Durante i lavori di restauro all’interno della Cattedrale di
Teramo dedicata a S. Maria Assunta e S. Berardo, avvenuti tra il
1931 e il 1935 quando, dal barocco si riportò il tempio al
primitivo stato romanico-gotico, si eseguirono diligenti
ricerche per individuare la tomba gentilizia della famiglia
Delfico.
Era noto che molti ritenessero, pur non avendone certezza, che
la tomba si trovasse nella parte inferiore del Duomo per il
fatto che qui era l’altare di S.Tommaso con lo stemma di
Melchiorre Delfico seniore (Teramo il 21 novembre 1694 - ivi 27
aprile 1744, figlio di Giovan Berardino (III) e Caterina Rozzi),
vescovo di Muro in Basilicata, consistente nel "lauro delfico
sormontato dal cappello cardinalizio" ma, in questo luogo, non
era stata rinvenuta.
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Facciata della
Cattedrale di Teramo |
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Pianta della
Cattedrale di Teramo |
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Furono effettuate allora molteplici indagini presso la
Biblioteca, allora del Real Liceo, intitolata a Melchiorre
Delfico e affidata alle cure meticolose e attente di Luigi
Savorini, dove si rinvenne un prezioso opuscolo scritto da Carlo
Campana nel 1847 in elogio di Gregorio De Filippis Delfico,
Conte di Longano, nel quale si ebbe modo di recuperare
l’importante notizia del luogo ove si trovava la sepoltura della
nobile famiglia. Il Campana scriveva infatti "… la sola San
Marino onorò di un semi-busto la memoria di Melchiorre Delfico,
nome noto alla Europa intera; ma si ignorerà nella Patria ove fu
sepolto il suo frale, se qui non dicasi che la tomba gentilizia
delli Delfici, ove fu riposto, sta defossa nel Duomo dietro
l’altare di Santa Filomena…", altare che come riporta Francesco
Savini nel suo libro Il Duomo di Teramo. Storia e descrizione,
era ubicato nella cappella "in fondo alla nave
dell’Epistola",(vedi pianta della Cattedrale al n. 14).
A seguito di questa indicazione, appositi scavi eseguiti nel
luogo indicato, portarono al ritrovamento della sepoltura e la
Curia Vescovile aprutina ne diede così l’annuncio pubblicato da
"Il Giornale d’Italia" il 24 ottobre 1931: "In seguito a
diligenti ricerche è stata identificata e trovata in discreto
stato di conservazione la tomba gentilizia dei Conti Delfico,
nella quale dal 1740 al 1835 furono inumati i cadaveri della
nobile famiglia. Dal Liber Defunctorum risultano sepolti:
D. Filippo Delfico, 17 aprile 1740; D. Francesca… figlia parvula…
di Bernardi Delphici, Patritii Interamnensis, 14 settembre 1741;
Giovanni Domenico Delfico, Abate Patrizio Interamnense, 14
gennaio 1743; Melchiorre Delfico, vescovo di Muro, 27 aprile
1744; Melchiorre Delfico, 21 giugno 1835 (ultimo della famiglia
ad esservi sepolto a seguito delle nuove leggi sulla costruzione
dei cimiteri lontano dai centri abitati). La tomba è stata
visitata da S.E. Monsignor Vescovo Antonio Micozzi, dai
Canonici, dal Podestà di Teramo on. Savini, dall’on. conte
Marino Delfico e dal marchese Luciano Delfico i quali si
occuperanno della definitiva sistemazione".
L’articolo prosegue inoltre: "Se lo stato di conservazione della
tomba e dei cadaveri lo consentissero, si potrebbe forse anche
giungere alla identificazione della salma di Melchiorre Delfico,
ricordando che nel 1813, all’età di 69 anni, uscendo un giorno
dal Palazzo Reale di Napoli, per non essere investito da una
carrozza che entrava a Palazzo, cadde e riportò una frattura al
collo del femore che gli causò, anche perché curata poco bene,
una zoppia rimastagli per tutta la vita. Tutta la cittadinanza
si compiace del rinvenimento che permetterà di dare degna
sepoltura al grande letterato e patriota teramano".
All’interno del Duomo una piccola epigrafe, apposta nella parete
di destra dell’abside, al lato del coro ligneo, ricorda "Qui
giace Melchiorre Delfico 21.6.1835". |