De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

Homa page 

Note storiche su Larino, città frentana

di Alfonso di Sanza d'Alena

Ogni città vanta antichissime origini, che spesso affondano le radici nella mitologia. Larino non sfugge a questa regola ed insieme ad altri centri rivendica il primato di essere l'antica Frenter, città etrusca e primigenia che avrebbe dato il nome alla regione frentana.

Ma se è difficile dimostrare l'identità con l'antica Frenter, non è invece assolutamente impossibile per Larino rivendicare le sue origini romane, né tanto meno dimostrare di essere stata, dalla fine della guerra sociale, un Municipium, come attesta anche Cicerone nella Cluenziana.

Il nome originario della città fu Ladinod, nome impresso sulle sue monete. Larino ebbe infatti, come Isernia, una propria zecca e forse la più cospicua della Federazione Sannita: le monete presentavano nel recto la testa di Pallade, Apollo, Giove, Ercole, Teti e Diana; nel verso cavalli astrati, fulmini, caducei, cornucopie, aquile, delfini, cavalieri fuggenti ed anche buoi dal volto umano coronati della vittoria. Col passare dei secoli il nome Ladinod subì modifiche tramutandosi nel latino Larinum, deformandosi successivamente in Larina, quindi in Alarino negli itinerari angioini del 1271 e nei cedolari del 1320, per raggiungere nel XIX secolo l'attuale forma di Larino.

L'agro larinese, durante la seconda guerra punica (217-201 a. C.), fu teatro di battaglie tra l'esercito di Annibale, che era accampato a Gerione, e Fabio Massimo, Dittatore a Larino.

Alla divisione dell'Impero al tempo d'Augusto venne trasferita a Larino una colonia militare della tribù Cluvenziana che pare dette il nome ad una delle più chiare famiglie della Frentania, la Cluenzia. A questa famiglia appartenne Lucio Cluenzio, larinate, che morì eroicamente (89 a. C.) difendendo le mura di Nola, presa d'assedio dall'esercito di Silla. A Larino nacque anche Aulo Cluenzio assurto a notorietà per essere stato difeso da Cicerone. Testimonianza di queste epoche antiche è l'ingente patrimonio lapidario, costituito da lapidi decretali, votive, onorarie e funerarie, patrimonio che sembra venne intaccato dalle spedizione effettuate attorno al 1519, da un tale Barozzino, inviato dal marchese del Vasto a fare incetta delle preziose antichità al fine di arricchire il proprio museo.

In epoca longobarda Larino divenne capoluogo di una delle 34 Contee nelle quali fu ripartito il Ducato di Benevento. Il nucleo originario della città sorgeva su un colle, sito che fu progressivamente abbandonato dalla popolazione negli anni che vanno dal decimo secolo, epoca delle prime distruzioni subite a causa delle incursioni saracene, alla prima metà del XIV sec. quando giunse nel reame Corrado Lupo che rase al suolo numerosi paesi del Molise e delle Puglie, sorte alla quale non scampò neppure Larino.

Larino in un antico disegno

Larino in un antico disegno

L'esodo secolare della popolazione si dirigeva verso valle dove fu edificata, nel 1319, la bella cattedrale gotica intitolata a S. Pardo nel 1320, quando vi venne depositato il di lui corpo (oggi la cattedrale è intitolata a S. Maria dell'Assunta e S. Pardo).

Cattedrale di Larino

Cattedrale di Larino

Fra le famiglie aristocratiche più note che ebbero il dominio di Larino in epoca medievale ricordiamo gli Orsini, i Pappacoda, i Carafa, i di Sangro, ultimi intestatari del feudo all'epoca dell'eversione della feudalità.

A testimoniare gli oltre duemila anni di storia dell' urbs princeps frentanorum, com'era appellata Larino dagli storici latini per sottolinearne il ruolo di preminenza che rivestiva tra le città frentane, restano alcuni monumenti. La chiesa Cattedrale, in stile romanico-gotico, che presenta nella facciata un bellissimo rosone a tredici raggi, unico esempio conosciuto in tutto il mondo realizzato con elementi dispari; l'anfiteatro edificato su un'antica necropoli nel I sec. d. C., che riusciva a contenere fino a 18.000 persone; il castello edificato dai Normanni, originariamente costituito da un edificio quadrilatero munito agli angoli da una torre e tre fortini, che a seguito di modifiche avvenute nel corso del tempo (le ultime ad opera di Scipione di Sangro), conserva oggi dell'antica fabbrica solo due facciate ed è attualmente sede del Municipio. La chiesa di S. Francesco conserva una cupola affrescata NEL 1747 dal famoso pittore molisano Paolo Gamba. Tele di epoca anteriore al XVI secolo si conservano nella chiesa di S. Francesco, mentre la chiesa intitolata alla Madonna della Croce conserva un bellissimo quadro raffigurante la titolare che per tradizione si ritiene essere opera di Antonio Solario, detto lo Zingaro, attivo nella prima metà del XV secolo.

Veduta di Larino

Veduta di Larino

_______________

A Larino, nella cattedrale di S. Pardo, il 21 dicembre 1848 fu celebrato il matrimonio tra Filippo, figlio di Gregorio De Filippis Delfico Conte di Longano e di Marina Delfico e Cleomene Fallocco, figlia di Ferdinando Giudice regio di Larino e di donna Carmela Barbusci. Filippo, in fuga da Teramo, perché ricercato dalla polizia, dopo aver partecipato assieme al fratello Troiano ed altri patrioti ai moti risorgimentali teramani del 30 maggio e 15 ottobre 1848, ripara nella città frentana. Celebrato il matrimonio senza la presenza di nessun familiare, come si evince da una lettera scritta da lui stesso alla madre Marina il 23 giugno 1849, nella quale chiede di sapere cosa pensassero i fratelli Bernardino, Melchiorre e Troiano del suo matrimonio, prende la via dell'esilio raggiungendo prima Marsiglia e poi Nizza, esilio che terminerà solamente nel 1860. A Nizza si ricongiunge con la giovane sposa Cleomene ed è qui che nasceranno i primi tre figli, nel 1856 Diomira, nel 1857 Alba e nel 1859 Orazio.

Si ringrazia l'Archivio di Stato di Campobasso per la gentile e preziosa collaborazione prestata nella ricerca dell'atto di matrimonio (Nota di Massimo De Filippis Delfico).

----- ~ -----

Per ulteriori informazioni sull'autore visita il family web site di Sanza d'Alena