Chiamare Teramo "terra dei Delfico": un'idea che l'Assessore alla Cultura
della Provincia di Teramo Rosanna Di Liberatore ha voluto partecipare al
pubblico, in occasione della cerimonia di presentazione di tredici dipinti
restaurati di artisti Delfico (Sala Audiovisivi Biblioteca Delfico, 4 ottobre
2007). L'Assessore ha spiegato di essere rimasta colpita dallo slogan "la
terra di Piero", usato per la città di Arezzo. Un slogan ripetuto con
insistenza in tutti i cartelloni pubblicitari e con ogni pretesto. Piero sta
per Piero Della Francesca, uno dei più grandi pittori del Rinascimento
italiano, nativo di Borgo S. Sepolcro (1410(20)-1492), che ha lasciato ad
Arezzo e dintorni alcune tra le sue opere più celebrate.
La proposta ha un suo serio fondamento. La famiglia Delfico, che ha
contribuito a dare notorietà alla nostra città nel corso del Settecento e
dell'Ottocento, annovera infatti tra i suoi membri numerosi uomini illustri.
Basti pensare a Melchiorre Delfico (1744-1835), il "padre della patria" di
Teramo, uomo politico, filosofo, scrittore, uno dei protagonisti
dell'Illuminismo napoletano. E si pensi a Giovanfilippo Delfico (1743-1793),
fratello di Melchiorre e primo presidente della Società Patriottica (poi
diventata Società economica) che incise nell'ammodernamento dell'agricoltura e
in una prima industrializzazione della nostra provincia. O anche a Orazio Delfico (1769-1842) nipote di Melchiorre Delfico, uomo di scienza e
naturalista, noto anche per aver fatto la prima scalata del
Gran Sasso e la
sua prima misurazione.
Tra
i Delfico dediti all'arte sono da annoverare in particolare i nove figli di
Marina Delfico e di Gregorio De Filippis, conte di Longano, originario di
Napoli, che prese, dopo il matrimonio, anche il cognome della moglie. I giovani
De Filippis-Delfico furono tutti avviati alla pittura sotto la guida di un
maestro d'eccezione, il noto pittore Pasquale della Monica, fuoruscito politico
da Napoli, approdato a Teramo perché amico d'infanzia del Conte di Longano
(erano entrambi originari di Cava dei Tirreni). Ad essi sono attribuiti dunque i
tredici dipinti restaurati. A quale singola mano sia poi da ascrivere ciascuna
opera è invece difficile stabilire anche perché, come ha spiegato la relatrice
della serata Marisa Profeta, alcuni artisti di casa Delfico sono ancora poco
studiati e poco conosciuti e non permettono attribuzioni certe.
I
più noti tra loro e anche i più documentati sono Troiano, Bernardino e
Melchiorre.
Troiano De Filippis-Delfico (1821-1908), il primogenito di Gregorio e Marina, è
l'autore di un quadro assai conosciuto che ritrae tutta la famiglia De Filippis-Delfico. Del dipinto che campeggiava fino agli anni trenta nella stanza
da letto dei coniugi De Filippis-Delfico si sono perse le tracce ma una sua foto
si conserva nella Biblioteca Delfico. Troiano è anche, molto probabilmente,
l'autore della elegante sovrapporta della Biblioteca che ritrae una Marina di
Corfù. L'ipotesi è avvalorata dal fatto che Troiano fu esule a Corfù dove si
sa che si manteneva vendendo cacciagione e dando lezioni di musica e di pittura.
Bernardino o Gian Bernardino (nato a Te nel 1823 morì a 47 anni) è l'artista
che ha firmato nel 1853 gli affreschi della volta (Apparizione della
Vergine a Santa Monica) e dei pennacchi (con i quattro Evangelisti) della
Cappella dei Cinturati, annessa alla Chiesa di S. Agostino a Teramo. Ed è
anche il pittore a cui fu commissionata nel 1862-1863 la decorazione della
Chiesa dell'Addolorata a Mosciano S. Angelo. Sue sono infatti le scene della
Fuga in Egitto, della Presentazione al Tempio, di Gesù con i
dottori e di una Crocifissione molto suggestiva.
A proposito della Apparizione della Vergine a Santa Monica ci sembra
interessante segnalare che sul retro di uno dei dipinti restaurati abbiamo
individuato il bozzetto, lacunoso ma leggibilissimo, del dipinto stesso.
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Uno dei dipinti restaurati |
Retro del dipinto (bozzetto affresco volta, Chiesa S.
Agostino, Teramo) |
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Melchiorre De Filippis – Delfico (1825-1895), il più noto dei tre, visse a
lungo a Napoli dove fu un apprezzato musicista e successivamente un
caricaturista di successo - fu in particolare il caricaturista di Giuseppe
Verdi che conobbe di persona -. Collaborò con vari giornali satirici come
l'"Omnibus pittoresco" e "Il Capitan terribile" e curò lui stesso la
pubblicazione di alcune raccolte di sue caricature. Alcune di queste
caricature fulminanti, felicissime si possono ammirare nei locali della
Emeroteca della Biblioteca Delfico.
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Michelina Martinetti (?) |
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Bernardino De Filippis Delfico (?) |
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