Troiano De Filippis
Dèlfico,
ovvero
il problema del Risorgimento a Teramo |
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di Roberto Ricci
In "Notizie dalla Dèlfico", n. 1-3 / 2011, Grafiche Martintype,
Colonnella (Te), 2011 |
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Troiano De Filippis Dèlfico (1821 – 1909)
rappresenta una specificità rilevante del Risorgimento abruzzese, non
soltanto un simbolo della tanto agognata Unità raggiunta nel 1861.
A più riprese sono stati illustrati i tratti
del suo operato specialmente tra 1848 e 1861 e il contributo alla causa
risorgimentale : nella partecipazione alla I° guerra di Indipendenza,
nella cospirazione e nell’esilio in Grecia, nei preparativi e negli
atti del compimento finale con il ruolo di Prodittatore
dell’Abruzzo ultra accanto a Clemente De Cesaris e Antonio
Tripoti, di capo della Guardia Nazionale a Teramo.
Anche successivamente quale rappresentante
prestigioso della Sinistra storica collabora alla partecipazione
dei garibaldini teramani ai fatti del 1867 in stretto rapporto con
Pietro Marrelli dell’Aquila e partecipa, sfortunatamente, alle
competizioni elettorali successive all’Unità, tra 1861 e 1870; con
l’ascesa al potere di Depretis nel 1876 e il passaggio del testimone
a Settimio Costantini rimane tra i protagonisti delle successive
vicende sociali e politiche del teramano e diventa, tra l’altro,
Senatore per censo nel 1880, Presidente della Società dei Reduci
delle Patrie Battaglie, Socio fondatore della Deputazione abruzzese di
Storia Patria a l’Aquila e della Società Nazionale "Dante Alighieri" a
Roma (1).
Ancora "in fieri" la ricostruzione della sua esperienza complessiva sia
attraverso la corrispondenza familiare sia in qualità di maggiore
comandante della Guardia Nazionale, documentazione in gran parte
inedita (2).
Importante il materiale sulla Guardia
Nazionale che specifica il ruolo di Troiano nei difficili mesi
dell’Unità e della post-Unità nel teramano, specialmente nel "confine"
tra i due ex regni e nell’assedio della fortezza di Civitella del Tronto
segnati dal fenomeno rilevante del brigantaggio.
In particolare il rapporto inviato da Nereto
il 26 settembre 1860 dal capitano Giovanni Lelii sulle "ingiurie e
violenze contro la forza cittadina"; la lettera spedita da Teramo dal
governatore Pasquale De Virgilii del 7 ottobre 1860 a Campli (che sarà
"scoperta" e saccheggiata qualche giorno dopo, il 24 ottobre) perché
il "rimanente numero di Guardia Nazionale mobilizzata si mettesse subito
in marcia per S.Egidio"; l’invio da Teramo il 17 ottobre 1860 da parte
del Segretario Generale del governatore Mezzopreti della "copia
conforme del Regio decreto dittatoriale con cui Ella è stata nominata
Maggiore Comandante la Guardia Nazionale del Distretto di Teramo"; la
lettera inviata da Teramo il 22 ottobre 1860 da parte del generale
comandante militare Agostino Gulini che specifica "Informato da sig.
Governatore della Provincia di novelli movimenti reazionari
sviluppatisi nei Comuni di Tortoreto e Nereto, la prevengo aver
disposto d’accordo con la prefata autorità che si rechi subito sopra
luogo il Capitano Sig. Ambrogio Rossi con 30 guardie mobilizzate e al
frazione dè Piemontesi esistenti in questo Capoluogo onde riunirsi alla
colonna partita la notte scorsa e reprimere i sediziosi proclamando lo
stato d’assedio né paesi inquieti disarmando ed arrestando i fautori";
l’ordine del giorno del governatore De Virgilii del 25 ottobre 1860
inviato anche a Troiano, su disposizione del comando generale dell’Italia
meridionale, sulla condizione della Guardia Nazionale; l'ordine del
giorno inviato il 31 ottobre 1860 dal comandante militare Agostino
Gulini "Essendo necessario provvedere energicamente alla repressione
del brigantaggio che sotto il colore di reazione politica si è ormai
bastamente diffusa né vari paesi della Vallata della Vibrata, e
conoscendosi d’altronde che il focolaio di tale insurrezione è la poca
gendarmeria ribelle rinchiusa in Civitella, così vengo a disporre
quanto appresso"; i due rapporti inviati lo stesso giorno da S.Omero il
22 dicembre 1860 il primo a firma del caporale Nicola Giordani, il
secondo dal "Caporale funzionante comandante la pattuglia" Raffaele
Costantini su alcuni problemi di ordini pubblico; la lettera inviata da
Teramo il 20 gennaio 1861 da parte del "Generale Comandante d’Armi"
Agostino Gulini "Ieri mi è pervenuto estragiudizialmente la notizia che
nella notte dal 21 al 22 corrente allorquando le orde di briganti
investirono il Villaggio di Castagneto custodito dalle Guardie
mobilizzate, Ella spinto dal suo ardente patriottismo, quantunque non
tenuto a partecipare di quella fazione, fu celere ad accorrervi e
contribuì molto con l’impulso dl suo esempio ad animare il coraggio e
sostenere l’intrepidezza di què bravi militi"; una lettera
"confidenziale" da Ascoli Piceno scritta dal Maggiore generale
Ferdinando Pinelli "Ho veduto il suo Sig. Fratello con due ufficiali
della Guardia Nazionale. Procurerò d’essere in Teramo quanto prima,
intanto prudenza e vigilanza" (3).
