De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

Homa page 

Il presepio di Sor Paolo

di Ottavio Di Stanislao

 

Con questo titolo, in prossimità del Natale del 1896 il periodico satirico "Sor Paolo", diretto da Giulio Cesare Canzanese, pubblicò un supplemento che raffigurava nel centro della pagina una parodia della natività, dove i personaggi erano caricature degli amministratori comunali. Il vignettista Ernesto Aurini e Fiorello Spada, pseudonimo  del direttore del giornale Giulio Cesare Canzanese, con evidente intento satirico propongono una interpretazione della nascita della amministrazione comunale guidata da Luigi Paris. Nell’estate dell’anno precedente c’erano state le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, cui era seguita l’elezione del sindaco e della giunta. La consultazione era stata molto sentita in città, anche perché, nonostante il sistema elettorale prevedesse che il sindaco fosse eletto non direttamente dal corpo elettorale, ma dal consiglio, Francesco Savini, notoriamente la persona più ricca della città, era sceso in campo direttamente, come diremo oggi, e senza infingimenti, con il fratello Giuseppe, si era posto a capo di una lista che si collocava in continuità con la maggioranza che nel 1889 aveva scalzato Emidio Cerulli sindaco nel decennio precedente. Era chiaro quindi che se avesse vinto la lista "Savini" questi sarebbe stato eletto senz’altro sindaco. Ma le cose andarono diversamente perché di questa lista furono eletti solo 14 consiglieri, mentre gli altri 16 andarono ad una formazione che comprendeva gli amici della famiglia Cerulli e il cosiddetto "gruppo degli otto", composto per la quasi totalità da giovani avvocati che avevano raccolto i loro intenti programmatici in un manifesto che sia per i contenuti che per il colore rosso era ritenuto "molto avanzato". La rinuncia di Cerulli Irelli, Ciotti e Della Cananea, esponenti più in vista dell’esile maggioranza, aprì la strada alla ricerca di una soluzione che raccogliesse il gradimento di consiglieri di entrambi gli schieramenti che si erano contrapposti nel confronto elettorale. Peraltro è opportuno ricordare come all’epoca le maggioranze municipali si formavano non su rigide divisioni politiche o ideologiche, ma per l’adesione a fazioni che facevano capo alle persone o alle famiglie più autorevoli. Così nel 1895 le liste che si confrontarono alle elezioni comunali si formarono, come già detto, l’una attorno ai fratelli Savini, mentre l’altra aveva come punto di riferimento i fratelli Cerulli. L’elezione a sindaco di Luigi Paris, giovane avvocato di trentaquattro anni, rappresentava indubbiamente un elemento di rinnovamento nel ceto politico cittadino, e in un primo momento l’avvenimento fu letto in questa ottica. Ma il quadro politico in cui ciò era avvenuto cominciò a palesarsi con l’elezione della giunta che comprendeva accanto ad amici del neo eletto sindaco esponenti della vecchia maggioranza e soprattutto Giovanni Mezucelli, zio per parte materna di Luigi Paris. La satira di "Sor Paolo" vuole proprio denunciare la cooptazione del giovane avvocato. Era impossibile quindi una maggioranza omogenea, ma destò sorpresa l’alleanza di Paris, Campanella e Montani del gruppo "degli otto" e del "cerulliano" Mosca, con la lista Savini. Luigi Paris fu eletto sindaco, Campanella, Montani e Mosca entrarono in giunta insieme a De Albentiis, Mezucelli e Moruzzi per il gruppo Savini.

Caricatura di Luigi Paris, in "Sor Paolo" A.I (1896)

Caricatura di Luigi Paris, in "Sor Paolo" A. I (1896) E. Aniuri [Ernesto Aurini], Il presepio di Sor Paolo,

Supplemento al n. 21 del 19 dicembre. Il bambinello è il sindaco Luigi Paris. Si riconoscono:

Giovanni Mezucelli nel ruolo di Maria e Giuseppe Savini  nel ruolo di S. Giuseppe. Il primo

 dei pastori, con le oche, è il direttore del Corriere Abruzzese, Francesco Taffiorelli.  Si distingue

 con difficoltà, alle sue spalle, l’ing. Palombieri. L’ultimo a sinistra, il suonatore di piffero

 con i baffi e il nasone, è l’avv. Francesco Campanella; al suo fianco con la zampogna  è Gaetano

 Mosca. Il personaggio all’ingresso della grotta, con l’agnello sulle spalle è l’avv. Montani.

