi, tuttavia, erano stati conseguiti non per interessamento e opera degli enti che a vario titolo dovevano considerarsi, se non "proprietari", almeno "gestori" della biblioteca – il R. Liceo Ginnasio. L’Amministrazione provinciale, l’Amministrazione comunale – ma per le iniziative individuali, la spinta propulsiva, le energie profuse dai singoli bibliotecari (32).

La crisi in cui piombò la "Delfico" dopo l’abbandono dell’incarico da parte del Mezucelli ne è evidente conferma. Per il periodo 1884-1890 non si conosce il nome del bibliotecario incaricato (33): la biblioteca rimase a lungo chiusa al pubblico "esterno" al liceo; lo stato di conservazione delle sue raccolte peggiorò rapidamente fino a raggiungere il "deplorevole disordine" lamentato da Vincenzo Bindi alla fine degli anni’80 (34). Ulteriori testimonianze delle difficoltà in cui versava la "Delfico" all’epoca sono rinvenibili in alcuni articoli pubblicati da Francesco Danesi sul locale "Corriere Abruzzese". In essi vengono lucidamente evidenziati i limiti della biblioteca – la saltuaria apertura al pubblico (35), l’inadeguatezza delle raccolte (36), la mancanza di un loro razionale ordinamento (37), l’insufficienza dei sussidi stanziati (38) – ma, soprattutto, si sottolinea la funzione pubblica cui avrebbe dovuto assolvere la "Delfico". Scrive Danesi: "Quindi sia stando alla donazione del Delfico, sia avuto riguardo alle somme ripetutamente erogatesi dalla Provincia e dal Comune dal 1840 in poi, sia per l’aggregazione delle biblioteche claustrali, non può porsi in dubbio il carattere e lo scopo della nostra Biblioteca – giovare non solo agli studenti e professori del Liceo, ma anche ai cittadini della Provincia di Teramo" (39). Invece, in quegli anni la "Delfico" non era ancora in grado di far fronte al proprio compito: nel decennio 1890-1900, bibliotecari Scipione e Tonelli, il totale delle letture registrate ammonta a cifre irrisorie (40). Neanche doni (41) e menzioni (42) mutarono le condizioni della biblioteca che nello scorcio dell’Ottocento continuò a vivere una fase di mesta decadenza (43). Le cose cambiarono radicalmente solo nei primi anni del Novecento grazie alla passione civile, alla tenace volontà, alla professionalità e alle eccezionali capacità di lavoro di Luigi Savorini, il bibliotecario al quale è da ascrivere il duplice merito di essere riuscito ad imprimere una accelerazione rapida e costante allo sviluppo della "Melchiorre Dèlfico" e di aver saputo provocare quel "salto di qualità" che era stato inutilmente tentato nel secolo precedente.

Giuseppe Pistelli, bibliotecario della "Melchiorre Dèlfico" dal 1870 al 1876

Giuseppe Pistelli, bibliotecario della "Melchiorre Dèlfico" dal 1870 al 1876

Luigi Savorini e una sala della "Delfico" negli anni '30 in una fotografia di Domenico Nardini

Luigi Savorini e una sala della "Delfico" negli anni '30 in una fotografia di Domenico Nardini

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(1) Tra i più recenti contributi volti alla ricostruzione delle vicende della biblioteca si ricordano il documentato saggio in cui Giovanni Di Giannatale analizza i primi decenni di vita della "Melchiorre Dèlfico" (Giovanni DI GIANNATALE, Note storiche sulla biblioteca del Real Collegio di Teramo (1826-1862), "Notizie dalla Delfico", 1/1990, p. 4-18) e lo studio, condotto da chi scrive, contenente il bilancio della lunga (1903-1937) e felice direzione di Luigi Savorini (Giorgio PALMERI, Luigi Savorini e la "Melchiorre Dèlfico", "Notizie dalla Delfico", 3/1987, p. 3-9).

(2) La notizia dell’apertura al pubblico della biblioteca l’8 aprile 1862, tramandata da Berardo MEZUCELLI, Istruzione secondaria dal 1750 al 1860, nel II volume della Monografia della Provincia di Teramo, Teramo, Giovanni Fabbri Editore, 1896, p. 212 e ripresa da Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico" di Teramo dal 1826 al 1908, Teramo, Stab. Tip. Dell’Italia Centrale, 1909, p. 11, appare infondata a Giovanni Di Giannatale al quale, sulla scorta della documentazione rinvenuta, sostiene che "si può supporre come probabile [per la riapertura al pubblico] il periodo compreso tra la seconda metà di giugno e luglio 1862" Giovanni DI GIANNATALE, Note storiche sulla biblioteca, cit., p. 8.

