Durante l’Asta 14, del 12 dicembre 2013, della prestigiosa 'Gonnelli
Casa D’aste' di Firenze sono stati venduti tre alquanto rari acquerelli
policromi del grande caricaturista teramano Melchiorre De Filippis
Delfico.
Essi raffigurano rispettivamente un
Uomo in frac (lotto 233);
Alessandro Martelli (lotto 234);
Sueca e Manucci (lotto 235). Tre incantevoli disegni satirici in
cui la capacità di sintesi compositiva del Nostro è davvero
straordinaria. Illustrazioni satiriche non datate che, a parer mio,
quasi certamente appartengono all’ultimo periodo della sua lunga
produzione artistica.
La modernità del tratto, soprattutto nell’uomo in frac,
rimanda inevitabilmente a talune caricature del celebre caricaturista,
giornalista e scenografo pugliese Umberto Onorato (Lucera
1898 - Cassino 1967) del
sec. XX.
A ben riflettere, Umberto Onorato nacque solo tre anni dopo la morte di
Melchiorre. La sorte ha voluto, in un certo qual modo, la staffetta
ideale ‘De Filippis Delfico – Onorato’. Un passaggio del testimone da
‘padre’ a ‘figlio’ della miglior tradizione dell’arte caricaturale
italiana, specialmente meridionale.
Tante le affinità, non solo stilistiche, tra i due illustri disegnatori
umoristici.
Prima fra tutte: il possesso del binomio
vincente ‘sensibilità artistica - intuito psicologico’.
Ecco, a questo proposito, cosa diceva
Onorato
nella sua opera Farli
brutti: memorie di un caricaturista,
1943
(attualmente: risorsa digitale presente nel Portale “Internet
Culturale”):
[…] Ma non basta saper disegnare
per poter ritrarre umoristicamente una persona. Ci vuole intuito
psicologico, per riuscire nell'arte della caricatura.
[…]
[…]
oggi si deve
riuscire a far ridere facendo indovinare tutta l'espressione di un
carattere. La caricatura non deve soltanto trasformare le persone ma
deve integrarle di quegli elementi comici che ogni individuo ha dentro
di sé: le piccole manìe, le abitudini, le preferenze, il gusto, tutto
deve venir fuori.
[…]
Melchiorre, proprio come Umberto, visse a stretto contatto con tanti
artisti (più o meno noti) della sua epoca. Egli frequentò, dunque, non
solo pittori e caricaturisti, ma anche musicisti, attori, cantanti,
librettisti… Tutto ciò, proprio come avvenne per
Onorato, gli permise di osservare
attentamente […] quegli elementi comici che sono
indispensabili, ieri come oggi, per rappresentare efficacemente un
‘soggetto’ in chiave grottesca o caricaturale.
Dai seguenti versi
satirici, che corredavano
l’illustrazione
umoristica di copertina dell’
ALBUM DI CARICATURE IN 24 TAVV.
IMMAGINATE E DISEGNATE DA MELCHIORRE DELFICO, NAPOLI 1861 – NAPOLI
LITOGRAFIA RICHTER
(attualmente:
risorsa digitale presente nel Portale “Internet Culturale”),
viene la dimostrazione inconfutabile che
Melchiorre (come Onorato) era pienamente consapevole di possedere il
grande potere di ‘deformare’ a suo piacimento le facce (e non solo)
della cosiddetta ‘medio-alta borghesia’ del suo tempo:
[…] Signori, udite, udite / Attenti non fiatate, / Io già suppongo,
immagino / Che chi siam noi sappiate, / Che noi possiam degli uomini /
Mettere in mostra i mali, / Rendere i più bei giovani / Avanzi di
spedali. […]
[…] Tremate o miseri – voi vedrete / Nel più
terribile – deforme aspetto / Col mio pennello – che già sapete /
Strazio ineffabile – di voi farò
Entrambi morirono, ironia della sorte, a circa
settant’anni. Ambedue definiti ‘Principi’ rispettivamente della
‘Caricatura Napoletana’ (Melchiorre De Filippis Delfico) e della
‘Caricatura Teatrale’ (Umberto Onorato). Tutti e due eclettici;
ricordati, l’uno e l’altro, soprattutto per caricature raffiguranti
personaggi del mondo dell’arte, dello spettacolo e della musica.
Entrambi commemorati, più che dall’ufficialità, dai loro discendenti tra
i quali soprattutto: l’ing.
Massimo De Filippis Delfico (per Melchiorre
de Filippis Delfico) ed il regista televisivo Giancarlo Fercioni (per
Umberto Onorato).
De Filippis Delfico ed
Umberto Onorato: tutti e due figli di questa bella quanto bizzarra
nazione, che non sempre riesce a ricordare ed a valorizzare degnamente
il suo enorme patrimonio storico, artistico e culturale.
Ambedue figli di questo
nostro Sud in cui, soprattutto negli ultimi anni, le antiche speranze di
un efficiente Stato Unitario stanno cadendo con la stessa facilità con
cui crollano i muri (e non solo essi) di Pompei.
Fortunatamente
Melchiorre De Filippis Delfico (come Umberto Onorato d'altronde) è Il
caricaturista oltre la tomba, come lui stesso si definì nell'omonimo
disegno satirico in cui, da una bara, continuava a disegnare le sue
'vittime' preferite con le mani e... coi piedi.
Qui, caro Melchiorre, a
più di centocinquant'anni dall'Unità d'Italia si continua a 'governare'
coi piedi e a pagare tasse e imposte anche... oltre la tomba. |