De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Tavola di Spaccaforno

di Massimo De Filippis Delfico

Da una nota manoscritta (senza data) di Gregorio De Filippis Delfico.

Ubicazione del manoscritto: Archivio privato

Trascrizione

Tavola di Spaccaforno

In mezzo un gran vaso di cristallo con fiori naturali – Allato due candelabri con candele di cera – poi due trionfi a più registri con dolci – A' quattro angoli quattro grandi giare con dentro in ciascuna una bottiglia di vino forestiero – Due trionfi con frutti a' due laterali - in giro piattini di rinforzo – Vicino a ciascuno un bicchiere grande quasi da acqua, un bicchierino per sciampagna, quattro per altri vini – intermezzate una bottiglia d'acqua ed una di vino – Tutto ciò in cristalli martellati, argento e argiamblacchè.

Dopo il primo piatto si sono cominciati a servire i vini forestieri – dopo il secondo i ponci in bicchieri apparecchiati – Dopo il brodo, i ravioli – Le pietanze sono state otto – Coll'arrosto due insalate – Al piatto dolce un altro bicchiere di poncio – Lo sciampagna dopo il quarto piatto, senza continuare l'uso degli altri vini ch'erano versati da' camerieri appena vedevano il bicchiere vuoto – Dopo i frutti, i dolci, passando in giro i trionfi stessi – dopo i dolci il gelato, che è stato servito dal Marchese.

Tutti i piatti sono stati dati in giro scalcati - Dopo il gelato lo sciacquatoio con una fetta di limone dentro – Il cafè si è dato all'altra stanza, i camerieri portando in giro la guantiera con le tazze, e ciascuno servendosi da sé – Si è dato dopo il cafè il rosolio – La posata era raddoppiata, i coltelli col manico d'avolio avevano la cifra in nero del padrone – Un'entramè d'erba si è servito in un recipiente d'argiambachè – Non si è tolto niente dalla tavola fino all'ultimo, anche i piatti di rinforzo vi sono rimasti.

Tavola di Spaccaforno (pag. 1)

Tavola di Spaccaforno (pag. 1)

Tavola di Spaccaforno (pag. 2)

Tavola di Spaccaforno (pag. 2)

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Francesco Statella Marchese di Spaccaforno è discendente della famiglia Statella dimorante in Siracusa già nel XIV secolo e che si vuole originaria dalla Francia. Nasce da Antonio, Principe di Cassaro e di Sabuci, Marchese di Spaccaforno, Barone di Mongiolino etc. e da Stefana Moncada e Bologna. Gentiluomo di camera di Ferdinando II di Borbone e consultore di Stato viene nominato Intendente di Teramo il 31 dicembre 1837, carica che verrà ricoperta ufficialmente sino al 1844, ma di fatto sino al 1842.

L'Intendente, funzionario collocato a capo della provincia dal 1806 durante il governo francese nel regno di Napoli, rappresentava il re. Considerato strumento dell'accentramento monarchico era la prima autorità incaricata dell'amministrazione civile, finanziaria e dell'alta polizia, sostituito dopo l'unità d'Italia dal Prefetto.

Il Marchese di Spaccaforno, durante il suo governo continuò l'opera iniziata dal predecessore Comm. Bonaventura Palamolla nel migliorare le condizioni edilizie, viarie ed economiche della  città di Teramo.

La  nota, proveniente dall'archivio privato dei discendenti De Filippis Delfico, non ha data e non fa alcun riferimento alla circostanza del banchetto. Trattasi sicuramente di uno di quegli appuntamenti mondani, che non erano rari nel Palazzo dell'Intendenza, come in altre case aristocratiche teramane, dove l'elite cittadina si incontrava dando luogo a quelle relazioni fondamentali per il confronto politico, l'attività culturale e l'aggregazione sociale.

Non è raro imbattersi tra le carte d'archivio di Gregorio De Filippis Delfico in "appunti" o lettere, inviate alla moglie Marina quando era in viaggio, dove sono descritte fogge di abiti, stili di vita e consuetudini, ma anche ricette di piatti esotici denotanti il suo spirito di fine osservatore.