De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Melchiorre Delfico, gli Onofri, San Marino

nei ricordi di un diplomatico americano

di Amy A. Bernardy

Il testo dell'articolo (privo delle note) è della scrittrice Amy A. Bernardy, di cui la Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino possiede il ms. e la stampa comparsa in "Libertas perpetua (Museum)", a. III, n. 2, Aprile-Ottobre 1935

 

Ci sono sei meraviglie in Italia per cui un viaggio vale la pena di esservi fatto. Indovinate? Roma, beninteso; Venezia, è naturale; il Vesuvio, si poteva ben credere; Pesto – qui si comincia a trovar originale, specie pei suoi tempi, il viaggiatore –; Ercolano e Pompei – dato Pesto, si potrebbe dire che il resto ne consegue –. E, finalmente e sopratutto, la Repubblica di S. Marino! "che merita più di ogni altra ed è la meno conosciuta".

Il brav'uomo che esprime così originali e motivati convincimenti merita almeno l'onore di un ricordo in questi giorni in cui tutto ciò che riguarda Melchiorre Delfico affiora più vivacemente alla memoria dei sammarinesi: è George Washington Erving (1), diplomatico americano, che visse dal 1769 al 1850; e viaggiò in Italia dall'ottobre del 1812 al 1813, quindi dovette entro questi brevi limiti di tempo visitare la nostra Repubblica.

Non è vietato credere che ne avesse avuto nozione o dal testo dell'Addison (2) che certo dovette avere risonanza nel mondo colto dei suoi tempi e dei seguenti; o da qualche rapporto di console americano (ricordiamo che sui primi dell'ottocento gli Stati Uniti avevano in Ancona un Consolato che poi fu soppresso); o attraverso relazioni parigine, tanto più che a Parigi si parlò molto, a testimonianza di contemporanei, del messaggio di Berthier, della missione di Monge e della corrispondenza napoleonica del 1797 coi sammarinesi, nonché dei trattati del 1789 e del 1802. (Forse non occorre ricordare che il 5 dicembre di quello stesso anno fu ricevuto da Bonaparte il primo ministro residente di San Marino residente a Parigi, Francesco Apostoli).

Dallo stesso Erving abbiamo notizia di un suo concittadino che si era recato a San Marino una quindicina di anni prima di lui, dunque verso il 1797-1798. Chi era (3)? Tutto questo episiodietto di rapporti sammarinesi americani varrebbe forse la pena di essere studiato un po' più diffusamente, se non altro a titolo di curiosità.

L'americano è accolto a San Marino, con grande cordialità e cortesia, dai fratelli Onofri (4), che gli riescono subito simpatici (5), per il "sincero e profondo affetto" che dimostrano alla Repubblica stellata, da loro considerata "con rispetto e gratitudine, come il grande esemplare e conservatore dei loro puri principii…né ho mai trovato in Europa, nemmeno fra i più intelligenti visitatori degli Stati Uniti, gente che conoscesse così a fondo le nostre istituzioni e i particolari amministrativi della nostra costituzione e dei nostri rapporti con l'estero, sebbene nessuno dei due fosse uscito dai confini della sua repubblichetta, salvo il maggiore che era stato inviato a Milano a complimentare Napoleone in occasione della sua incoronazione a Re d'Italia"…

Qui il visitatore risulta un pò scarso d'informazioni: Antonio Onofri, oltre che a Milano nel 1805, era anche stato a Parigi nel 1802, a preparare la strada per la nomina del Ministro, col noto trattato.

Interessante invece la sua testimonianza circa alla biblioteca Onofri "tra le private, la meglio fornita di libri opuscoli e documenti d'ogni sorta, riguardanti l'America". (Anche questa è un'indicazione che potrebbe essere seguita e approfondita da qualche giovane studioso di buona volontà). Siamo nel periodo delle teorie che seguono l'Enciclopedia e appassionano gli studiosi delle dottrine politiche messe in valore dalla Rivoluzione e in rotta dal Dittatore; e come l'Americano cercava in Europa e trovava a San Marino la conferma alla sua tesi, così forse i Sammarinesi, che pure avevano avuto il trattato di Lodovico Zuccolo (6), cercavano in America "la città" più "felice". Infatti l'Erving stesso ci dice che le ragioni della sua ammirazione per San Marino erano morali e politiche: si compiaceva di aver trovato in San Marino "gli unici e autentici repubblicani d'Europa".

Con l'occasione, Antonio Onofri – Don Antonio, lo chiama l'Erving – offrì all'ospite una lettera di presentazione per Melchiorre Delfico, che era già tornato a Napoli dopo gli anni passati in Repubblica, e da tempo ormai aveva pubblicato il suo opus princeps.

