De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Note storiche sulla famiglia Amorotti

di Luciana D'Annunzio

La famiglia Amorotti proviene da Notaresco, paese collinare situato nella valle del Vomano in provincia di Teramo, che, di origine romana, passò nel XIV secolo sotto i Duchi d’Acquaviva seguendone le sorti sino alla loro estinzione avvenuta nel 1757. Nel 1806, con la nuova legge amministrativa introdotta dal governo francese, Notaresco costituì uno dei Circondari nei quali venne articolata la provincia teramana.

Il nome della casata Amorotti si evince dalla lettura del Catasto Onciario del comune, formalizzato nel dicembre del 1752, nel quale è riportato il nucleo familiare del "Magnifico" (1) Ciro Amorotti formato da sette persone tra i quali è anche un chierico. Possiede "una casa palaziata, con una stanza [dotata] di bregno (2) e caldara ed anche una terza parte di trappeto da macina". Possiede animali ed estese proprietà terriere anche nel territorio di Guardia Vomano, come si legge nel relativo catasto comunale del 1742 (3). Da alcuni atti di stato civile si viene a conoscenza che dal barone Ciro e dalla moglie Francesca, non è segnato il cognome, nacque Vincenzo (1762?-1827) che sposò Virgilia Devincenzi, figlia di Raffaele e Cristina Michitelli e dal loro matrimonio discesero Luigi (1795-1860), Francesca (1797-1816) e Giuseppe (1809-?).

Luigi seguì gli studi giuridici e fu giudice supplente presso il Giudicato Regio del suo paese, lo si apprende da una "riservata" del 12 dicembre del 1821 avente per oggetto lo "Stato degli impiegati del Circondario di Notaresco soggetti allo scrutinio della Giunta Provinciale di Teramo", diretta all’Intendente e firmata dallo stesso Giudice regio, nella quale si legge, inoltre, che fece parte della Carboneria di Notaresco e che "negli ultimi tempi non era più intervenuto alle sedute perché minacciato di morte" (4) E’ da segnalare che il paese di Notaresco fu luogo di particolare vivacità culturale e sensibilità politica, vi trovarono infatti, terreno fertilissimo, le idee carbonare prima e mazziniane poi. Molti i cittadini che aderirono ai moti patriottici risorgimentali e a tal proposito si ricordano, tra gli altri, Ferdinando Forcella, Innocenzo Sabatini, Ignazio Rozzi, i Mazzoni, i Nardini, i Romualdi, i Devincenzi.

Luigi Amorotti fu socio corrispondente della Società Economica, della quale fu presidente anche Gregorio De Filippis Delfico, istituzione sorta nel 1810 per promuovere e migliorare le tecniche agricole e per incrementare l’industria e il commercio. Nel 1830 la Società gli conferì l’incarico di relazionare, ogni quindici giorni, circa lo stato delle campagne e del raccolto, relazioni poi trasmesse, per il tramite dell’Intendente, al Ministro degli Affari Interni in Napoli.

Il 27 luglio 1796 si unì in matrimonio a Castiglione Messer Raimondo con Francesca Persio o Persii, figlia di Antonio e Maria Giuseppa Sebastiani e dall’unione nacquero Antonio (n-m1822), Giacinto (1823-1877) e Camillo (1825-1834).

Francesca Amorotti, sorella di Luigi, andò sposa il 1° agosto 1816 a Muzio Muzii di Teramo, figlio di Giovanni Battista e di Margherita Marozzi. Il Muzii era discendente dell’antica e importante famiglia teramana nonché dell’illustre storico Muzio Muzii (1535-1602). Nato a Teramo il 14 luglio 1797 studiò a Napoli diplomandosi maestro di disegno, diploma che gli permise di tenere, nella sua città natale, una pubblica e rinomata scuola (5).

Sonetto dedicato a Francesca Amorotti

Sonetto dedicato a Francesca Amorotti

Proprietà della Biblioteca Provinciale "Melchiorre Dèlfico", Teramo

Trascrizione

Offro in pegno d’onor tai versi indotti

All’eccelsa Francesca Amorotti

 Sonetto

 Della tua luce al fulgido chiarore

Che fa della tua patria il ciel sì bello

Spesso, o Francesca, il guardo ammiratore

Spicco da lungi, e mi rischiaro in quello.