 

Testo dell’articolo 

 

In quel tempo una vergine della famiglia dei Maccabei per nome Giovannina si sentì chiamare dall’Angelo dell’ambizione che le disse:

«Ti saluto, Giovannina, piena di grazie il signore è teco, tu sei benedetta fra le donne, benedetto il fanciullo che sostituirai al frutto del ventre tuo, che non c’è.»

E Giovannina rispose: « Sapevo che con mezzo-uccello era inutile aspettare il frutto. Debbo commettere una sostituzione di infante? – Io sono la serva del Signore: sia fatta la sua volontà!...»

E l’Angelo a lei: - A quell’infante che sceglierai fra gli avversari tuoi darai il nome di Gigino, che significa Salvatore di Teramo; il compagno tuo e padre putativo di lui sarà il buon Giuseppe della tribù dei Savini.

E lei: «Ma il bambino farà il volteggio?»

E l’Angelo dell’ambizione: «Non temere, egli è pieno dello spirito mio!»

E il bambino, come l’Angelo aveva annunziato, fece il volteggio in una grotta detta Casa comunale.

E quell’umile luogo era in quei giorni pieno di guai, perché i creditori dei padroni di esso usavano inauditi tormenti per essere pagati.

E sorse la speranza che l’infante mandato da Dio potesse togliere la Casa di tante pene.

E il bambino appena nato parlò, e disse: «Vedete quella stella? Essa è la luce dei disperati; seguitela e troverete ciò che cercate.

E poi continuò: «La vostra famiglia… dirò meglio la nostra famiglia non deve sfigurare innanzi agli occhi del pubblico, quindi a qualunque costo ha da far fronte alle spese, sian pure di lusso, che non può sostenere.»

E a questo punto Giuseppe l’interruppe e disse: «Ma io a questo genere di vita non son tagliato!»

Ed il bambino a lui: «Ti ribelleresti ai voleri del signore?»

E Giuseppe si rassegnò.

Ed il bambino continuò: «Coraggio ci vuole!...»

E raccontò questa parabola: «Un giorno un gran signore semi-fallito si trovava con l’usciere alla porta di casa. Corse dal vicino, ferocissimo usuraio, e gli disse: - Aiutami ho bisogno di quattrini. Debbo pagare i debiti vecchi non solo, ma ò da figurare ancora in società; quindi devo farne dei nuovi a qualunque interesse.» L’usuraio acconsentì e diè il denaro. Molti dissero che così facendo quel signore si sarebbe finito di rovinare. Ma egli a chi ciò gli riferiva rispondeva: «Tanto basta per me; dopo di me venga il diluvio!» (*)

E allora nella grotta e fuori si sparse una gran luce.

E i pastori della contrada accorsero nel presepio, poiché ad ognuno di essi era apparso in sogno l’Angelo annunziante la venuta del Salvatore.

E venne Taffiorelli con le oche, omaggio simbolico della sua produzione politico-letteraria.

E poi venne Palombieri con le candide colombe.

E poi giunse Montani con una pecora in collo.

E tutti si prostrarono innanzi al Messia Gigino mentre, accompagnato da Campanella che soffiava nella scopina con quell’entusiasmo col quale sulle colonne dell’ora amico Corriere gonfia l’Amministrazione comunale – Mosca, con la ciarammella, rallegrava la scena con una classica pastorale.

Così venne sulla terra il Salvatore di Teramo.

 

Per la traduzione del Vangelo

FIORELLO SPADA

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(*) I quattrini del prestito precipitato non occorrono per la condottura, la cui spesa si pagherà dopo otto anni.