Infatti l'americano andò, ebbe in dono dall'autore le "Memorie storiche", e non solo le lesse e le gustò, ma se ne entusiasmò, "per lo spirito di imparzialità e di filosofia" che ebbe a riscontrarvi, fino al punto da tradurle o farle tradurre in inglese, con animo di pubblicarle, impresa nella quale non consta agli studiosi – per esempio Prezzolini che se ne è occupato – che riuscisse altrimenti.

Dal viaggio a San Marino è rimasto invece, scritto dall'Erving stesso, un  modesto articolo – una dozzina scarsa di pagine fitte – piuttosto pomposamente intitolato: History of the Republic of San Marino, pubblicato nel sesto volume dell'American Quarterly Review dell'anno 1829.

Vi è narrata la visita alla Repubblica e e sono esposte brevemente la storia, la costituzione, le condizioni di popolamento della medesima.

 

                                                                                                                                          A. A. Bernardy

 

E Melchiorre Delfico ahimè, vi si trova a diventare Del Fico…

Diciamo, quanto meno Delfico.                                                             

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(1) Erving, George Washington (1769-1850). Diplomatico americano. Viaggiò in Italia nel 1812-1813. Entusiasta della Repubblica di San Marino e delle sue antiche tradizioni di libertà, la pone come tappa obbligatoria nelle visite del Belpaese. Nella sua History of the Republic of San Marino redige la recensione della storia sammarinese di Melchiorre Delfico.

(2) Addison, Joseph (1672-1719). Saggista, drammaturgo, poeta e padre del giornalismo inglese, coprì diverse cariche pubbliche. Fu in Italia all'inizio del 1700. Addison utilizza i classici latini, attraverso cui rilegge l'Italia del tempo. Il suo testo Remarks on Several Patrs of Italiy divenne una vera e propria guida d'Italia per tutti i viaggiatori inglesi.

(3) Scorrendo le pagine de La Repubblica di San Marino nella storia e nell'arte del giornalista Nevio Mattini leggiamo che a tale quesito tentò di dare risposta Angelo Flavio Guidi, viceconsole di San Marino a New York. In un suo scritto del 1960 egli osserva il primo notevole accenno sulla Repubblica fu pubblicato nel 1806 nella "Monthly Anthology", in cui appare la descrizione di una visita sul Titano, avvenuta fra il 1804 ed il 1805. La descrizione recava il titolo: Lettere originali di un viaggiatore americano ad i suoi amici in questo paese. Doveva perciò trattarsi di un "misterioso" personaggio che precedette di quindici anni l'Erving e che come afferma lo stesso Guidi fu il primo americano, fino ad allora, a salire fino alla sommità del monte Titano.

(4) "…A Rimini ebbi una lettera di presentazione da parte del signor Belmonte (conte Alessandro Belmonte Cima) comandante della capitaneria di porto… Al ornatissimo Sigr. El Signor Antonio Onosri (sic.) Rapresentante de la Repubblica de San Marino" (così scrive l'Erving).

Dalle numerose lettere di Delfico, conservate presso la Biblioteca di Stato, abbiamo notizia di alcuni membri della famiglia Belmonte di Rimini, di cui lo stesso Teramano fu ospite in diverse occasioni.

(5) "…Don Antonio e suo fratello mi ricevettero a braccia aperte. Mi ritrovai con due fratelli, scapoli, di mezza età, in una grande casa di granito, piantata sopra una roccia, a strapiombo, la cui ombra sembrava che si prolungasse sul circostante territorio di Rimini e sul lontano Adriatico…Uomini di lettere, colti ed intelligenti…non ho mai incontrato in Europa…uomini così informati sulle nostre istituzioni.."

 Le informazioni che il testo dell'Erving riporta non sono totalmente rispondenti a quelle estrapolate dalla lettura dalla corrispondenza intercorsa tra Delfico e Giuseppe Mercuri.

In essa Antonio Onofri viene appellato dal Teramano come il chiragroso, l'Onofriaccio. a causa della reticenza nel far avere sue notizie all'amico Delfico.  Inoltre Antonio Onori non era scapolo. Egli era sposato con la signora Teresa dei conti Lettimi di Rimini., alla quale lo stesso Delfico era legato da profonda amicizia. 

(6) Ludovico Zoccolo nato a Faenza nel 1568 fu autore de I dialoghi (1625) opera in cui si parla della Repubblica di San Marino.

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Ricerche a cura di Claudia Malpeli