 E veggio innanzi ad esso il tenebrore

Tutto sgombrar di questo secol fello,

Chè dove è sì bel sol sempre è fulgore,

Ov’è tal Donna è di letizia ostello.

 E in la tua prole della nostra etade

Quasi rimiro accogliersi la gloria

Pel senno, pel valor, per la beltade.

 Ben è ragion, se t’ave ormai fregiata

Del nome d’una età degna di storia

La patria tua di tant’onor degnata

 

                                                Filippo de Francesco

Unico discendente in linea maschile della famiglia Amorotti è Giacinto, sul quale le notizie sono veramente esigue: di lui si sa che il 6 aprile 1848 sposò Agata Devincenzi dalla quale ebbe Virgilia (1849-?), Domenico (1852-?) e Concetta (1857-1866) e che, nel 1861, venne eletto nel primo consiglio comunale dell’Italia unita, presieduto dal sindaco Giovanni Devincenzi.

Domenico si unì in matrimonio a Notaresco il 13 novembre 1886  con Luisa Taccorini (6), zia per parte della moglie Adele Rossi (discendente da un ramo Rossi dell’Emilia Romagna) di Giuseppe Mario De Filippis Delfico, nipote di Melchiorre caricaturista e musicista.

Luigi  Amorotti nato da Domenico e Luisa Taccorini sposò il 21 settembre 1912 Maria, figlia di Raffaele Baldini Palladini e di Fermina Calvi, benestante famiglia di Loreto Aprutino. La "cronaca rosa" dei giornali dell’epoca quali il «Corriere Abruzzese» ed il «Il Popolo Abruzzese» ne diede particolareggiate notizie a cominciare dalla cerimonia civile, avvenuta il 19 settembre in casa della sposa, a quella religiosa celebrata con molta solennità nella chiesa di S. Pietro Apostolo, dalle toilettes delle signore presenti ai regali ricevuti, dalle musiche delle bande di Loreto e di Pescina ai copiosi dolci e gelati serviti a tutti gli invitati ed ai concittadini. Vennero sottolineati i discorsi tenuti dall’Abate Di Vestea e da Giacomo Acerbo, la presenza dei due grandi artisti, amici del Baldini Palladini, quali Francesco Paolo Michetti (7) e Costantino Barbella (8) e della scrittrice milanese Adele Carnelli per terminare col descrivere la partenza degli sposi per la luna di miele, diretti per alcuni giorni nella villa di Castellamare Adriatico di proprietà Baldini, poi alla volta di Sorrento (9).

Parole ed espressioni di augurio, quale segno di amicizia e partecipazione alla felice circostanza nuziale, vengono edite ed offerte agli sposi anche da Gaetano Panbianco, direttore de «Il Popolo Abruzzese» (10).

Agli sposi Barone Luigi Amorotti e Maria Baldini Palladini

Agli sposi Barone Luigi Amorotti e Maria Baldini Palladini

Proprietà della Biblioteca Provinciale di Pescara, coll. Misc.Ab. I 349

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino

 

Dal matrimonio nacquero a Notaresco, tra il 1913 e il 1921 Emilia, Agata, Domenico, Raffaele e Ada, ma gli interessi economico-finanziari dell’Amorotti si trasferirono lentamente dal paese di origine - dove nel 1946 il palazzo baronale degli Amorotti venne abbattuto per esigenze urbanistiche - a Loreto Aprutino. In questa cittadina, negli ultimi decenni dell’Ottocento, Raffaele Baldini Palladini aveva fatto costruire quel "castelletto", oggi noto come "Castelletto Amorotti"- si dice disegnato proprio dal Michetti, ma la notizia non ha nessun supporto documentario - originale esempio di abilità costruttiva e di versatile rilettura del linguaggio medievale. Ebbene in questo edificio aveva impiantato uno dei primi opifici oleari loretesi e con la bontà dei suoi finissimi oli rese celebre e rinomata la sua Loreto varcando i confini nazionali fin oltre l’Atlantico (ma anche i frantoi dei Casamarte, dei Chiola, dei Ruscitti emergevano nel panorama fieristico internazionale) imponendosi con successo in numerose rassegne olearie.

