Napoli 22 luglio 1843
Carissima Mammà
Mi dispiace che nella passata posta restaste priva di mie novelle, ma
posso assicurarvi che io diressi i miei caratteri a voi, e se
l'irregolarità delle poste non han permesso di farvele giungere in
tempo, non avete di che lagnarvi di me; anzi vi dirò che nella mia dè 15
corrente parlava della mia sospensione di mesata che sembrami
impossibile come Papà abbia potuto fare questa cosa; giacchè sono molti
giorni che sto senza poter prendere neppure un grano di caffè, e
specialmente quando vado a pranzo da Zio Giovannino, che la sera non
trovo quella piccola cena a casa, debbo stare a digiuno sino al pranzo
del giorno seguente, continuando questa cosa, sarò ridotto, o a fare un
debito, o pure a vendermi il mio violino; cosa che più facilmente farò
se non mi mandate qualche cosa, ed al più presto possibile; ve ne
supplico.
Un'altra cosa vi dirò ancora, cioè che avendomi associato ad un'opera
di Guerrazzi, ossia l'Assedio di Firenze per passare le ore di ozio a
leggere delle cose dilettevoli ed istruttive, per la detta associazione
dava la metà del mio mensile, ora non lo posso più, e anche per questo
motivo non avrete piacere di farmi fare una cattiva figura per cose d'inezierie.
Sono stato ardito dirvi queste cose, ma a voi solo; dappoichè sapendo
che Papà trovasi a Montesilvano potrete avere questa mia senza sua
saputa, e mandarmi così anche qualche cosetta.
Mi rallegro moltissimo che la vostra salute e quella di tutta la
famiglia va bene, ed altrettanto vi dico di me, mentre con il solito
rispetto baciandovi la mano come fo a Papà ed alla Sig. ra Nonna [supp]lico
Il
Vostro Aff. mo Figlio
Melchiorre
[Indirizzo:]
A S. E.
La Sig. ra Contessa D. Marina de Filippis Delfico
Teramo |