(3) Si confronti Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 11-12.

(4) Archivio Biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cartella "Librerie claustrali".

(5) "Dalle biblioteche claustrali, com’era naturale, ci è venuto ciò che l’indole di quelle corporazioni e la qualità de’ loro studii potevano darci: copia grande e non di spregevole di libri teologici ed ecclesiastici; ma indarno vi cerchereste ciò che possa rappresentare il moto irrequieto e irrefrenato del pensiero umano negli ultimi tre secoli", Berardo MEZUCELLI, La Biblioteca di Teramo. Relazione, Teramo, Scalpelli, [1880], p. 13.

(6) Si veda in proposito Giovanni DI GIANNATALE, Note storiche sulla biblioteca, cit., p. 5.

(7) La lettera è riportata da Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., alle pp. 12-13. E’ interessante notare come nel prosieguo della stessa, per avvalorare la richiesta di apertura al pubblico. Costantini faccia esplicito riferimento alla originaria donazione di Melchiorre Delfico sottolineando lo spirito alla quale essa fu improntata: "Oltre a ciò V. S. non può ignorare che l’origine della nostra biblioteca si debba ripetere da un lascito dell’illustre Melchiorre Delfico, da cui s’intitola l’istituto, e che dotando la sua terra natale di questa utilissima istituzione, poneva per espressa condizione che la biblioteca da lui donata fosse aperta al pubblico: né sembra conveniente di tradire più oltre, con detrimento degli studi, la volontà del generoso testatore".

(8) Il testo dell’iscrizione di Luigi Vinciguerra, docente di letteratura latina al Regio Liceo, è riportato da Luigi SAVORINI a p. 15 del citato opuscolo L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico" con il corredo di alcune note esplicative (p. 15-17).

(9) Trafiletti relativi alla biblioteca "Delfico" sono presenti nei fascicoli della "Gazzetta di Teramo" apparsi il 30 gennaio; il 20 febbraio; il 6, il 13 e il 20 marzo; il 1°, l’8, il 15 e il 22 maggio; il 10 luglio; il 25 settembre del 1870.

(10) "Gazzetta di Teramo", 1° maggio 1870. Sul numero successivo, pubblicato l’8 maggio, si specifica: "Nei giorni 1° e 5 maggio [la biblioteca] è stata frequentata da 16 lettori".

(11) Si confronti Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico",cit., p. 13. Notizie della nomina dei due professori a bibliotecari della "Delfico" sono rinvenibili anche in una lettera di Giuseppe Salamitto pubblicata su "La Provincia" del 20 giugno 1880.

(12) Si confronti lo specchio relativo ai bibliotecari succedutisi alla guida della "Delfico" dal 1870 al 1908 proposto da Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 20-21.

(13) Per un profilo di Giuseppe Pistelli (Viareggio, 1829-1906) si veda Luigi SAVORINI, Un amico d’oltretomba, "Cronaca della Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo", n. 26, 15 dicembre 1911, p. 132-139. Il Savorini ne evidenzia le qualità umane e professionali, ma soprattutto la dedizione alla biblioteca alla quale egli dedicò il tempo libero dall’insegnamento. "Questo lavoro m’occupò tutte le vacanze, delle quali dal ’69 in seguito non ho più fruito", ebbe a scrivere il Pistelli in una nota riportata da Savorini.

(14) Tra le condizioni, "o piuttosto cautele", apposte dal Delfico alla donazione troviamo: "Che non sia permesso ad alcuno il prendere da sé i libri nelle scanzie, ma ricevuti che l’avranno, debbono notarli in un foglio che si terrà a tal uopo, nel quale col nome del prenditore sarà notata la giornata, e tali fogli dopo riempiti si dovranno conservare in filza". Si veda la lettera indirizzata da Melchiorre Delfico, il 2 aprile 1826, al Rettore e al Vice Rettore del Real Convitto, riprodotta da Berardo MEZUCELLI, Istruzione secondaria dal 1750 al 1860, nel II volume della Monografia della Provincia di Teramo, cit., p. 207-211.

(15) "Fu ottimo pensiero dei proff. Pistelli e Salamitto do destinare uno scaffale solo per le opere degli scrittori del nostro Abruzzo", Berardo MEZUCELLI, La Biblioteca di Teramo, cit., p. 13.