Questi documenti specificano ancor più il
ruolo rilevante che Troiano Delfico svolge nei mesi difficili e incerti
del passaggio al nuovo Stato unitario.
Così resta emblematica la corrispondenza con
l’amico e compagno di lotta Settimio Costantini (poi Deputato al
Parlamento e Sottosegretario alla Pubblica Istruzione), soprattutto
perché rivela una diversità di vedute e di prospettive appena raggiunta
l’Unità.
Emerge quasi un contrasto sul presente e
specialmente sul da farsi che riflette temperamenti e interessi
diversi. Costantini rimprovera al Conte Dèlfico una visione
ormai superata della lotta politica, mentre Troiano conferma alcuni suoi
forti convincimenti quali l’avversione borbonici, l’anticlericalismo e
l’idea di un liberalismo classico circa il ruolo dello Stato (4).
Nonostante le differenze permane una
sostanziale unitarietà politica e culturale della cosiddetta
Sinistra storica a Teramo, personificata proprio dalla figura
centrale di Settimio Costantini che segnerà i mutamenti sociali,
politici e culturali nel secondo Ottocento (5).
Ma l’interesse verso Troiano si rivela
attraverso le sue sconfitte e come porta avanti la sua battaglia
risorgimentale oltre l’Unità del 1861, in piena coerenza con i suoi
ideali di libertà e di democrazia.
Una particolare importanza riveste la
memoria che egli compie del pensiero di Melchiorre, suo avo, come lo
attualizza nel nuovo contesto, prima e dopo l’Unità, in particolare sul
carattere di un popolo libero.
Appena dopo la lettera a Costantini, Troiano
si cimenta con un saggio ponderoso sui partiti in Italia chiarendo il
suo pensiero con l’invocazione della continuità del partito
nazionale oltre il 1861!
Ancora più interessanti sono le
considerazioni sulla libertà rispetto allo Stato e sulla
situazione politica del momento con la richiesta del suffragio
universale diretto, correndandole con alcuni pensieri inediti di
Melchiorre Dèlfico. Torna anche sulla "questione romana" con spirito
animoso verso il Papa e il suo potere, criticando addirittura la
ambigua formula di Cavour "Libera Chiesa in libero Stato" e perseguendo
invece un’"armonia" di stampo ancor più separatista (6). Soltanto
qualche anno dopo, nel 1878, compie un’indagine sulla questione
sociale (7), mentre la sua concezione positiva o meglio
positivista emerge con chiarezza nella critica del Socialismo e la
ripresa di un paternalismo, anzi di un familismo tipico del suo tempo
(8). A ulteriore testimonianza della sua visione rimangono alcuni
saggi di interesse economico e sociale che lo legano agli ormai
assillanti problemi dell’Italia nuova.
Con Troiano Dèlfico emerge una idea
complessiva di progresso che conduce al Settecento illuminista e
riformatore, tipico di Melchiorre, che egli rinverdisce specialmente
dopo il 1861, anche rispetto al nuovo. La necessità di proseguire
l’azione risorgimentale con Roma capitale come partito nazionale,
cioè senza le mediazioni e i compromessi, la questione sociale,
l’allargamento del suffragio,il problema dell’istruzione, il
rafforzamento dello Statuto che egli non a caso chiama Costituzione,
un sostanziale progresso materiale e morale sostenuto dalla scienza
positivista, sono i momenti di una concezione più ampia del
Risorgimento, che partendo dal secolo dei Lumi non si arresta al 1861
ma va ben oltre; Risorgimento come un lungo processo che tende al
progresso umano con gradualità e armonia. In questo Troiano si sente
l’erede e il naturale continuatore dell’opera di Melchiorre e, forse, un
eterno sconfitto come l’avo rispetto ai compimenti e alle mediazioni
reali. Nell’alveo di un Risorgimento civile nella tradizione
novatrice di famiglia. |
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(1) R. AURINI,
Troiano De Filippis – Dèlfico, ad vocem, in
Dizionario biografico della Gente d’Abruzzo,vol IV, 1962,
ora in F. EUGENI, L.PONZIANI, M. SGATTONI, Andromeda
editrice, Colledara, 2002, II, C, pp. 287 – 292; Troiano
De Filippis Dèlfico, ad vocem, in Dizionario
biografico degli italiani, vol. 33, 1987; C. VALLERIANI,
Troiano De Filippis Dèlfico, ad vocem, in
Dizionario biografico della Gente d’Abruzzo, Andromeda
Castelli 2006, IV, D, pp. 117 – 120; Senato della
Repubblica, Repertorio biografico dei Senatori
dell’Italia liberale, Senatore Troiano De Filippis
Dèlfico, ad vocem, vol. D – F, pp. 1493 – 1495, a
c. di F. GRASSI ORSINI, E. CAMPOCHIARO, Archivio Storico
del Senato - Bibliopolis 2010, vol. D – F, pp. 1493 – 1495;
cfr. R. CERULLI, La famiglia Dèlfico nel Risorgimento,
in "La Regione – rassegna di vita abruzzese" a. I, n. 1,
ottobre 1964, pp. 26 – 32; G. DI LEONARDO, M.R.
