Pavia 5 luglio 1789
Sig. Padre, e Zio Carissimi = Con sommo piacere apprendiamo, della
vostra in data dei 23 dello scorso, le grate notizie del vostro buono
stato di salute. Ci credete di già in viaggio per Verona, e forse lo
saressimo; ma per godere dell’amabile compagnia del Professor Bertola
abbiamo ritardato di qualche giorno. Il nostro viaggio che dovea esser
per acqua sarà per terra perché oltre all’avercelo tutti sconsigliato
non era di molta economia, poiché i barcaioli vi erano messi in somma
pretenzione, e non ci cercavano che quattro zecchini a persona
portandoci sino a Mantova; e che facendolo poi per terra non ci viene a
costare che undeci zecchini per tutti. Della città di Verona non sento
che lodi della sua bellezza, e mi par mille anni di vederla. L’altro
ieri fui a pranzo in casa Botta dove intervenne il pubblico professore
di Chimica, il quale dopo pranzo ci fece vedere l’esperienza del albero
di Diana e diverse altre come quelle di cangiare in rosso da un acido,
un succo blù vegetabile ed in verde da un alcali. Vi fù anche il nostro
Ex professor Vario il quale con la sua favella parlò da che venne fino
che partì, come dice lui, Napoletanamente.
Alcuni giorni sono fui con zio Melchiorre al gabinetto di fisica
condotti dal macchinista per osservare quale ci sembrassero più
opportuni degli istrumenti che ivi si trovano: La Macchina Pneumatica di
Smeaton con le rispettive campane per rarefazione e decondensazione due
conduttori una machina elettrica con le punte ed i cuscini; ponendovi il
tubbo lavorato con le viti; degli elettro nastrini, un elettroforo, una
macchina così detta di Parcher, i termometri ed i barometri, cinquanta
vasi per una batteria. Tutto ciò che consiste in legno, e metallo sarà
lavorato qui, ed i vetri domani avrò dal macchinista i disegni per farli
lavorare a Venezia. Quanto mai ci sarebbe da acquistare (se ci fossero i
denari) in questo genere!
Ho piacere che costì sia finita la rigidezza dirò così della
stagione, e noi possiamo dire di sentir caldo. Vi prego de miei saluti a
tutti gli amici, porgendovi quelli di D. Berardo, resto baciandovi la
mano.
Fratelli Carissimi = Avendo scritto una lunga lettera a D. Alessio mi
ristringo in questa e rallegrandomi delle buone nuove vostre vi confermo
quello che ha detto Orazio. Oggi e domani le passeremo in pranzi, visite
di congedo, e tutti i piccoli apparentj alla partenza, che poi non sono
tanto piccoli: dopodomani farò anche una gita fuori di Città a dieci
miglia da qui, per un ultimo attestato di amicizia alla famiglia Botta,
ch’è quella che ho quotidianamente frequentata; e poi partiremo alle due
dopo mezzanotte. In una carrozza saremo noi, e nell’altra Bertola colla
sua governante ed un Olivetano Veronese. A Cremona staremo una mezza
giornata, e due a Mantova, di modo che facciamo il conto di esser a
Verona per Lunedì o Martedì.
Vi ringrazio delle notizie, e vorrei pure che quella di D. Felice
fosse vera. D. Alessio mi scrive la morte di Pigonati, e l’Ordinariato
di Codronchi: non ci è male nell’una e nell’altra. Della pianta di
quest’Università, e dei due Professori parleremo a voce: non è una
Repubblica ma una vera Anarchia: il capo vi sceglie tra essi
annualmente, e gli Elettori sono i Sedari. Godo delle buone notizie del
raccolto, che par generale. Di Fortis non ho nuove dopo del di lui
arrivo a Padova, e come vi cennai erano piene di speranza pel
ricuperamento della madre; ma temo di questo successivo silenzio. Fare
un Museo non è da pretendersi, ma avere una tale quale Collezione è
necessaria per conoscere le cose, poiché altrimenti non s’imparano che
le parole, e queste pure si obliano: né senza tali cognizioni si è in
grado di raccogliere cose indigene o normali, perché sarebbe raccoglier
sassi senza saper che siano. Orazio parmi che meriti la vostra
generosità, e questa è la miglior notizia che io posso darvi, giacché io
sono sempre più contento di lui: sicché bisogna che anch’esso sia
contento. Conservatevi, mille saluti agli amici, e mille abbracci col
cuore a voi. Nella prima posta vi daremo nostre nuove. Addio
[Indirizzo]
A Sua Eccellenza
Il Sig. D. Gian Bernardino Delfico
Bologna per Ascoli |