De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

Homa page 

Tavola dei Dritti e dei Doveri dell'uomo e del Cittadino

manoscritto (senza data) di Melchiorre Delfico

Ubicazione del manoscritto: Archivio di Stato di Teramo, Fondo Delfico, b. 15 f 171 (1784-1818)

di Luciana D'Annunzio

Tavola dei diritti dell'uomo e del cittadino

Tavola dei Dritti dell'uomo e del Cittadino

Archivio di Stato di Teramo, Fondo Delfico, b. 15 f 171 (1784-1818)

(Autorizzazione Prot. n. 1.9127/28.01.00 del 10.01.2008, per concessione del Ministero Beni e Attività Culturali)

Trascrizione

Tavola dei Dritti dell'uomo e del Cittadino

 

 Gli uomini sono eguali ne’ dritti.

Questi dritti inalienabili sono: la libertà, la

sicurezza, la proprietà, e la resistenza

all’oppressione.

La libertà è il dritto di dire, di fare, di scrivere

ciocchè si vuole senza nuocere altrui o

allo stato, o a se stesso.

La sicurezza è il dritto di esser protetto dalla

Forza pubblica contro de’ malfattori convinti

in giudizio.

La proprietà consiste a poter disporre delle

sue facoltà, quando non si è mentecatto

o minore.

La resistenza all’oppressione è il diritto di

armarsi contro la violenza manifesta e la

coazione illegale o tirannica.

La Nazione sola è Sovrana: ogni pubblico

potere è delegato da essa, e per essa dev’essere

impiegato.

Ogni depositario d’un potere pubblico è

risponsabile verso la Nazione, ma dev’esser solo

giudicato dal Tribunale a tal fine stabilito.

La Nazione sola o i suoi rappresentanti

liberamente eletti possono far leggi e stabilire

le imposizioni.

La legge è l’espressione unica della volontà generale,

è la regola suprema di tutti i poteri particolari.

Non si può né eliggere né essere eletto; non

si può né giudicare né esser giudicato; non si dee

ubbidire o disubbidire che in virtù della Legge.

Tolti questi dritti un popolo

è schiavo.

 

Tavola dei doveri dell'uomo e del cittadino

Tavola dei Doveri dell'uomo e del Cittadino

Archivio di Stato di Teramo, Fondo Delfico, b. 15 f 171 (1784-1818)

(Autorizzazione Prot. n. 1.9127/28.01.00 del 10.01.2008, per concessione del Ministero Beni e Attività Culturali)

Trascrizione

Tavola dei Doveri dell'uomo e del Cittadino

 

 Gli uomini sono legati da reciproci doveri.

Questi doveri inviolabili sono: la subordinazione,

la benevolenza, la giustizia, e l’ubbidienza

alle leggi.

La Subordinazione è il rispetto e la docilità

dovuta dai figli ai genitori, dai discepoli ai

maestri, dagl'inferiori ai loro capi.

La Benevolenza consiste nei riguardi, nelle attenzioni,

nei soccorsi, che ci dobbiamo reciprocamente

in tutte le situazioni penose della vita.

La Giustizia ci obbliga ad osservar le promesse,

a rispettar le proprietà, ad esser riconoscenti

dei servigi ricevuti, e pronti a renderli nelle

occasioni.

L’ubbidienza alle leggi include l’osservanza di

regolamenti, la fedeltà ai Mag.[istra]ti,
l’unione de’ cittadini per respingere ogni rivolta.

L’insurrezione non è permessa che nei casi

estremi, e dopo le rimostranze legali.

Ogni perturbatore dell’ordine pubblico merita

non solo di essere arrestato e punito, ma

anche di essere esecrato.

La Nazione sola o i suoi rappresentanti

liberamente eletti, possono cangiare l’ordine

stabilito o il governo.

La legge fatta dal corpo legislativo e

sanzionata dal Monarca è una specie di

religione civile, che deve unire tutti i cuori

e tutte le braccia: ed il nome solo della legge

deve stare in luogo di fucili e bajonette.

Tolti questi doveri un popolo

è selvaggio.