(16) Si confronti Giorgio PALMIERI, Luigi Savorini e la "Melchiorre Dèlfico" cit., p. 4-5.

(17) La sala ebbe breve esistenza, dal 7 aprile al 22 novembre 1876, in quanto non sopravvisse al trasferimento del suo ideatore. Frequentata da trentatre soci ordinari, era dotata prevalentemente di periodici scientifici e letterari.

(18) Si veda Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 20.

(19) Su Berardo Mezucelli (1837-1905), educatore, letterato, filosofo, si vedano Filippo MASCI, Berardo Mezucelli, Discorso commemorativo pronunziato il 22 ottobre 1907 nel Regio Liceo Ginnasiale di Teramo, Teramo, Stab. Tip. Bezzi e Appignani, 1908, e Luigi FIORAVANTI, Berardo Mezucelli nella commemorazione di Filippo Masci, "Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti", a. XXII. f. IV-V, maggio-giugno 1908, p. 234-241.

(20) "Fui chiamato a reggere questa biblioteca nel novembre del 1876", Berardo MEZUCELLI, La Biblioteca di Teramo, cit., p. 3.

(21) In una nota di cronaca riportata da "La Provincia" del 3 dicembre 1876, si legge: "La Biblioteca si è riaperta al pubblico il 1° dicembre. L’orario è il seguente – Domenica e giovedì sarà aperta dalle 8 ant. Alle 12 merid. – Il lunedì e venerdì dalle 5 alle 8 pom. La sala di Lettura è aperta la domenica e il giovedì dalle 8 ant. Alle 12 merid. Gli altri giorni dalle 5 alle 8 p.".

(22) Si confronti Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 20.

(23) "La biblioteca del Liceo Ginnasiale… va ogni anno acquistando nuovi libri con l’assegno di lire 300 della dotazione governativa e con lire 100 assegnatele dall’Amministrazione provinciale", scrive Berardo MEZUCELLI nella nota dedicata alla biblioteca nel volume Il R. Liceo Ginnasiale Melchiorre Delfico negli anni scolastici 1878-79 e 1879-80, Teramo, s.e. 1881, p. 58.

(24) Se ne veda l’elenco completo, relativo agli anni 1879-1882, in Il R. Liceo Ginnasiale Melchiorre Delfico negli anni scolastici 1878-79 e 1879-80, cit., p. 58; Il R. Liceo Ginnasiale Melchiorre Delfico nell’anno scolastico 1880-81, Teramo, s.e., 1882, p. 46; Il R. Liceo Ginnasiale Melchiorre Delfico nell’anno scolastico 1881-82, Teramo, s.e., 1883, p. 64-65.

(25) Berardo MEZUCELLI, in La Biblioteca di Teramo, cit., p. 12, valuta in oltre 5.000 le pubblicazioni possedute dalla biblioteca negli ultimi anni settanta, mentre in Istruzione secondaria dal 1750 al 1860, cit., p. 213 e in Monografia del Convitto Nazionale di Teramo anno 1884, Teramo, s.e., 1884, p. 29, riferisce con maggiore precisione di 5.586 volumi e 103 fascicoli per il 1883.

(26) Archivio Biblioteca "Melchiorre Dèlfico", Cartella "Librerie Claustrali". Di séguito si trascrivono la natura e la consistenza delle sezioni riportate dal Catalogo: Dizionari, 90 voll.; Letteratura latina, 115 voll.; Storia dell’arte, 30.voll.; Archeologia, 37 voll.; Economia, 9 voll.; Rettoriche-Grammatiche, 37 voll.; Storia letteraria, 68 voll.; Letteratura italiana, 300 voll.; Matematica, 22 voll.; Scienze naturali, 101 voll.; Storia, 478 voll.; Letterature straniere, 52 voll.; Geografia, 40 voll.; Filosofia, 124 voll.; Letteratura e storia ecclesiastica, 136 voll.; Patrologia, 35 voll.

(27) Berardo MEZUCELLI, La Biblioteca di Teramo, cit., p. 4 e 14.

(28) "Son poche pagine, ma buone… In esse, una colle più ampie notizie sulla nostra biblioteca, sul nmero degli studiosi, che han tratto a questo caro ritrovo di studii, e delle letture, che ivi hanno più o meno prediletto, troviamo belle e savie considerazioni, quali può farle chi sta passando i suoi anni tra gli studii e l’insegnamento, cui con ogni cura e profitto dei giovani intende", "La Provincia", 20 giugno 1880.

