Copia
Teramo, 27 luglio 1849
Caro figlio = Ricevo la tua seconda lettera scrittami da Corfù in data
dei 17 corrente: essa mi consola per le buone nuove della tua preziosa
salute; ma sono rimasta dispiaciuta nel sentire che sei privo di mie
notizie. Io ti ho scritto varie lettere, e tutte le ho fatte impostare
in Napoli rimettendole a Melchiorre. Io non dubitava che ti giungessero
tanto maggiormente perché vedevo che le tue lettere per quella parte mi
venivano regolarmente. Ora mando questa ad Ancona per mezzo do
Vincenzetta della torri cella che torna colà dopo esserne venuta da poco
tempo in compagnia di Maria Niccola, come puoi immaginarti. Il loro
ritorno mi fu di molta consolazione perché appresi le tue buone e
precise notizie che tanto desiderava. Io ti aveva scritto di ciò, ma
poiché le mie lettere non ti sono giunte, ò voluto ripeterlo. O’ avuto
piacere di trovare una sicura occasione per Ancona; giacché non mi sarà
tanto facile mandare colà le mie lettere, giacché impostandole qua temo
che non siano intercettate. Impostarle in Ascoli, ora non avrò tanto
spesso occasione essendo a pochi giorni morta qui in Teramo Maria detta
la Furora che tu tanto conosci. Per fortuna non abbiamo avuto questo
avvenimento funesto in casa, giacché la sudetta contro solito andiede a
dormire altrove il giorno che si ammalò, e dopo pochi giorni da malattia
cessò di vivere. Ma se non avrò tanto spesso occasione per Ascoli,
procurerò di trovarne, e non mancherò di mandarti mie lettere, onde
fartele pervenire per la via di Ancona raccomandandola a Casticati (?)
che io già conosco per lettera avendomi scritto di te al ritorno di
Maria Nicola, ed avendomi fatto molte esibizioni: Noi tutti stiamo bene,
ma solamente Ludovico soffre una febre (sic) da vari giorni,
questa mattina però stà un poco meglio, e spero che ben presto possa
rimettersi. Questa circostanza ci trattiene dall’andare al casino al
mare per prendere qualche bagno, come avevamo stabilito, ma subito
ristabilito Ludovico vi anderemo. Aurora continua a rimanere in casa, e
forse verrà con noi alla marina, e dopo la stazione dei bagni anderà a
casa dello sposo. Di Filippo ho notizie, ma mi dà pensiero perché mi
scrive di essere stato ammalato: più mi dice che si è dovuto allontanare
da Larino, e non so precisamente dove si trova, giacché per mezzo dei
parenti della moglie gli fo giungere le mie lettere; esso vorrebbe
venire costì a raggiungerti, e mi domanda su ciò un consiglio: io sono
ancora indecisa e ne domanderò parere a qualche persona amica; ma credo
che non farebbe male ad allontanarsi, giacché al momento non vi può
essere molta speranza. Io intanto non sto inoperosa, ne ho scritto a
Napoli a qualche amico, onde vedere se si può ottenere giustizia. Spero
che il nostro Intendente possa anche giovarci, sembrandomi una buona
persona, giacché non so se saprai che De Thomasis fu destituito. Si
parla di grazia nel prossimo sgravo della nostra Regina: Basta staremo a
vedere. Io non mancherò dartene avviso. Stati intanto di buon animo,
giacché la provvidenza Divina non ti abbandonerà, e come ti ha
preservato da tanti pericoli, così farà di non allungare il tuo esilio.
I miei voti sono fervidi ed incessanti.
D: Francescantonio Rossi forse verrà anche a trovarti. Aurora poi
invidia la tua sorte, e verrebbe anche volentieri.
Qui nulla di nuovo. La Città è tranquilla, e la truppa è partita tutta
da molto tempo. Tutti i fratelli, e sorelle ti salutano, mentre io ti
abbraccio col cuore, e con mille benedizioni mi ripeto.
P.S. Non essendo sicura la partenza di Vincenzetta affido alla posta la
presente riserbandomi di scrivere altro se ne avrò occasione suddetta
Tua aff. ma madre
Marina
Al nobil Conte D. Trojano Delfico
Corfù
Per copia conforme Raffaele Iasonno Sos.to |