De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Un filosofo alla corte di Napoli

Un filosofo alla corte di Napoli, intervista a Paola Sorge, in "Il Borghese" del 21 febbraio 1982 e sulla rivista di storia e cultura Contenuti, anno XIII. n. 3/4

di Francesco Grisi

L'attività riformista svolta nell'ultimo quarto del Settecento dall'illuminista teramano Melchiorre Delfico, destinata a rivoluzionare l'intero assetto socio-economico della provincia, è stata messa pienamente in luce da Vincenzo Clemente nel suo volume "Rinascenza teramana e riformismo napoletano (1777-1798)", pubblicato dalle Edizioni di Storia e e Letteratura di Roma.

La campagna antifeudale, la questione dell'Università,la proposta di riforma tributaria, il processo aperto contro il labirintico sistema giudiziario vigente nella Napoli di allora, concorrono a restituire l'immagine d un Delfico riformatore politico e pregevole economista. E' un'immagine ben diversa da quella di filosofo della storia a cui un certo tipo di storiografia filosofica lo aveva destinato "isolandone il pensiero del connettivo civile e politico che lo produceva" ( e qui Clemente si riferisce principalmente al lungo saggio di Giovanni Gentile su M. Delfico).

Il recupero di una personalità come quella di Melchiorre (il più provinciale e il più cosmopolita degli illuministi meridionali, come lo definisce il Venturi), così profondamente radicata nella realtà e che dalla provincia trae gli  stimoli per giungere a un progetto di riforma generale del Regno, è dunque il maggiore merito dell'opera, corredata da importanti documenti inediti posti in appendice ai singoli capitoli.  

Abbiamo incontrato in questi giorni la scrittrice Paola Sorge, conosciuta per il suo libro Una vita diversa dedicata a Guido Baggiani, e le abbiamo chiesto le sue impressioni sulla recente riscoperta di Melchiorre Delfico, il suo avo più illustre, vanto dei Sorge.

D.- Ma è vero che sei una discendente di Melchiorre Delfico?

R. – Mia nonna paterna era una Delfico, Vinca, sposata a  Simone Sorge. E' la donna ammirata da d'Annunzio che le scrisse lettere bellissime. I Sorge sono discendenti indiretti del Delfico. Discendenti diretti non ce ne sono dato che gli ultimi membri della famiglia teramana, i conti Marino e Luciano, non ebbero figli legittimi.

D. - E' vero che la Repubblica di San Marino ha eretto un monumento a Melchiorre Delfico?

R. – Il piccolo Stato fu molto grato al Delfico per la storia che egli scrisse, intitolata Le Memorie storiche della Repubblica di San Marino, una delle opere più celebri del mio avo. I sanmarinesi non solo gli dedicarono una lapide, ma vollero innalzargli nel 1935  un monumento in occasione del centenario della morte. La cerimonia di inaugurazione dell'opera vide riunite le rappresentanze del Comune di  Teramo e dei discendenti di Melchiorre, e anche le maggiori personalità del governo, fra cui Gioacchino Volpe.

D- Quali ricordi rimangono nella tradizione familiare di Melchiorre?

R. – Intanto va detto che i membri della famiglia Delfico hanno contribuito a mantenere vivo il ricordo del grande illuminista: a cominciare da Gregorio De Filippis-Delfico - al quale si deve la prima biografia di Melchiorre e la pubblicazione  postuma di una sua raccolta di massime intitolata Delficina – fino ad arrivare a Simone Sorge che ha curato la ristampa dell' Elogio di Melchiorre Delfico scritto da Ferdinando Ranalli.Una mia prozia, Diomira, dedicò addirittura alcuni graziosi versi alla memoria dell'illustre avo.

Oggi l'attività del Delfico acquista grande rilievo dopo essere stata riesaminata con occhio critico e anche con una certa passione, da Vincenzo Clemente.

D. Qual è la fortuna del tuo libro Una vita diversa a un anno dalla pubblicazione?

R. – Il mio lavoro non solo ha ricevuto critiche lusinghiere, ma ha suscitato vivo interesse per gli episodi inediti che riguardano d'Annunzio a Nereto, un paese del teramano dove risiedevano i miei nonni. Non nego che l'esistenza della casa avita, frequentata per oltre dieci anni dal poeta, da Michetti e dagli altri artisti del Cenacolo di Francavilla, esercita su di me una grande suggestione, piena com'è di cimeli e di ricordi di un passato glorioso, e mi spinge a continuare la mia attività di ricerca e di studi. Partecipo a tutti i convegni su d'Annunzio a Pescara e al Vittoriale e attualmente sto preparando un lavoro su Canto Novo.

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Paola Sorge, disc. da Filippo De Filippis Delfico. Intervista pubblicata in "Il Borghese" del 21 febbraio 1982 e sulla rivista di 
storia e cultura "Contenuti", anno XIII. n. 3/4
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Per la genealogia, discendenti diretti non ve ne sono dato che Melchiorre Delfico non ebbe figli. Inoltre la famiglia Delfico si estinse nel 1867 con la morte dell'ultima discendente Marina Delfico. Tutti i discendenti di Melchiorre Delfico non sono quindi diretti ma collaterali o indiretti, come Marino e Luciano De Filippis Delfico. Ne consegue che tutti i De Filippis Delfico e tutti da questi discendenti sono discendenti indiretti di Melchiorre Delfico (Nota di Massimo De Filippis Delfico).