(29) "E’ la nostra biblioteca non arricchita di nuovi libri, non ordinata ad uso pubblico, rimase come una specie di museo da visitare nelle occasioni solenni, e come segno che valesse a mantenere vive la memoria e la gratitudine verso del donatore, ma come testimonianza ancora che non se n’era compresa la mente, e resi inutili gl’intendimenti", Berardo MEZUCELLI, La Biblioteca di Teramo, cit., p. 11.

(30) Ivi, p. 13.

(31) "Rivista Abruzzese di Scienze e Lettere", a. I, f. VIII, ottobre 1886, p. 366-367.

(32) Si veda quanto scrive in proposito, con grande efficacia, Luigi SAVORINI, in L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 23: "Ora, a che cosa assistiamo noi? A questo ben strano fatto: ch dal ’60 in poi essa [la biblioteca] è stata aperta non per volere delle autorità scolastiche superiori, non per opera degli enti amministrativi del capoluogo, ma unicamente per le iniziative individuali dei suoi bibliotecari. Iniziative slegate, saltuarie, senza alcun principio di continuità e perciò del tutto effimere ed inefficaci e risolventisi in un servizio inferiore agli scopi, senza regole e norme stabilite".

(33) E’ ciò che emerge dallo specchietto riepilogativo riportato da Luigi SAVORINI, in., L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit p. 20.

(34) Si confronti La questione della biblioteca "Melchiorre Dèlfico" al Consiglio Provinciale, "Corriere Abruzzese", 3 agosto 1911.

(35) "Una volta alla settimana la nostra Biblioteca è aperta al pubblico e … pochissimi lettori, nella maggior parte studenti, ne [varcano] la soglia", F.[rancesco] DANESI, Le nostre biblioteche, "Corriere Abruzzese", 6 ottobre 1886.

(36) "Che cosa volete si vada a fare in una Biblioteca ove de’ libri di moderni e di scienza non si conosce neppure il nome?", Ibidem.

(37) "E’ vero che il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio riempie ogni anno gli scaffali delle proprie pubblicazioni statistiche; che il senatore Irelli donò gli Atti del Parlamento… ma chi potrebbe giovarsene se trovansi gettati quà e là alla rinfusa, senza alcun ordine?", Ibidem.

(38) "E’ deplorevole poi l’estrema parsimonia della nostra Provincia che non ha nel suo bilancio più di 100 lire disponibili per sì utile istituzione", Ibidem.

(39) F.[rancesco] DANESI, Biblioteca Provinciale o del Liceo?, "Corriere Abruzzese", 16 ottobre 1886. Danesi si interessò ancora alla "Delfico" in articoli apparsi sul "Corriere Abruzzese" il 13 novembre 1886 (La Biblioteca Provinciale) e il 26 ottobre 1887 (La nostra biblioteca).

(40) Le letture effettuate dal 1890 al 1900 risultano essere 3.083, con una media annua che non raggiunge le 300 unità; si confronti in proposito Luigi SAVORINI, L’uso pubblico della biblioteca "Melchiorre Dèlfico", cit., p. 20-21.

(41) In una nota apparsa su "La Provincia" del 19 novembre 1886 si legge: "Il cav. Antonio Casamarte ha regalato alla Biblioteca del liceo-ginnasiale "Melchiorre Dèlfico" parecchie opere di autori abruzzesi, che saranno allogate negli scaffali degli scrittori patri".

(42) Enrico ABBATE, nella Guida al Gran Sasso d’Italia, Roma, Tipografia Ippolito Sciolla, 1888, p. 175, descrivendo la città di Teramo ricorda che "degna di menzione è la Biblioteca del Convitto Nazionale, che si iniziò col dono di una ricca collezione di libri, fatto dal cav. Melchiorre Delfico, e fu poi aumentata con altri doni e acquisti.

(43) Dopo un lungo periodo di indifferenza, un primo segnale di rinnovato interesse nei confronti della biblioteca si può scorgere nell’articolo di Antonio MESSERI, Un libro di seicentismo anticipato nella Biblioteca del R. Liceo di Teramo, pubblicato sulla "Rivista Abruzzese di Scienze Lettere e Arti", a. XIV, f. I, gennaio 1889, p. 30-33. Anche se imperniato sulla presentazione di una cinque centina rinvenuta negli scaffali della biblioteca, esso testimonia come la "Delfico" fosse nuovamente divenuta sede di ricerca per gli studi locali.