De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Troiano De Filippis Dèlfico,

ovvero il problema del Risorgimento a Teramo

di Roberto Ricci

In "Notizie dalla Dèlfico", n. 1-3 / 2011, Grafiche Martintype, Colonnella (Te), 2011

Troiano De Filippis Dèlfico (1821 – 1909) rappresenta una specificità rilevante del Risor­gimento abruzzese, non soltanto un simbolo della tanto agognata Unità raggiunta nel 1861.

A più riprese sono stati illustrati i tratti del suo operato specialmente tra 1848 e 1861 e il contributo alla causa risorgimentale : nella par­tecipazione alla I° guerra di Indipendenza, nella cospirazione e nell’esilio in Grecia, nei prepa­rativi e negli atti del compimento finale con il ruolo di Prodittatore dell’Abruzzo ultra accan­to a Clemente De Cesaris e Antonio Tripoti, di capo della Guardia Nazionale a Teramo.

Anche successivamente quale rappresentante prestigioso della Sinistra storica collabora alla partecipazione dei garibaldini teramani ai fatti del 1867 in stretto rapporto con Pietro Marrelli dell’Aquila e partecipa, sfortunatamente, alle competizioni elettorali successive all’Unità, tra 1861 e 1870; con l’ascesa al potere di Depretis nel 1876 e il passaggio del testimone a Settimio Costantini rimane tra i protagonisti delle succes­sive vicende sociali e politiche del teramano e diventa, tra l’altro, Senatore per censo nel 1880, Presidente della Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, Socio fondatore della Deputazione abruzzese di Storia Patria a l’Aquila e della So­cietà Nazionale "Dante Alighieri" a Roma (1).

Ancora "in fieri" la ricostruzione della sua esperienza complessiva sia attraverso la corri­spondenza familiare sia in qualità di maggiore comandante della Guardia Nazionale, docu­mentazione in gran parte inedita (2).

Importante il materiale sulla Guardia Nazio­nale che specifica il ruolo di Troiano nei diffi­cili mesi dell’Unità e della post-Unità nel tera­mano, specialmente nel "confine" tra i due ex regni e nell’assedio della fortezza di Civitella del Tronto segnati dal fenomeno rilevante del brigantaggio.

In particolare il rapporto inviato da Nere­to il 26 settembre 1860 dal capitano Giovanni Lelii sulle "ingiurie e violenze contro la for­za cittadina"; la lettera spedita da Teramo dal governatore Pasquale De Virgilii del 7 ottobre 1860 a Campli (che sarà "scoperta" e saccheg­giata qualche giorno dopo, il 24 ottobre) per­ché il "rimanente numero di Guardia Nazionale mobilizzata si mettesse subito in marcia per S.Egidio"; l’invio da Teramo il 17 ottobre 1860 da parte del Segretario Generale del governato­re Mezzopreti della "copia conforme del Regio decreto dittatoriale con cui Ella è stata nomina­ta Maggiore Comandante la Guardia Nazionale del Distretto di Teramo"; la lettera inviata da Teramo il 22 ottobre 1860 da parte del gene­rale comandante militare Agostino Gulini che specifica "Informato da sig. Governatore della Provincia di novelli movimenti reazionari svi­luppatisi nei Comuni di Tortoreto e Nereto, la prevengo aver disposto d’accordo con la pre­fata autorità che si rechi subito sopra luogo il Capitano Sig. Ambrogio Rossi con 30 guardie mobilizzate e al frazione dè Piemontesi esi­stenti in questo Capoluogo onde riunirsi alla colonna partita la notte scorsa e reprimere i se­diziosi proclamando lo stato d’assedio né paesi inquieti disarmando ed arrestando i fautori"; l’ordine del giorno del governatore De Virgi­lii del 25 ottobre 1860 inviato anche a Troiano, su disposizione del comando generale dell’Ita­lia meridionale, sulla condizione della Guardia Nazionale; l'ordine del giorno inviato il 31 ot­tobre 1860 dal comandante militare Agostino Gulini "Essendo necessario provvedere energi­camente alla repressione del brigantaggio che sotto il colore di reazione politica si è ormai bastamente diffusa né vari paesi della Vallata della Vibrata, e conoscendosi d’altronde che il focolaio di tale insurrezione è la poca gendar­meria ribelle rinchiusa in Civitella, così vengo a disporre quanto appresso"; i due rapporti in­viati lo stesso giorno da S.Omero il 22 dicem­bre 1860 il primo a firma del caporale Nicola Giordani, il secondo dal "Caporale funzionante comandante la pattuglia" Raffaele Costantini su alcuni problemi di ordini pubblico; la lettera inviata da Teramo il 20 gennaio 1861 da parte del "Generale Comandante d’Armi" Agostino Gulini "Ieri mi è pervenuto estragiudizialmente la notizia che nella notte dal 21 al 22 corren­te allorquando le orde di briganti investirono il Villaggio di Castagneto custodito dalle Guardie mobilizzate, Ella spinto dal suo ardente patriot­tismo, quantunque non tenuto a partecipare di quella fazione, fu celere ad accorrervi e con­tribuì molto con l’impulso dl suo esempio ad animare il coraggio e sostenere l’intrepidezza di què bravi militi"; una lettera "confidenziale" da Ascoli Piceno scritta dal Maggiore generale Ferdinando Pinelli "Ho veduto il suo Sig. Fra­tello con due ufficiali della Guardia Nazionale. Procurerò d’essere in Teramo quanto prima, in­tanto prudenza e vigilanza" (3). 

