De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Verbale di apertura del testamento

in forma mistica di Orazio Delfico

di Luciana D’Annunzio

Ubicazione del manoscritto: Archivio di Stato di Teramo, Atti dei Notai, Notaio Gaetano Grue di Teramo, b. 1439, vol. 1.

Trascrizione

L’anno milleottocentoquarantadue il giorno dodici novembre Teramo et alle ore venti.

Noi Giovanni De Virgiliis Giudice Regio del Circondario di Teramo assistito dal nostro Cancelliere Signor Colella

Sulla richiesta del Signor D. Trojano de Filippis Delfico, gentiluomo, domiciliato in Teramo, con cui ci ha manifestato che il di lui avo Signor Marchese D. Orazio Delfico sia cessato di vivere in questo giorno, ed abbia rimasto depositato il di lui mistico testamento presso il Notaro D. Gaetano Grue residente in Teramo, quale testamento debba essere aperto giusta la volontà del testatore, pria che il di lui cadavere esca di casa.

In virtù di nostra ordinanza di pari data, rilasciata per urgenza, ed intimata dall’usciere Signor Barlecchini abbiam fatto venire alla nostra presenza i seguenti individui:

1. Lo stesso Notaro Signor Grue

Ed i testimonj che furono adibiti alla chiusura del sudetto testamento:

2. D. Michelangelo Trosini

3. D. Domenico Montani

4. D. Giacomo Camillotti

E per gli altri testimonj D. Giacobbe Monti e D. Pietro Marcozzi passati al numero dei più e D. Giacomo Massei assente, si sono sostituiti e fatti venire i seguenti:

5. D. Angelo Massei

6. D. Carlo Ginaldi

7. D. Domenico Sagaria

Tutti proprietarj domiciliati in Teramo.

Al nostro invito il Notaro Signor Grue ci ha esibito il testamento di che si tratta, consistente in un piego chiuso e suggellato di figura cilindrica. Mostrato ai testimonj e dimandati analogamente

I Signori Camillotti, Trosini e Montani hanno col Notaro assicurato di riconoscerne le chiusure, i suggelli e le loro rispettive soscrizioni, e che il tutto è illeso.

Gli altri testimonj Signori Massei, Ginaldi e Sagaria han pure assicurato.

Dopoche Noi Regio Giudice e Cancelliere ci siamo accertati della integrità di detti suggelli, abbiamo rilevato che lo stato esteriore del divisato piego è come segue.

Desso consiste in un foglio di carta bollata di grani dodici. Sulla chiusura nella parte anteriore vi sono due suggelli a cera lacca rossa precisamente nel sito inferiore del piego medesimo. Nella parte posteriore lungo la chiusura si ravvisano altri quattro suggelli a cera lacca rossa. Infine due altri uguali suggelli esistono sul lato superiore. La scrittura esterna, che covre questo piego si esprime ne seguenti termini.

Repertorio numero cento cinque, numero secondo del fascicolo.

Regno della due Sicilie. Oggi li quattordici ottobre mille ottocento trentacinque. Regnante Ferdinando Secondo per la grazia di Dio Re del Regno della due Sicilie. Innanzi di Noi Regio Notaro Gaetano Grue del fu Domenicantonio residente in Teramo, e dei sottoscritti testimonj a Noi cogniti aventi le qualità richieste dalla legge, si è personalmente costituito il Signor Marchese D. Orazio Delfico proprietario domiciliato in questa Città di Teramo, il quale a Noi Notaro e testimonj infrascritti cognito ci ha esibito in presenza de’ testimonj medesimi una carta chiusa a forma di piego, con nove suggelli di ostia torchina sopra ciascuno de’ quali si sono soprapposte altrettanti di cera lacca rossa imprimenti ognuno di essi lo stemma della famiglia del Signor Delfico; sopra la quale carta vi è scritto quanto segue = Testamento mistico del sottoscritto e poi firmato = Orazio Delfico. Che Noi Notaro innanzi del nominato Signor Marchese Delfico e degli infrascritti testimonj abbiamo chiuso dentro il presente foglio di carta da bollo di grana dodici con otto suggelli anche di cera lacca rossa; ed esso ripetuto Signor Marchese Delfico ha dichiarato, che la detta carta e contenuto in essa è il suo testamento mistico fatto scrivere dal Signor Consigliere d’Intendenza D. Paolo de Santi e da esso Signor Delfico dettato e sottoscritto di proprio pugno, dopo averlo letto dal principio sino alla fine. Quale testamento vuole che sia aperto dopo la sua morte, e pria che il suo cadavere esca di casa, della quale consegna e dichiarazione ne ha richiesto un atto che Noi abbiamo steso in questa carta che serve di copertura; e letto da Noi Notaro al Signor Testatore medesimo e testimonj in un atto solo e senza interruzione. Fatto e pubblicato in Teramo capitale della Provincia del Primo Abruzzo Ulteriore mediante lettura chiara ed intelligibile datane da Noi Notaro, né esso Signor Testatore e testimonj e nella propria casa di abitazione dell’anzidetto Signor Testatore sita dentro questa Città di Teramo nel quarto di S. Giorgio ad ore ventidue e mezza d’Italia del giorno, mese ed anno come sopra ove passa a sottoscriverli dal Signor Testatore medesimo marchese D. Orazio Delfico, del fu Cavaliere D. Giamberardino, proprietario, domiciliato in Teramo dai testimonj Signori D. Giacobbe Monti del fu Pietropaolo, Canonico della Cattedrale Chiesa Aprutina, D. Pietro Marcozzi del fu Gregorio, D. Michelangelo Trosini del fu Giuseppe, D. Giacomo Massei del fu Gaetano, tutti proprietarj, D. Domenico Montani del vivente D. Berardo patrocinatore e D. Giacomo Camillotti del fu Carlo, Dottor Fisico tutti e sei domiciliati in Teramo, e da Noi Notaro e firmati = Orazio Delfico = Giacobbe Monti testimonio = Pietro Marcozzi testimonio = Michelangelo Trosini testimonio = Giacomo Massei testimonio = Domenico Montani testimonio = Giacomo Camillotti testimonio = presente = Notar Gaetano Grue del fu Domenicantonio, residente in Teramo = Numero progressivo settecento dodici, volume terzo, numero trenta nove ricevuto per drittto d’archivio oggi in Teramo li sedici ottobre mille ottocento trentacinque, grani dieci = Della Cananea.

