Ogni città vanta antichissime origini, che spesso affondano
le radici nella mitologia. Larino non sfugge a questa regola ed insieme ad altri
centri rivendica il primato di essere l'antica Frenter, città etrusca
e primigenia che avrebbe dato il nome alla regione frentana.
Ma se è difficile dimostrare l'identità con l'antica Frenter,
non è invece assolutamente impossibile per Larino rivendicare le sue origini
romane, né tanto meno dimostrare di essere stata, dalla fine della guerra
sociale, un Municipium, come attesta anche Cicerone nella Cluenziana.
Il nome originario della città fu Ladinod, nome
impresso sulle sue monete. Larino ebbe infatti, come Isernia, una propria zecca
e forse la più cospicua della Federazione Sannita: le monete presentavano nel recto
la testa di Pallade, Apollo, Giove, Ercole, Teti e Diana; nel verso
cavalli astrati, fulmini, caducei, cornucopie, aquile, delfini, cavalieri
fuggenti ed anche buoi dal volto umano coronati della vittoria. Col passare dei
secoli il nome Ladinod subì modifiche tramutandosi nel latino Larinum,
deformandosi successivamente in Larina, quindi in Alarino negli
itinerari angioini del 1271 e nei cedolari del 1320, per raggiungere nel XIX
secolo l'attuale forma di Larino.
L'agro larinese, durante la seconda guerra punica (217-201
a. C.), fu teatro di battaglie tra l'esercito di Annibale, che era accampato a
Gerione, e Fabio Massimo, Dittatore a Larino.
Alla divisione dell'Impero al tempo d'Augusto venne
trasferita a Larino una colonia militare della tribù Cluvenziana che pare dette
il nome ad una delle più chiare famiglie della Frentania, la Cluenzia. A questa
famiglia appartenne Lucio Cluenzio, larinate, che morì eroicamente (89 a. C.)
difendendo le mura di Nola, presa d'assedio dall'esercito di Silla. A Larino
nacque anche Aulo Cluenzio assurto a notorietà per essere stato difeso da
Cicerone. Testimonianza di queste epoche antiche è l'ingente patrimonio
lapidario, costituito da lapidi decretali, votive, onorarie e funerarie,
patrimonio che sembra venne intaccato dalle spedizione effettuate attorno al
1519, da un tale Barozzino, inviato dal marchese del Vasto a fare incetta delle
preziose antichità al fine di arricchire il proprio museo.
In epoca longobarda Larino
divenne capoluogo di una delle 34 Contee nelle quali fu ripartito il
Ducato di Benevento. Il nucleo originario della città sorgeva su un
colle, sito che fu progressivamente abbandonato dalla popolazione negli
anni che vanno dal decimo secolo, epoca delle prime distruzioni subite a
causa delle incursioni saracene, alla prima metà del XIV sec. quando
giunse nel reame Corrado Lupo che rase al suolo numerosi paesi del Molise
e delle Puglie, sorte alla quale non scampò neppure Larino.
Larino in un antico disegno |
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L'esodo secolare
della popolazione si dirigeva verso valle dove fu edificata, nel 1319, la bella
cattedrale gotica intitolata a S. Pardo nel 1320, quando vi venne depositato il
di lui corpo (oggi la cattedrale è intitolata a S. Maria dell'Assunta e S.
Pardo).
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Cattedrale di Larino |
Fra le famiglie aristocratiche più note che ebbero il
dominio di Larino in epoca medievale ricordiamo gli Orsini, i Pappacoda, i
Carafa, i di Sangro, ultimi intestatari del feudo all'epoca dell'eversione
della feudalità.
A testimoniare gli oltre duemila anni di storia dell' urbs
princeps frentanorum, com'era appellata Larino dagli storici latini per
sottolinearne il ruolo di preminenza che rivestiva tra le città frentane,
restano alcuni monumenti. La chiesa Cattedrale, in stile romanico-gotico, che
presenta nella facciata un bellissimo rosone a tredici raggi, unico esempio
conosciuto in tutto il mondo realizzato con elementi dispari; l'anfiteatro
edificato su un'antica necropoli nel I sec. d. C., che riusciva a contenere
fino a 18.000 persone; il castello edificato dai Normanni, originariamente
costituito da un edificio quadrilatero munito agli angoli da una torre e tre
fortini, che a seguito di modifiche avvenute nel corso del tempo (le ultime ad
opera di Scipione di Sangro), conserva oggi dell'antica fabbrica solo due
facciate ed è attualmente sede del Municipio. La chiesa di S. Francesco
conserva una cupola affrescata NEL 1747 dal famoso pittore molisano Paolo Gamba.
Tele di epoca anteriore al XVI secolo si conservano nella chiesa di S.
Francesco, mentre la chiesa intitolata alla Madonna della Croce conserva un
bellissimo quadro raffigurante la titolare che per tradizione si ritiene essere
opera di Antonio Solario, detto lo Zingaro, attivo nella prima metà del
XV secolo.
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Veduta
di Larino
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