Questi documenti specificano ancor più il ruolo rilevante che Troiano Delfico svolge nei mesi difficili e incerti del passaggio al nuovo Stato unitario.

Così resta emblematica la corrispondenza con l’amico e compagno di lotta Settimio Co­stantini (poi Deputato al Parlamento e Sottose­gretario alla Pubblica Istruzione), soprattutto perché rivela una diversità di vedute e di pro­spettive appena raggiunta l’Unità.

Emerge quasi un contrasto sul presente e specialmente sul da farsi che riflette tempera­menti e interessi diversi. Costantini rimprove­ra al Conte Dèlfico una visione ormai superata della lotta politica, mentre Troiano conferma alcuni suoi forti convincimenti quali l’avversio­ne borbonici, l’anticlericalismo e l’idea di un liberalismo classico circa il ruolo dello Stato (4).

Nonostante le differenze permane una so­stanziale unitarietà politica e culturale della cosiddetta Sinistra storica a Teramo, personi­ficata proprio dalla figura centrale di Settimio Costantini che segnerà i mutamenti sociali, po­litici e culturali nel secondo Ottocento (5).

Ma l’interesse verso Troiano si rivela attra­verso le sue sconfitte e come porta avanti la sua battaglia risorgimentale oltre l’Unità del 1861, in piena coerenza con i suoi ideali di libertà e di democrazia.

Una particolare importanza riveste la memo­ria che egli compie del pensiero di Melchiorre, suo avo, come lo attualizza nel nuovo contesto, prima e dopo l’Unità, in particolare sul caratte­re di un popolo libero.

Appena dopo la lettera a Costantini, Troiano si cimenta con un saggio ponderoso sui partiti in Italia chiarendo il suo pensiero con l’invo­cazione della continuità del partito nazionale oltre il 1861!

Ancora più interessanti sono le considerazio­ni sulla libertà rispetto allo Stato e sulla situa­zione politica del momento con la richiesta del suffragio universale diretto, correndandole con alcuni pensieri inediti di Melchiorre Dèlfico. Torna anche sulla "questione romana" con spi­rito animoso verso il Papa e il suo potere, criti­cando addirittura la ambigua formula di Cavour "Libera Chiesa in libero Stato" e perseguendo invece un’"armonia" di stampo ancor più sepa­ratista (6). Soltanto qualche anno dopo, nel 1878, compie un’indagine sulla questione sociale (7), mentre la sua concezione positiva o meglio po­sitivista emerge con chiarezza nella critica del Socialismo e la ripresa di un paternalismo, anzi di un familismo tipico del suo tempo (8). A ulte­riore testimonianza della sua visione rimango­no alcuni saggi di interesse economico e socia­le che lo legano agli ormai assillanti problemi dell’Italia nuova.

Con Troiano Dèlfico emerge una idea com­plessiva di progresso che conduce al Settecento illuminista e riformatore, tipico di Melchiorre, che egli rinverdisce specialmente dopo il 1861, anche rispetto al nuovo. La necessità di proseguire l’azione risor­gimentale con Roma capitale come partito nazionale, cioè senza le mediazioni e i com­promessi, la questione sociale, l’allargamen­to del suffragio,il problema dell’istruzione, il rafforzamento dello Statuto che egli non a caso chiama Costituzione, un sostanziale progresso materiale e morale sostenuto dalla scienza po­sitivista, sono i momenti di una concezione più ampia del Risorgimento, che partendo dal se­colo dei Lumi non si arresta al 1861 ma va ben oltre; Risorgimento come un lungo processo che tende al progresso umano con gradualità e armonia. In questo Troiano si sente l’erede e il naturale continuatore dell’opera di Melchiorre e, forse, un eterno sconfitto come l’avo rispetto ai compimenti e alle mediazioni reali. Nell’al­veo di un Risorgimento civile nella tradizione novatrice di famiglia.