Cartolina pubblicitaria Raffaele Baldini Palladini

Cartolina pubblicitaria Raffaele Baldini Palladini

Per l’ Esposizione Universale di Parigi del 1889 ebbe anche un designer d’eccezione che aveva progettato le bottiglie per l’olio, il suo amico di sempre e carissimo: Francesco Paolo Michetti.

Ed è nel Castelletto Amorotti, sontuoso quanto singolare palazzo nobiliare, incastonato nella cornice di un borgo medievale, tra i più belli della regione, che il 14 maggio 2008 è stato inaugurato il Museo dell’olio, ospitato negli stessi ambienti dove un tempo si trovava il celebrato e premiato frantoio di Raffaele Baldini Palladini.

Con Domenico e Raffaele Amorotti, deceduti senza aver contratto matrimonio e quindi senza aver lasciato discendenti, si estinse il ramo maschile della famiglia. Dei figli di Luigi Amorotti, solo Emilia (chiamata Mimì) sposerà, a Loreto Aprutino, Gaetano Montani il 31 ottobre 1934.

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino (via laterale)

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino (ingresso)

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino (via laterale e ingresso)

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino

Il Castelletto Amorotti a Loreto Aprutino

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(1) Nei molti atti notarili consultati presso l’Archivio di Stato di Teramo si è avuto modo di notare che il titolo di "Magnifico", oltre ad indicare una superiore dignità della persona titolata rispetto alle altre, era attribuito ai nobili di qualunque Città o Terra, siano state esse infeudate o regie. Usato anche per i medici e per i giureconsulti, non sempre era attribuito in maniera rigorosa ed appropriata, anzi, col passare del tempo, l’uso sempre più "inflazionato" ha portato allo svilimento del titolo sino a determinarne la scomparsa.

(2) Grande vaso di doghe di legno, più largo in cima che in fondo, dove si pigiava l’uva e si lasciava fermentare il mosto. In Statuti del Comune di Teramo del 1440: testo originale ora per la prima volta pubblicato con note e fac-simile da Francesco Savini. Firenze. Tip. di G.. Barbera, 1889.

(3) Gabriele Di Cesare, Notaresco. Appunti di storia moderna e contemporanea, Comune di Notaresco, 1989.

(4) Archivio di Stato di Teramo, Polizia Borbonica, b. 284, f. 5.

(5) Il Muzii si era così distinto nella sua arte che, per interessamento del ministro dell’Interno Giuseppe Zurlo, da cui dipendeva l’istruzione pubblica, fu proposta l’apertura a Teramo di una scuola di disegno, a spese del comune, che avesse per maestro lo stesso Muzii. Accolta la richiesta, non senza qualche difficoltà, dal sindaco Catenacci la scuola fu inaugurata il 17 maggio del 1811 e rappresentò per lungo tempo un vanto per la città aprutina, perché, unica nella regione, accoglieva molti giovani provenienti da altre città e province. Alla sua  notorietà ed al suo sviluppo contribuì successivamente Pasquale Della Monica, che amico di Gregorio de Filippis Delfico, era arrivato a Teramo per sottrarsi alle persecuzioni politiche in Napoli. Muzio Muzii insegnò disegno anche presso il Real Collegio S. Matteo dal 1818 ma, presto ne venne destituito per motivi politici. Anch’esso, infatti, aveva preso parte al nonimestre costituzionale del 1820-21, in A.S.Te, Intendenza Francese, b. 95, f. 2259 e Intendenza Borbonica, b. 49/a, f. 162. A Francesca Amorotti fu dedicato il sonetto, qui pubblicato, scritto da Filippo de Francesco - del quale non si hanno notizie biografiche – che è conservato presso la Biblioteca Provinciale "M. Delfico" Teramo, Fondo Muzii.