Il suggello di che è parola impresso sulla cera lacca rossa è un suggello particolare e tutta la scrittura non contiene alcuna interlinea, cassatura o altra alterazione.

Indi si è aperto il piego facendo rimanere illesi per quanto è stato possibile i sigilli in parola sotto la linea de’ quali abbiamo fatta la nostra indicazione della presente apertura colle soscrizioni del Notaro, de’ testimonj e di Noi Giudice e Cancelliere.

Dietro abbiamo estratto un altro piego coverto da carta ordinaria non bollata chiuso e suggellato sopra cera lacca rossa in nove punti che circondano la chiusura. Si è rilevato che il suggello impressovi è un’arma di famiglia, di cui è appunto menzione nella soprascritta dichiarazione di chiusura fatta dal Notaro.

Nella parte opposta si legge = Testamento mistico del sottoscritto = Orazio Delfico I testimonj Signori Camillotti, Trosini, e Montani han dichiarato col Notaro essere quello stesso piego che a costui venne esibito dal Testatore Signore Marchese Delfico e suggellato alla loro presenza come si è di sopra cennato e degli altri testimonj ancora D. Giacobbe Monti, D. Pietro Marcozzi, defunti, e D. Giacomo Massei assente, che la chiusura ed i suggelli sono intatti, di che siamoci assicurati Noi Giudice e Cancelliere cogli altri testimonj Signori Ginaldi, Sagaria e Massei.

Tale secondo involto o sia piego non contiene alcun’altra scrittura sull’estremo, tranne quella indicazione colla firma del Testatore che di sopra abbiamo riportato; per cui si sono apposte le soscrizioni de’ testimonj, di Noi Giudice e Cancelliere sotto tale soprascritto.

Rimossi due suggelli laterali del detto secondo piego, si è dal medesimo tirato fuori un foglio di carta bollata di grani sei scritto, che letto si è rilevato essere il testamento mistico in ricerca, il quale è concepito ne seguenti termini.

 

Testamento mistico fatto da me sottoscritto Orazio Delfico datato e scritto dal mio amico Paolo de Santi cui l’ho dettato e soltanto da me firmato, e che dovrà essere aperto per avere la sua esecuzione dopo la mia morte. Sarà esso intanto da me consegnato al Notaro D. Gaetano Grue o a qualunque altro Notaro per redigersene a norma della legge il corrispondente atto di chiusura.

