Anche lunedì passato, dalle ore 20 alla mezzanotte circa, si svolse uno
scelto programma di divertimenti, nei giardini Delfico. La folla accorsa
era molto numerosa, cosa che l’elegante pubblico femminino gremiva quasi
interamente lo spazio riservato dinanzi al teatrino. L’illuminazione era
splendida e l’aspetto dei giardini illuminati e pieni di gente era
superbamente fantastico.
Prima vi fu concerto di banda, la quale, disposta fra i grandi alberi,
eseguì una serie di pezzi, fra i quali quella bellissima fantasia su
mazurka del maestro Costantini.
Poi ebbe principio lo spettacolo in teatro, col Cinematografo
(scene famigliari) in due atti di A.[nna] Vertua Gentile [1850-1926
scrittrice di romanzi rosa]. I personaggi di queste scene furono alcune
graziose e vivaci signorine: e precisamente le signorine Antonietta De
Santis, Graziella Giovannozzi, Maria Paludetti, Iole Recchia, Ermelinda
Gazzera; tutte dirette dall’infaticabile Gammelli.
Seguì la farsa: Una tazza di thè, nella quale tornarono a
distinguersi quei valenti giovinetti che oramai possono dire di essere
esperti del palcoscenico e di avere acquistato quella verve e
quell’affiatamento che tanto li rende simpatici al pubblico che già da
un mese frequenta i giardini. Ugo Catenacci, primo attore giovine,
Raffaele Marini prima attrice in perfetto carattere femminino, Guido
Napoletani il comico esilarantissimo e Aristide di Furia, tutti
indistintamente rappresentarono con diligenza e intelligenza la loro
parte, anche con ottima dizione e movimento scenico. Furono
applauditissimi come sempre. E qui ci piace rivolgere ancora una sentita
e meritata lode all’ottimo prof. Giuseppe D’Alessandro che pone tanta
cura e tanto amore a concertare e a dirigere queste recite.
Per ultimo il Napoletani ottenne il solito clamoroso successo di ilarità
con parecchie delle canzonette più nuove, come: Tre studienti int’o
mercato; Don Ciccillo; E’ cazette nire.
Negli intervalli del trattenimento prestava servizio un concertino della
Cetra. |