(6) La famiglia Taccorini trae le proprie origini da Giuseppe Laurenzii (ma si trova anche Laurenzij o Laurenzj) e da Orsolina Paduani, dai quali nascono Domenica (1758?-1814), Pietro (1758?-1817), Emidio (1761?-1817) e Carlo (1754?-1815) che sposa Mariantonia, figlia di Felice Core entrambi di Monsampolo (Ascoli Piceno) e dal loro matrimonio il 23 dicembre 1784, nasce a Controguerra (Teramo), dove la famiglia si è trasferita,  Silvestro Laurenzii. Quando però il 29 novembre 1809 sempre in Controguerra viene celebrato il matrimonio tra Silvestro e Anna Saveria Ettorre (10.06.1786-19.02.1850), figlia di Pietro originario di Migliaritto nel comune di Fermo (Ascoli Piceno) e di Maria Rosa Giordano di Bozza nel comune di Atri (Teramo), negli atti dello Stato Civile compare il cognome Taccorini, senza nessuna nota che dia una motivazione di questo cambiamento. Il cognome Laurenzii ricompare nell’atto di nascita dell’ultimogenita Teresa (1826) dove è scritto "figlia di Silvestro Laurenzj" (unica dei figli ad avere questo cognome) e poi nell’atto di morte di Anna Saveria Ettorre del 19 febbraio 1850, dove scritto "moglie di Silvestro Laurenzii", ed in una copia dell’atto di morte della stessa del 1854, allegato al processetto matrimoniale del figlio Pasquale, dov’è scritto "moglie di Silvestro Laurenzii detto Taccorini". Una ulteriore ricerca effettuata sugli atti anagrafici porta ad individuare un atto di rettifica di cognome datato 15 settembre 1858 su delibera del Tribunale Civile di Teramo, di Rosa Taccorini, sorella di Silvestro, dove è scritto che "Taccorini era un soprannome della famiglia Laurenzii, e che perciò tale errore debba attribuirsi a puro errore". Silvestro muore a Giulianova il 13 novembre 1862 lasciando sei figli Maria Colomba (1811-?), Vincenza (1815-?), Carlo (1819-?), Pasquale (1822-1862), Emidio (1823-?) e Teresa (1826-?). Nel ramo che da lui deriva non si individua alcuna rettifica, pertanto il cognome resta Taccorini per tutta la discendenza.

(7) Francesco Paolo Michetti, pittore (Tocco da Casauria 2 ottobre 1851 - Francavilla al Mare 5 marzo 1929). Studia pittura a Chieti e all’Istituto di Belle Arti di Napoli col maestro Domenico Morelli ed a Portici ha contatti con il grande innovatore delle tecniche fotografiche Mariano Fortuny (pittore, scenografo, fotografo). Pur risentendo dell’influenza dei suoi maestri, ha uno stile assolutamente originale. Partecipa con molto successo a diverse esposizioni in Italia ma anche a Parigi Vienna e Berlino ed a soli 29 anni è un artista di fama internazionale. Tornato in Abruzzo, tra il 1880 e il 1885, fonda a Francavilla al Mare il famoso "Cenacolo", dove si incontravano grandi artisti ed amici come Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Tosti, Costantino Barbella, Edoardo Scarfoglio, per citarne alcuni. Stimato dal re Umberto I è chiamato a Roma ad eseguire i ritratti del sovrano e della regina Margherita. Nel 1909 diventa senatore del Regno.

(8) Costantino Barbella, scultore (Chieti 31 gennaio 1852 – Roma 5 dicembre 1925). Studia disegno nella sua città e poi, nel 1872, con una borsa di studio, all’Istituto di Belle Arti di Napoli con Stanislao Lista, dove nel 1878 è annoverato nell’albo dei professori onorari. Legato per tutta la vita da affetto fraterno e da profonda amicizia a Francesco Paolo Michetti, con lui partecipa a moltissime esposizioni in Italia ed all’estero ottenendo preziosi riconoscimenti e condividendone l’esperienza del "Cenacolo". Nel 1895 si trasferisce con la famiglia a Roma per seguire da vicino le realizzazioni delle sue opere e le fasi delle fusioni in bronzo, opere esposte nei principali musei del mondo.

(9) «Corriere Abruzzese» 26.09.1912 e «Il Popolo Abruzzese» 29.09.1912.

(10) In occasione delle nozze tra Luigi Amorotti e Maria Baldini Palladini, Gaetano Panbianco scrisse un testo augurale di cui pubblichiamo l'immagine. Alla fine del primo rigo, coperto dall'etichetta della collocazione bibliotecaria, è scritto "Trovan le vie...".