De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

Homa page 

Una pagina di storia per mia figlia Licinia

di Luigi Rossi

Gli antenati di Aurora De Filippis Delfico figlia di contessa nata dai Conti di Longano, erano oriundi di Spagna al tempo della dominazione Spagnola sul Reame di Napoli e pare che un De Filippis Delfico sia stato governatore e funzionario spagnolo con il titolo di conte o marchese e un Delfico de Filippis Traiano marchese "conte di Longano" di Teramo (n. 1821), patriota, letterato e Senatore.

Dal 1744 al 1835 si annovera Melchiorre delfico nobile n. a Longano (Isernia), di famiglia Teramese, fu politico partenopeo e fece parte del Direttorio Napolitano (1799) formato da Abrial André Joseph 1750-1828, di Annonay mandato come Commissario a Napoli, nel quale facevano parte assieme a Melchiorre Delfico, Ercole D’Agnese, Ignazio Ciaia, Giuseppe Albamonti e Giuseppe Albanesi.

Fu inoltre economista, Giureconsulto e letterato 1799-1806, scrisse la storia della Repubblica di S. Marino "Memorie Storiche" anzi per le sue benemerenze acquistò la cittadinanza di quella Repubblica estensibile sino alla Terza generazione e i discendenti attuali godono ancora di questo alto onore. Egli si rifugiò in quel territorio nel 1799 per sfuggire alla reazione del Cardinale Ruffo, e vi rimase parecchi anni acquistandosi infinite benemerenze. Morì a Teramo.

Aurora De Filippis Delfico aveva pure dei parenti a Capua patria di Ettore Fieramosca il valoroso trionfatore della storica "disfida di Barletta" col quale si erano imparentati. La famiglia Fieramosca era proprietaria di alcune miniere di argento che finirono poi nelle mani del Governo, i parenti ed eredi del Fieramosca se avessero voluto, con grande capitale, circa novecentomila lire, avrebbero potuto intentare causa al Governo per il recupero delle miniere che invece andarono a finire in mano ai diversi Governi e mai più riscattate dai parenti e eredi.

Tra le proprietà riscattate va compresa la villa di Silvi esistente ancora e denominata villa Rossi della quale, la parte vecchia è una delle ville più antiche della spiaggia di Silvi, poiché al tempo del blocco continentale esistevano due sole case sulla spiaggia per timore dei pirati Algerini e Turchi.

Francesco Antonio Rossi, ebbe vari figli che alla ricchezza univano il patriottismo e tutti erano anelanti alla libertà della Patria. Tutti furono compromessi politici e congiurarono per l’indipendenza della Nazione e per l’Unità della Patria.

Egli fu compromesso politico vera tempra di rivoluzionario, combatté il 15 maggio 1848 sulle barricate di S. Lucia a Toledo in Napoli contro i reggimenti svizzeri al soldo dei Borboni e se fosse stato preso con le armi alla mano l’avrebbero certamente fucilato. Egli però, riuscì a salvarsi e travestito da contadina fuggì e riparò in Toscana a Livorno, ove morì esule nel 1856.

In Mosciano S.Angelo s’intitola una strada del paese a nome suo e la famiglia ne conserva un bel ritratto ad olio.

Il figlio Ambrogio educato alla scuola del padre, ebbe dal padre gli stessi sentimenti patriottici e guerrieri; fu perseguitato dalla Polizia Borbonica, venne incarcerato e condannato al "confino". Fu in gioventù guardia nobile di Ferdinando II e cavalcò al lato dello sportello della carrozza reale (alto ed ambito onore) in occasione della venuta del re Ferdinando a Teramo.

Dal Re Galantuomo Vittorio Emanuele II, comandante le truppe liberatrici! (1860) egli fu nominato Capitano Comandante una compagnia di Guardie Nazionali.

Combatté contro i briganti nel brigantaggio politico e di poi combatté a fianco delle truppe del Generale Cialdini nell’assedio di Civitella del Tronto quando il comando dell’assedio fu affidato al Cialdini dove il 13-20 Civitella del Tronto si arrendeva e il 7 novembre Vittorio Emanuele II entrava in Napoli avendo a fianco Garibaldi che nella notte fra l’8 ed il 9 salpava per il suo romitaggio di Caprera e l’esercito garibaldino veniva sciolto.

Dattiloscritto (pag.1)

Dattiloscritto (Pag. 1)

Dattiloscritto (pag.2)

Dattiloscritto (Pag. 2)
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Pagine dattiloscritte da Luigi Rossi, nonno di Renzo Rossi, per soddisfare la curiosità della figlia Licinia sulla storia della famiglia. Il periodo è quello della guerra di Libia. Ci sono delle imprecisioni, ma la cosa interessante è il riferimento a Ettore Fieramosca. Luigi Rossi, settimo di dodici figli, di Aurora De Filippis Delfico e Ambrogio Rossi, nacque a Teramo l'otto febbraio 1860 e sposò Maria Basso. Si ringraziano Aurora Rosso e Manuela Rossi, rispettivamente nipote e pronipote, per aver messo a disposizione il documento ed aver concesso la sua pubblicazione.