BENTIVOGLIO,Garibaldini in Abruzzo (1860 – 1870), Media,
Mosciano S.Angelo, 2002, pp. 44 – 45; L .LOPEZ, Processi
politici per il 1848 abruzzese, Deputazione Abruzzese
di storia Patria, 1984, pp. 77 – 257; E. BONANNI, La
guerra civile nel teramano 1860 – 1861, Eco di S.
Gabriele, Teramo 1974.
(2) Un grazie
sentito e riconoscente desidero rivolgere al dott. Tommaso
Santoro di Teramo che, con singolare liberalità, ha messo a
disposizione il materiale inedito su Troiano e sugli
altri componenti della famiglia Dèlfico. Infatti tale
documentazione arrichisce e completa gli studi precedenti;
cfr. A. SCARSELLI, Intimità nell’esilio (carteggio
di un Esule e di una madre), Teramo De Carolis 1950; in
particolare lettera [senza intestazione] a Troiano De
Filippis Dèlfico, Siena 14 maggio 1845; lettera di Filippo
De Filippis Dèlfico alla madre, Larino 6 giugno 1849;
lettera di Filippo De Filippis Dèlfico alla madre, Marsiglia
4 maggio 1850.
(3) 1.a - Al Sig. Maggiore della Guardia
Nazionale del Distretto di Teramo, "Ingiurie e violenze
contro la forza cittadina", Nereto 26 settembre 1860,
[Il capitano Giovanni Lelii];
2.b - Al Sig.
Maggiore Comandante della Guardia Nazionale, Campli, Teramo
7 ottobre 1860, [Il Governatore De Virgilii];
3.c - Al Sig.
Conte D. Troiano Dèlfico Maggiore della Guardia Nazionale,
Teramo 17 ottobre 1860, decreto di nomina, [Pel
Governatore, Mezzopreti];
4.d - Al Sig.
Troiano Dèlfico Maggiore della Guardia Nazionale, Teramo 22
ottobre 1860, [Il Generale Comandante Militare, Agostino
Gulini];
5.e - Al Sig.
Conte Dèlfico Maggiore Comandante la Guardia Nazionale del
Distretto di Teramo, Teramo 25 ottobre 1860, [decreto a
stampa] [Il Governatore P. De Virgilii];
6.f - Guardia
Nazionale Compagnia Mobilizzata Rapporto, Al Sig. Caporale
Comandante il posto di guardia di S.Omero, S. Omero, 22
dicembre 1860, [ Il caporale funzionante Comandante la
pattuglia Raffaele Costantini];
7.g - idem, Corpo
di Guardia di S.Omero, S.Omero 22 dicembre 1860, [Il
Caporale Nicola Giordani];
8.h - Comando
Militare nella Provincia del Primo Abruzzo Ultra, ordine
del giorno, [s. l.] 31 ottobre 1860, [Il Generale
Governatore Militare Agostino Gulini];
9.i - Al Sig.
Maggiore Troiano Dèlfico Comandante la Guardia Nazionale,
Teramo 20 gennaio 1861 [Il Generale Comandante le armi,
Agostino Gulini].
(4) cfr. Sulle
elezioni politiche lettera di Troiano Dèlfico a Settimio
Costantini, Marsilii Teramo 1865.
(5) cfr. per
l’argomento L. PONZIANI, Il capoluogo costruito, Teramo
in età liberale ( 1860 – 1900 ), Edigrafital Teramo
2003.
(6) T. DE FILIPPIS
DELFICO, Dei partiti in Italia, Marsilii Teramo 1867.
(7) T. DE FILIPPIS
DELFICO, Sulla questione sociale, Roma 1878.
(8) cfr. T.
DELFICO, Sul progresso industriale-agricolo- Commerciale
in Italia, studi economici, Pomponi Teramo 1884; T.
DELFICO, La mezzeria e la coltura miglioratrice,
Corriere Abruzzese, Teramo 1888.
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