19 settembre 1818
Mia Car.ma e gentil.ma Chiarina –
Il mio cuore non può essere immemore con Voi della
promessa, cioè di scrivervi, subito che l'occhio mi avrebbe permesso, di
poter godere questo bene senz'ombra di dispiacere, cioè in perfetto
stato di sanità. Ed eccovi la pruova della mia guarigione, e la sola
notizia che posso darvi di me. Ma io ho avuto le buone nuove vostre dal
bravo Sig. Filippo Natali, il quale mi disse avervi veduta colla vostra
buon'amica, e che gli avevate detto, che vi occupavate di me. Potete ben
immaginare, che non fui insensibile a questo motto, pensando che si
raggirava su l'esservi degnate di dar qualche sguardo a quelle mie
ultime ciarle sul Bello. Se questo può farmi piacere, mi fa pur in parte
sentire il mio torto di non aver scritto in modo, da poter essere più
gradito alle belle; alle quali si devono presentar le idee con più
leggiadria, ed intrecciate di fiori, da poterle più facilmente
allettare. Ma poiché nello scrivere non ho tenuto presente questo
pensiero secondario, voglio lusingarmi che il sentimento di amicizia di
chi legge potrà supplire a questo difetto che non è solo: e poi la
vostra immaginazione felice saprà darvi delle pennellate dove le crederà
convenienti(?). Basta, io ne attendo il vostro giudizio, che sicuramente
mi gioverà. Intanto datemi le vostre nuove e della eccellente Mariuccia
Serjanni, cui direte, che io sono sempre memore della sua cordiale
amicizia. E che non vorrei poi dire all'ottima Sig.a Marianna vostra
Nonna, che vi fa si buona compagnia? Ditele che si mantenga forte, come
cerco far io, ancorchè sia un po sciancato, ed Ella vada per casa come
una vespetta. E poiché sento, che avete pur la compagnia dello zio
Negroni, vi prego salutarlo tanto da mia parte. E voi accettate pur gli
abbracciamenti del
V. aff.mo par.te ed a.co
M. Delfico |