Tre erano i ponti che congiungevano il palazzo Delfico al giardino. I tre piccoli
cavalcavia, edificati nella prima metà dell'Ottocento, furono demoliti
all'inizio degli anni Venti con l'ampliamento della via cosiddetta "del Burro",
(aperta al traffico delle auto e intitolata a Giosuè Carducci) e la sua prosecuzione verso piazza
Dante.
Il palazzo Delfico fu iniziato alla fine del XVIII secolo da Melchiorre e dai
suoi fratelli. Nel corso degli anni furono realizzati numerosi interventi per
abbellire e ingrandire l'edificio che fu portato a compimento da Gregorio
De Filippis Delfico, nella prima metà dell'800. Fu interamente ristrutturato,
una prima volta, negli anni '50, dopo la donazione alla città di Teramo. Dal
2004, completati gli ultimi lavori di riadattamento, vi è ospitata
la Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico.
La vicenda di questo edificio è ricostruita nel volume Il Palazzo Delfico,
Teramo, Edigrafital, 2004.
Nel
dipinto n. 1, si notano i
ponticelli di collegamento tra il palazzo e il giardino
dei Delfico, in via del Burro. Lo scorcio è visto con le spalle al corso San Giorgio.
Sullo sfondo si scorge chiaramente uno degli altri ponticelli che
univano il palazzo al giardino e che caratterizzarono questo angolo che fu tra
i più belli e romantici della città.
Il palazzo
Delfico è sulla sinistra mentre sulla destra si vede il giardino, che conteneva le piante esotiche raccolte dal naturalista Orazio Delfico e
i reperti romani collezionati dal padre di questi, Giamberardino. Era luogo
riservato alle feste dei ricchi teramani; ospitò rappresentazioni teatrali
e concerti. All'inizio degli anni '50 fu reso area edificabile.
Nel
dipinto n. 2, lo stesso ponte è visto nella direzione opposta, con il palazzo a
destra e il giardino a sinistra. Sullo sfondo si notano le case di corso San
Giorgio. Suggestiva l'immagine della cosiddetta Fontana delle Piccine, opera
dello scultore Luigi Cavacchioli, realizzata sul finire del secolo XIX, collocata sotto il giardino Delfico
all'inizio degli anni Ottanta dell'Ottocento. Negli anni '20, con l'ampliamento della strada e
la distruzione del giardino, la fontana fu arretrata di alcuni metri e risistemata in una nuova
apposita nicchia. Fu poi definitivamente demolita all'inizio
degli anni '50, contemporaneamente alla distruzione del giardino.
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