Dichiaro che avendo l’unica mia diletta figlia Marina Delfico maritata col Signor Conte di Longano D. Gregorio de Filippis feci alla stessa donazione di molti miei beni siti in Montesilvano, dei quali soltanto fino a ducati ventimila furono dichiarati dotali, e con varii patti, giusta l’atto nuziale stipulato dal Notar Signor Altobrando de Paulis del giorno quindici giugno mille ottocento venti. E poiché io credo che il valore di detti beni donati possa compire la metà indisponibile del mio intiero patrimonio, e volendo seguire i dettami della legge confermo alla detta mia figlia la donazione dei beni medesimi, colla spiega che se il di loro valore non giungesse per ipotesi alla detta metà a lei per legge assegnata allora sul resto della mia eredità libera abbia la ripetuta mia figlia ad averne il compimento istituendovela erede. Sopra la mia eredità rimasta tolta la metà come sopra la mia consorte Donna Diomira Mucciarelli rappresenta il di lei credito dotale di ducati tredicimila cento ottantuno e grani ottantasette, e per i quali obbligai i miei beni, giusta l’istrumento de’ nove ottobre mille ottocento ventisette stipulato dal Notar Grue, oltre dello spillatico annuale. Ora seguita che sarà la mia morte, voglio che sia nelle facoltà della detta mia consorte di riavere le dette sue doti, come è giusto, o in beni fondi da prescegliersi da essa sopra quelli obbligati al valore fondiario moltiplicato per venti, o in danaro contante. E fatta questa prelevazione non che di qualunque altro peso che potesse trovarsi esistente all’epoca della mia morte, del resto della mia eredità ne dispongo come segue.

Istituisco mia erede in usufrutto e proprietà la mia diletta consorte sudetta Diomira Mucciarelli sopra tutto ciò che si troverà dopo la mia morte, e che dal mio zio Commendatore Melchiorre Delfico mi fu lasciato col di lui mistico testamento. Intendo, cioè, gli acquisti suoi in crediti e fondi comprati in Montesilvano e Spoltore dal Signor Toppi di quest’ultimo comune, meno ciò che potesse essere dovuto a mia figlia in supplemento della di lei quota legittima come sopra, che per altro potrà esser preso sopra i beni antichi di famiglia.

Istituisco poi erede usufruttuaria soltanto vita di lei durante la predetta mia moglie Diomira sopra il resto dei miei beni antichi sudetti di famiglia Delfico, e che mi riserbai nei sudetti capitoli matrimoniali di mia figlia tolto prima le doti della detta mia moglie. Ed erede proprietaria sopra detti beni istituisco la menzionata mia figlia Marina da godersi dopo la morte della usufruttuaria riunendosi a tale epoca l’usufrutto alla proprietà.

Voglio che il mio funerale sia semplice. Il cadavere sarà trasportato chiuso nella cassa dalla sola Compagnia del Rosario di cui sono Confratello, e dal Parroco colla Croce, e seppellito così chiuso nel Duomo nella sepoltura gentilizia di mia famiglia tra le ossa dei miei buoni antenati, proibendo ogni altra qualsiasi pompa funebre e precisamente il luttuoso suono dei sacri bronzi. Raccomando alla mia diletta consorte Diomira Mucciarelli le persone di servizio, e lascio a lei le facoltà di gratificare come erede quelle che se ne sono rese meritevoli.

E questa è l’ultima mia volontà.

Teramo li quindici luglio mille ottocento trentacinque = Orazio Delfico ho testato, letto e firmato il presente.

 

Tutta la scrittura è scritta in due facciate e mezzo e non contiene alcuna alterazione, lacuna, postilla o altro. Solamente nella prima facciata dopo il principio del ventesimo verso si legge soprapposta la parola "libera" la quale è tra le due parole "eredità", abbia. Nella seconda facciata nel verso duodecimo quinto dopo le parole "voglio che il mio funerale sia" segue l’altra "semplice" ma le lettere se sono dello stesso carattere corrente, le altre sono più grandi e ritoccate; le ultime linee che compiono al parola " semplice" sono soprapposte vicino alla "p" di carattere più piccolo.

Null’altro essendovi a rimarcare si sono tirate dei tratti di penna in tutti gli spazi in bianco. Dopo la firma del testatore si è segnata la data di questo dì, in cui ha avuta luogo l’apertura del testamento apponendosi poscia le soscrizioni del Notaro, dei testimonj e di Noi Giudice e Cancelliere.

Solennizzata a questo modo la nostra incombenza, ed in esecuzione dell’articolo novecento trentatre delle leggi Civili abbiamo ordinato il deposito del divisato testamento mistico colle due corrispondenti coperture presso l’anzinominato Notaro Gaetano Grue, da cui si sono al momento ricevute tali carte onde porne fra le sue minute come di dovere, e rilasciarne copia a chi di dritto, unitamente alla copia di questo verbale che sarà anche a lui consegnato.

Di tutto ciò ne abbiamo redatto il presente processo verbale che dietro lettura datane anche col confronto del testamento in parola, è stato sottoscritto dai testimonj, da Noi Giudice e Cancelliere in punto che battono le ore ventiquattro precise = Firmati = Notar Gaetano Grue = Carlo Ginaldi testimonio = Michelangelo Trosini testimonio = Domenico Sagaria testimonio = Domenico Montani testimonio = Angelo Massei testimonio = Giacomo Camillotti testimonio = Giovanni de Virgiliis = Ludovico Colella Cancelliere.

 

Num. progressivo 5046

Registrato a Teramo li 14 novembre 1842, vol. 113, n. 3, fol.22

Per grani dieci = della Cananea