Melchiorre Delfico a S.E. La Sig.ra Cont.sa Chiara Simonetti nu.
Mucciarelli
Da Napoli
ad Ascoli
5 7bre
[i.e. Settembre] 1821
Mia buona
e cara Chiarina –
Non è
nuovo al mio orecchio ed al mio cuore il nome o titolo di affezione col
quale mi trattate, poiché mi ricorda, che me lo accordaste dal primo
momento della nostra conoscenza, ed io me ne consolavo, e ne provava
gratitudine.
Sicchè
dovete chiamarmi sempre così, tanto più che non è una denominazione di
necessità, di uso, o di abuso per parte vostra, ma una espressione
sincera di spontanea affezione, che mi si rende più più cara, perché vi
metta allo stesso grado della vostra ben amata e pregiata sorella. E
poiché al titolo di famiglia aggiungete quello di amica, eccovi
positivamente costituita nello stesso grado, poiché come veri e
principali amici io riguardo e tengo Orazio, Diomira, Marina, Gregorio,
ed anche Trojano. Almeno in augurio e speranza, e così sia.
Quando
ebbi il piacere della vostra compagnia in Teramo, io mi lusingai, di
poterla avere una volta anche qui, ma vedo, che potrebbe comparire un'affettazzione
(da che sono sempre lontano) se ora avessi ripetuto questo desiderio,
ben conoscendo che il sentimento ed il dovere vi sarebbero di ostacolo
insuperabile. Ma come le mie speranze sono nella risoluzione di tornare
a vivere fra i miei più cari, sono sicuro, che voi vorrete essere nel
numero per quanto potrà essere per parte vostra. Conchiudo dunque con
questo dolcissimo appuntamento e dandovi tanti saluti di D. Checchina e
del buon nostro Selvaggi, colla maggiore affezione vi stringo al cuore
come
V. Aff.mo
a.co e zio
M.
Delfico |