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(1) R. AURINI, Troiano De Filippis – Dèlfico, ad vocem, in Dizionario biografico della Gente d’Abruzzo,vol IV, 1962, ora in F. EUGENI, L.PONZIANI, M. SGATTONI, Andro­meda editrice, Colledara, 2002, II, C, pp. 287 – 292; Troia­no De Filippis Dèlfico, ad vocem, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 33, 1987; C. VALLERIANI, Troiano De Filippis Dèlfico, ad vocem, in Dizionario biografico della Gente d’Abruzzo, Andromeda Castelli 2006, IV, D, pp. 117 – 120; Senato della Repubblica, Repertorio biogra­fico dei Senatori dell’Italia liberale, Senatore Troiano De Filippis Dèlfico, ad vocem, vol. D – F, pp. 1493 – 1495, a c. di F. GRASSI ORSINI, E. CAMPOCHIARO, Archi­vio Storico del Senato - Bibliopolis 2010, vol. D – F, pp. 1493 – 1495; cfr. R. CERULLI, La famiglia Dèlfico nel Ri­sorgimento, in "La Regione – rassegna di vita abruzzese" a. I, n. 1, ottobre 1964, pp. 26 –  32; G. DI LEONARDO, M.R. BENTIVOGLIO,Garibaldini in Abruzzo (1860 – 1870), Media, Mosciano S.Angelo, 2002, pp. 44 – 45; L .LOPEZ, Processi politici per il 1848 abruzzese, Deputazione Abruz­zese di storia Patria, 1984, pp. 77 – 257; E. BONANNI, La guerra civile nel teramano 1860 – 1861, Eco di S. Gabriele, Teramo 1974.

(2) Un grazie sentito e riconoscente desidero rivolgere al dott. Tommaso Santoro di Teramo che, con singolare liberalità, ha messo a disposizione il materiale inedito su Troiano e sugli altri componenti della famiglia Dèlfico. Infatti tale documentazione arrichisce e completa gli studi precedenti; cfr. A. SCARSELLI, Intimità nell’esilio (carteggio di un Esule e di una madre), Teramo De Carolis 1950; in partico­lare lettera [senza intestazione] a Troiano De Filippis Dèlfico, Siena 14 maggio 1845; lettera di Filippo De Filippis Dèlfico alla madre, Larino 6 giugno 1849; lettera di Filippo De Filippis Dèlfico alla madre, Marsiglia 4 maggio 1850.

(3) 1.a - Al Sig. Maggiore della Guardia Nazionale del Di­stretto di Teramo, "Ingiurie e violenze contro la forza cittadina", Nereto 26 settembre 1860, [Il capitano Giovanni Lelii];

2.b - Al Sig. Maggiore Comandante della Guardia Nazio­nale, Campli, Teramo 7 ottobre 1860, [Il Governatore De Virgilii];

3.c - Al Sig. Conte D. Troiano Dèlfico Maggiore della Guardia Nazionale, Teramo 17 ottobre 1860, decreto di nomina, [Pel Governatore, Mezzopreti];

4.d - Al Sig. Troiano Dèlfico Maggiore della Guardia Nazionale, Teramo 22 ottobre 1860, [Il Generale Comandante Militare, Agostino Gulini];

5.e - Al Sig. Conte Dèlfico Maggiore Comandante la Guardia Nazionale del Distretto di Teramo, Teramo 25 ottobre 1860, [decreto a stampa] [Il Governatore P. De Virgilii];

6.f - Guardia Nazionale Compagnia Mobilizzata Rapporto, Al Sig. Caporale Comandante il posto di guardia di S.Omero, S. Omero, 22 dicembre 1860, [ Il caporale funzionante Comandante la pattuglia Raffaele Costantini];

7.g - idem, Corpo di Guardia di S.Omero, S.Omero 22 dicembre 1860, [Il Caporale Nicola Giordani];

8.h - Comando Militare nella Provincia del Primo Abruz­zo Ultra, ordine del giorno, [s. l.] 31 ottobre 1860, [Il Generale Governatore Militare Agostino Gulini];

9.i - Al Sig. Maggiore Troiano Dèlfico Comandante la Guardia Nazionale, Teramo 20 gennaio 1861 [Il Generale Comandante le armi, Agostino Gulini].

(4) cfr. Sulle elezioni politiche lettera di Troiano Dèlfico a Settimio Costantini, Marsilii Teramo 1865.

(5) cfr. per l’argomento L. PONZIANI, Il capoluogo costruito, Teramo in età liberale ( 1860 – 1900 ), Edigrafital Te­ramo 2003.

(6) T. DE FILIPPIS DELFICO, Dei partiti in Italia, Marsilii Teramo 1867.

(7) T. DE FILIPPIS DELFICO, Sulla questione sociale, Ro­ma 1878.

(8) cfr. T. DELFICO, Sul progresso industriale-agricolo- Commerciale in Italia, studi economici, Pomponi Teramo 1884; T. DELFICO, La mezzeria e la coltura miglioratrice, Corriere Abruzzese, Teramo 1888.